Il nastro adesivo come una sorta di “protesi urbana”, che muta, interseca, segmenta, sottolinea, valorizza, nasconde. Lo spazio aperto è ricco di fattori e di variabili, e intervenendo sulla realtà con lo scotch colorato si rischia di portarla in un’altra dimensione, dove la fantasia ha più spazio della concretezza. Il proseguo di una scala antincendio per salire sul tetto di un palazzo a New York, una porta, un televisore, un cartone di latte. Il nastro adesivo diventa simbolo di possibilità, di mondi ancora da esplorare proprio lì dove si pensava di aver conosciuto tutto. New York e Londra, ma anche Matera, Barcellona e altre città, diventano il teatro di installazioni effimere, come dovrebbe essere tutta l’arte: si crea, si distrugge, si ricrea, come una ruota, come un gioco.
Project by Silvia Forese / Photo Courtesy Silvia Forese
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