Arte e Fotografia

Silviogiovanni Viola: autocoscienza e crudeltà

Foto di Alberto Scandellari

L’artista emergente Silviogiovanni Viola si confronta per la prima volta in uno degli spazi più antichi di Venezia: La Scuola Grande di San Teodoro. Il giovane autore spoglia l’arte dagli schemi precostituiti per crearne una nuova, viva, che permetta a tutti di riconoscerla e riconoscersi.

Foto di Alberto Scandellari
Foto di Alberto Scandellari

 “Adoro gli esperimenti folli. Li faccio in continuazione

Charles Darwin

Il 19 Novembre è stata inaugurata la prima personale dell’artista emergente Silviogiovanni Viola presso una delle istituzioni più antiche della Serenissima, ovvero la Scuola Grande di San Teodoro. La mostra dal titolo “Autocoscienza e crudeltà: quando l’arte si mette a nudo“, sostenuta dal Guardian Grande Piero Menegazzi e allestita dall’architetto Bruno Lambiase, ricrea un percorso biografico, partendo da un testo scritto dall’artista stesso, nel quale si presenta “parlando” al singolo lettore allo scopo di creare un contatto diretto emotivo per annullare la relativa distanza fisica.

In questo modo Viola dà il suo benvenuto a tutti coloro che entrano, invitandoli a non limitarsi alla sola vista, ma anche ad usare il senso del tatto per comprendere appieno le sue opere. La possibilità di toccare con mano permette al fruitore di stabilire un rapporto più stretto con l’arte, soffermandosi su particolari che ad occhio nudo non si potrebbero notare.

Vedere un così nutrito corpus di opere esposte potrebbe portare ad un senso di confusione, ma non è così perché tutte sono caratterizzate dalla stessa intensità emozionale, che l’artista ha voluto esprimere affinché l’osservatore possa ricevere.

Foto di Alberto Scandellari
Foto di Alberto Scandellari

Il critico d’arte Federico Caloi durante la sua presentazione ha evidenziato una peculiarità ovvero l’assenza di legami ai grandi che hanno plasmato la storia dell’arte. Non ci sono riferimenti ad altri stili o rievocazioni e l’arte qui esposta è unica ed il suo creatore può essere quindi definito come il pittore del coraggio, il coraggio di esprimere il proprio io e proporlo agli altri con tratti decisi e colori vivi sperimentando vari materiali, tra cui la ceralacca.

Silviogiovanni Viola, essendo per l’appunto un artista fuori dagli schemi, ha voluto presentare un qualcosa di nuovo, un evento che rimanesse impresso nella mente cercando di eliminare il fattore della banalità. Ha scritto di suo pugno cinque poesie, lette e interpretate dall’attore teatrale Nicolò Rossi, dove l’ “io” poteva essere ognuno dai presenti. Le movenze della ballerina Alexandra Foffano hanno accompagnato la recitazione in una serie di coreografie guidate da una musica le cui note erano le parole, i cui ritmi erano i versi.

La vernice si è così trasformata in una performance artistica dove arte, teatro e danza si sono fusi dando concretezza a quella che noi definiamo “cultura”. I tre artisti hanno organizzato e ricreato un evento unico fin nei minimi particolari, eliminando ogni distanza ed ogni differenza tra chi crea arte e chi la percepisce.

Giovanna Aliprandi

Venezia, Scuola Grande di San Teodoro, San Marco 4810, dal 19 novembre al 29 novembre 2015. A cura di Silviogiovanni Viola e Bruno Lambiase

Foto di Alberto Scandellari
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About the author

Giovanna Aliprandi

Da sempre attratta dalle arti visive ed uditive, si interessa al mondo culturale spaziando dal cinema alla fotografia, passando per il fashion design.

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