Arte e Fotografia

Turner, il genio romantico per eccellenza

Per la prima volta a Roma le opere di Turner, grazie alla collaborazione fra il Chiostro del Bramante e la Tate di Londra. Un viaggio emozionale attraverso le opere più intime del celebre pittore inglese in un’ importante retrospettiva in corso fino al 26 di agosto.

TURNER. Opere dalla Tate è la mostra in corso al Chiostro del Bramante. Con oltre 90 opere provenienti direttamente dalla prestigiosa Tate Gallery, l’istituzione romana ospita una grande mostra monografica sul genio romantico per eccellenza.

Curata da David Blayney Brown, l’esposizione offre l’opportunità di ammirare un’esaltante selezione di lavori, ossia quelli non destinati alla vendita, in cui il pittore aveva potuto esprimere con maggiore libertà il proprio estro creativo.

Ma non solo: il corpus di opere meticolosamente estrapolato dal Turner Bequest – l’imponente lascito comprensivo di circa 30.000 lavori cartacei, 300 olii e 280 album da disegno e donato alla Gran Bretagna cinque anni dopo la morte dell’artista – ripercorre il percorso artistico di quello che fu uno dei massimi esponenti della pittura inglese dell’Ottocento, mettendo in luce l’influenza di Turner negli sviluppi delle successive generazioni di artisti.

L’esposizione ha il merito di far emergere i significativi studi portati avanti dall’artista sulla luce, il colore e gli effetti atmosferici attraverso un percorso, diviso in sei sezioni, che parte dalle opere giovanili fino ai lavori più maturi.

Risalta nell’allestimento l’inclinazione naturale del pittore per i viaggi, che per quasi trent’anni intraprese nel periodo estivo attraversando percorsi immersi nella natura. Immancabile in questo lungo peregrinare sul modello del Grand Tour fu il primo viaggio in Italia del 1820, durante il quale visitò Roma, Venezia e Napoli, considerato da molti un vero e proprio punto di snodo nella carriera di Turner per l’impatto che ebbe nelle sue sperimentazioni artistiche.

La fascinazione derivante dai numerosi stimoli ambientali incontrati nei suoi itinerari è la forza generatrice di una peculiare tecnica di pittura, basata su una prima fase di interpretazione visiva en plen air, documentata dai suoi album da disegno, alla quale seguiva un momento di rielaborazione nel suo studio inglese nei mesi invernali.

La mostra mette a fuoco l’evoluzione nella tecnica dell’acquerello – di cui Turner è considerato un maestro -, che offre l’opportunità di valorizzare il dinamismo della natura e filtrarlo attraverso la propria emotività. In particolare, analizzando il mutevole rapporto fra acquerello e pittura ad olio si entra in contatto con la personalissima pratica dell’artista, basata su sperimentazioni di mutuo scambio fra le due tecniche: di fatti, se prima Turner aveva cercato di far assomigliare gli acquerelli agli olii, in seguito invertì il processo, donando agli oli la trasparenza e i giochi di luce degli acquerelli.

Inoltre, l’esposizione mette in relazione l’opera di Turner con una serie di artisti successivi che ne hanno tratto ispirazione, come gli impressionisti, in particolare Claude Monet, ma anche altri maestri dell’era moderna, come Mark Rothko, Cy Twombly e i contemporanei James Turrel, Olafur Eliasson.

La scelta di incentrare la mostra Turner a Roma, dove da 50 anni non veniva organizzata una sua personale, non fa altro che rinsaldare la rilevanza dell’eredità culturale del suo lavoro nella nostra attualità, già peraltro esaltata recentemente dal biopic a lui dedicato da Mike Leigh, che fu presentato al festival di Cannes e ottenne quattro nomination agli Oscar, e dal Regno Unito, che ha dato il suo nome al prestigiosissimo premio per gli artisti più innovativi delle ultime generazioni.

La collaborazione fra Chiostro del Bramante e Tate ha dato vita a un itinerario esperienziale imperdibile, che informa il grande pubblico sull’incisività del lavoro dell’artista, un instancabile sperimentatore, che ha sviluppato una distintiva e personale maniera di dipingere, capace di restituire con le sue opere un’immediatezza che va oltre il tempo e le consuetudini.

Ginevra Ludovici

About the author

Ginevra Ludovici

Ginevra Ludovici è curatrice e dottoranda di ricerca presso l’IMT School for Advanced Studies di Lucca. Laureata in Economia e Management e in Storia dell’Arte Contemporanea, è membro fondatore del collettivo curatoriale CampoBase. La sua ricerca verte su programmi di pedagogia radicale e processi di auto-istituzionalizzazione nell’ambito artistico.

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