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Tutta colpa del baco | Lorenzo Riva al Museo della Seta di Como

La seta è ancora il materiale più prezioso e la sua lavorazione è parte del patrimonio culturale e artigianale del nostro Paese. La fascinazione che ne produce è in bilico a causa delle polemiche sul lavorio dei bachi…eppure questi magnifici esseri, che paiono alieni, non possono fare a meno di produrre il prezioso filo. Un filo che è stato ampliamento usato dallo stilista Lorenzo Riva a cui il Museo della Seta di Como dedica una mostra per i suoi cinquant’anni di carriera.

Prendi un treno, scendi a Como, esci dalla stazione, gira a sinistra, cammina per 10 minuti. E l’universo prenda una forma diversa. Sei al Museo della Seta di Como. Non è difficile. E tutti, almeno una volta, dovrebbero fare una gita a Como considerando questa tappa che narra del profondo legame tra la città e la seta. Perché qui è nato tutto ed è qui che si possono visionare alcuni dei macchinari, quasi preistorici ormai, che hanno fatto grande Como nel mondo per la produzione e la lavorazione della seta.

FILATRICE. Un macchinario maestoso che occupa una stanza del Museo.

 

Un dedalo che narra la lavorazione partendo proprio dalla gestione dei bachi fino alla colorazione e alla stampa. Sono molti i focus interattivi, in cui l’ospite è coinvolto per comprendere da vicino la complessità della lavorazione. Ed è affascinante osservare come studenti e stranieri si cedano il passo per interloquire in unico grande gioco…che è quello che evoca il frastuono dei macchinari negli stabilimenti e il lavorio degli specialisti della seta. Un’immagine sbiadita, tenuta in vita dal Museo con rimandi fotografici per ricordare la magnificenza delle più grandi aziende tessili della città.

Non è un caso che la mostra di Lorenzo Riva sia ospite, fino al 31 marzo, di questi spazi. La mostra celebra cinquant’anni di attività esponendo abiti, bozzetti, rassegne stampa internazionali e per la prima volta sottolinea il genio eclettico dello stilista monzese attraverso le sue poco note ma incredibili collaborazioni.

Certo l’uso della seta che il maestro Riva faceva, dava vita ad opere di eleganza e sontuosità mai sovraesposte e sempre in linea con uno stile di autentica classe.

Abito verde, donazione al Museo della Seta

Preludio alla nuova esposizione è stato il dono al Museo di un abito di creazione sartoriale, un cappottino couture verde acceso con un fermaglio gioiello che mostra la voglia dello stilista di scostarsi dal suo stile classico, per sperimentare l’innovazione di una seta cruda, rigida, prodotta da una tessitura autoctona.

“L’occasione di costruire questa mostra è nata dalla donazione che il Museo ha ricevuto di un magnifico abito creato da Lorenzo Riva in occasione della presentazione dell’edizione dello scorso autunno di Tess, la rivista dedicata alla moda nel mondo e alla creatività comasca. Un abito sartoriale verde smeraldo, di una meravigliosa seta tecnica di nuova generazione della Tessitura Imperiali. Se aggiungiamo il forte legame che Lorenzo Riva ha sempre avuto per Como, dove sceglieva i suoi tessuti, da dove ha tratto la sua ispirazione e dove tornava per momenti di piacevole relax, tutto insomma ci è sembrato perfetto per celebrare la sua fama internazionale.”  Bianca Passera, presidente del Museo della Seta di Como, descrive così la scelta di dare spazio e voce ad una mostra che unisca la vena artistica dello stilista anche al cinema e all’arte.

Parlare di Riva non è solo raccontare di un protagonista della moda contemporanea ma è soprattutto descrivere una figura al limite dello sciamanico che ha segnato, anche con la sua personalità, le linee fondamentali dell’arte visiva, contribuendo a determinare il gusto e il senso artistico di un’epoca, che nel caso di Riva ha preso forma e aspetto negli abiti.

La produzione artistica di Riva dagli anni Sessanta ad oggi è una carrellata temporale su generi ed epoche in mutamento e l’allestimento della mostra verte proprio su questo: tracciare in senso compiuto l’avvicendamento storico del gusto e dello stile, il mutamento del gusto estetico della moda e della conseguente evoluzione stilistica.

Non solo il focus sulle singole opere prodotte ma una visione d’insieme di tutta la produzione per tracciare il senso artistico e storico della stessa.

Famoso in tutto il mondo per aver vestito le più prestigiose spose del Jet set internazionale, Riva è maestro indiscusso anche nel pret à porter, nei vestiti di alta moda e nei sensuali abiti da sera.

“I panni sporchi” di Monicelli del 1999, “Il tempo delle mimose “di Bracco del 2013 e “La migliore offerta” di Tornatore del 2015 sono solo alcuni dei lungometraggi dove Riva veste le protagoniste delle pellicole con i suoi straordinari capi.

Frequentatore attivo della cultura milanese tra gli anni Settanta, Ottanta e Novanta, Riva vanta numerose collaborazioni con grandi artisti contemporanei protagonisti del Secondo Dopoguerra italiano: la più prestigiosa, che si troverà in mostra, è quella con Mimmo Rotella, ideatore indiscusso della pop art italiana; alcuni dei suoi vestiti sono la rielaborazione diretta di celebri dipinti dell’autore dei décollage più famosi al mondo.

Un allestimento leggero e lineare, modulato sui toni del nero per fare emergere gli abiti, opere d’arte che scalfiscono lo spazio donando una catarsi ottica: sfondo e abiti si muovono dei riflessi dei pregiati tessuti e le vibrazioni creano un piacevole viaggio all’interno del mondo artistico di Riva. Pare di sentirne pulsare le tempie nell’atto della creazione, pare di essere all’interno del suo estro nell’atto stesso di essere espresso. E questo grazie alla collaborazione con L’Accademia Aldo Galli che ha realizzato un lavoro di analisi, selezione e catalogazione dell’archivio dello stilista: bozzetti, accessori, fotografie …non solo abiti. Questa puntuale attività di catalogazione è stata preparatoria per la mostra ma rappresenta una base concreta per un futuro sviluppo di un archivio permanente dell’attività creativa dello stilista.

Bozzetti collezione Vogue

La mostra di Riva, consigliata non solo a chi studia sartoria o moda, è un viaggio che nasce dal Museo e arriva alla narrazione dello stilista. Un itinerario prima storico, poi culturale, a tratti scientifico, poi economico, poi grafico fino ad arrivare alla poesia, quella che Riva racconta attraverso i suoi abiti.

100% pura poesia.

Ah… se il baco sapesse…

Daniela Ficetola

About the author

Daniela Ficetola

Daniela Ficetola studia Scienze dei Beni culturali all'Università Statale di Milano. Lavora da 15 anni nella comunicazione: ufficio stampa per Rai e La7, gestendo progetti editoriali innovativi come Gaz Magazine, Extra, Zero, La Piazza, Il Diario del Nord Milano, per poi approdare come libera professionista nel mondo della formazione e dell’arte. Nel 2009 crea NOlab Academy, innovativa accademia dedicata alle arti e ai mestieri. Nel 2012 fonda Who Art You? contest artistico internazionale annuale organizzato in collaborazione con il Comune di Milano, portando il progetto anche in Europa. Nel 2016 fonda Artbahnhof a Londra, agenzia di mediazione artistica che eroga consulenze organizzative ad artisti, musei e gallerie. Dal 2017 tiene il corso di Curatela e organizzazione eventi artistici.
www.artbahnhof.com / www.whoartyou.net
www.nolabacademy.com / www.nolab.it

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