Arte e Fotografia

Wonder Woman: 80 anni di un’eroina pop

In corso fino al 20 marzo 2022 a Palazzo Morando a Milano, la mostra “Wonder Woman. Il mito” racconta la genesi e lo sviluppo della celeberrima eroina, icona pop del femminismo e del pacifismo.

Diana Prince, meglio nota come Wonder Woman, compie 80 anni: da questa ricorrenza nasce la mostra in corso a Palazzo Morando a Milano, a cura di Alessia Marchi, inaugurata lo scorso novembre e aperta al pubblico fino al 20 marzo 2022.

Si tratta del primo allestimento espositivo dedicato all’eroina dell’universo DC Comics, diventata vera e propria icona pop americana del femminismo e del pacifismo. Una figura estremamente attuale, dunque, che ci propone un modello di forza e vigore fisico decisamente alternativo rispetto a quello proposto dai corrispettivi maschili ma che, soprattutto, può essere letta metaforicamente come opportunità di scoperta del meraviglioso, del wonder appunto, presente in ogni comune e mortale essere umano.

Andrea Broccardo Wonder Woman: Agent of Peace (digital series) no. 19 cover 2020/10 Tecnica mista, colorazione digitale / Mixed media, digital coloring Courtesy the artist WONDER WOMAN and all related characters and elements TM & © DC. Used with permission.

La mostra si sviluppa in ordine cronologico, ripercorrendo la genesi, lo sviluppo e le molteplici rielaborazioni audiovisive dell’eroina pop, diventata simbolo della lotta per l’emancipazione femminile e del pacifismo.
Nata dalla penna dello psicologo William Moulton Marston nel 1941, che la concepisce “bella come Afrodite, saggia come Atena, con la velocità di Mercurio e la forza di Ercole”, Wonder Woman esordisce in forma di fumetto nel 1942 e prende piede rapidamente nell’immaginario collettivo. Il primo nucleo del percorso espositivo è costituito proprio dai fumetti e dalle tavole provenienti dall’archivio DC di Burbank (California), mostrando l’evoluzione di un personaggio femminile inedito per molti aspetti ma, al tempo stesso, familiare per tanti altri.

Dal mito al femminismo

Una delle caratteristiche principali di Wonder Woman è data proprio dal suo profondo legame con il mondo classico: a differenza di Batman e Superman, nati più o meno nello stesso periodo e nella stessa casa di produzione, la super eroina dalla fluente chioma corvina è, a tutti gli effetti, un’amazzone.

Le sue origini mitologiche sono ampiamente documentate nel percorso espositivo che non si limita a ripercorrere filologicamente le tappe storiche del personaggio ma propone una riflessione integrata, evidenziandone le corrispondenze nel tempo e in particolare nelle istanze femministe della cosiddetta seconda ondata. Fu proprio grazie a Gloria Steinem, scrittrice e attivista, leader del movimento femminista americano che sceglie l’eroina DC per la copertina del primo numero della rivista Ms., che Wonder Woman divenne icona pop negli anni ‘70.

© Jule Hering – courtesy of Ufficio Stampa 24 ORE Cultura.

Wonder Woman, un caleidoscopio di rappresentazioni

La letteratura per immagini, in particolare, possiede intrinsecamente la capacità di farsi portavoce in modo diretto delle svolte sociali e dei cambiamenti che intercorrono nel tempo. È questo un altro aspetto importante, ben evidenziato dall’allestimento a cura di Alessia Marchi, ovvero l’evoluzione di Wonder Woman in relazione al punto di vista e alle scelte di illustratori e illustratrici ma anche sceneggiatori e sceneggiatrici che hanno potuto misurarsi con questa figura e con le sue avventure.

In tutta la sua storia non sono state molte le disegnatrici che hanno dato forma a Wonder Woman: proprio per questo è significativo che la maggior parte di loro siano italiane, presentate in mostra con una selezione di tavole di Laura Braga, Emanuela Lupacchino e Maria Laura Sanapo. Ogni versione, ogni rielaborazione grafica del personaggio ha contribuito a quella successiva: la matrice del disegno, in buona parte italiana, ha contribuito in modo rilevante alle rielaborazioni successive del personaggio e, in particolare, a quelle cinematografiche.

Moda, cinema e serie TV

Alle trasposizioni audiovisive della super amazzone la mostra dedica ampio spazio, dall’interpretazione memorabile di Lynda Carter, che la impersonò sul piccolo schermo dal 1975 al ‘79 riscuotendo un enorme successo planetario, alle più recenti rielaborazioni cinematografiche che hanno per protagonista l’attrice Gal Gadot.

©Jule Hering – courtesy of Ufficio Stampa 24 ORE Cultura.

Come per qualsiasi figura archetipica, l’aspetto esteriore di Wonder Woman è di grande importanza: Diana Prince rappresenta, senza dubbi, l’archetipo della Guerriera e pertanto armi e armature assolvono a una funzione essenziale. Ma c’è di più perché attraverso la serie tv e i film Wonder Woman è entrata a buon diritto nell’immaginario collettivo non solo in quanto super eroina che lotta – eccome se lotta – armata di spada e di tiara-boomerang ma anche in quanto icona pop capace di veicolare alcuni degli elementi più significativi della storia del costume e della moda.
Proprio per questa ragione in mostra è presente una video-installazione, realizzata con il contributo di ricerca dello storico della moda Maurizio Francesconi, che sottolinea la significativa ambivalenza di un’eroina contemporanea che ha attraversato ottant’anni di cambiamenti trasformandosi e incarnando, di volta in volta, una serie di declinazioni possibili del femminile e della femminilità.

Il catalogo

Edito da 24 ORE Cultura, il catalogo esplora e approfondisce tutti i temi presenti in mostra: dall’evoluzione grafica del personaggio alla sua rilevanza simbolica e culturale, il volume presenta inoltre le molteplici personalità, tra cui illustratori e illustratrici, artisti e autrici che hanno dato vita, senso e forma a Wonder Woman nell’arco di questi lunghi ottant’anni.

William Messner-Loebs (writer), Mike Deodato Jr (penciler, inker), Brian Bolland (cover artist)
Wonder Woman vol. 2 no. 97 (edizione italiana / Italian edition) 1995/05 (1996/10) WOW Spazio Fumetto – Museo del Fumetto, dell’Illustrazione e dell’Immagine animata, Milano. WONDER WOMAN and all related characters and elements TM & © DC. Used with permission.

Infine, il saggio di Marina Pierri, critica televisiva e direttrice del FeST, autrice del libro “Eroine. Come i personaggi delle serie tv possono aiutarci a fiorire” (edizioni Tlon), introduce magistralmente alla teoria del Viaggio dell’Eroe di Joseph Campbell finalmente declinata al femminile, sottolineando gli elementi archetipici della Guerriera che Wonder Woman senza dubbio rappresenta.

Cristina Cassese

In copertina: WonderWoman © Jule Hering

About the author

Cristina Cassese

Classe 1982, tarantina d’origine, cittadina del mondo. Cristina ha studiato storia dell’arte e si è specializzata in antropologia culturale ed etnologia. Di recente ha intrapreso un percorso di approfondimento e ricerca in ambito pedagogico. Insegna discipline storico-letterarie e vive a Roma.