Arte e Fotografia

Sandra Tomboloni | La fragilità degli ospiti

“Se niente importa, non c’è niente da salvare”

Jonhatan Safran Foer

La mostra di Sandra Tomboloni (Pelago, 1961) La fragilità degli ospiti. L’antispecismo come forma di sostanza e vita, a cura di Serena Becagli è visitabile negli spazi della Galleria Vannucci di Pistoia dal 20 settembre al 15 novembre 2020.Le opere, quasi tutte inedite, si concentrano su cicli tematici il cui raccordo concettuale giace nella fragilità.

La fragilità diventa  una virtù che si distacca dal suo canonico uso come vulnerabilità e diventa piuttosto indice di empatia, consapevolezza e sensibilità. Qualcosa di cui prendersi cura e conservare come estremamente raro e prezioso.

Partendo proprio da questo concetto la poetica dell’artista si sviluppa negli anni con l’uso di un medium di predilezione che è il pongo, elemento non strutturalmente richiamabile alle canoniche pratiche artistiche e che spesso viene solo ricollegato alle pratiche infantili. In questo caso diventa invece un supporto reale e ideologico di questa fragilità permeabile che, come il pongo, è sempre modificabile in ogni istante, mutevole e quindi ridefinibile nei contesti di inclusione ed esclusione.

L’artista crea un bestiario di colori primari in cui si articolano bassorilievi animali come effigi dell’importanza dello scarto, di ciò a cui viene data meno importanza in una società consumista. Secondo le teorie antispeciste a cui l’artista si appella, non vi è alcuna gerarchia fra animali e umani, ma vi è un rapporto rizomatico che nell’analisi specifica di Sandra diventa virtuoso.

Il riuso dell’oggetto è un’altra pratica comune nel lavoro dell’artista, come vediamo nelle opere/sedie: salvate dall’obsolescenza vengono aggiustate e reintegrate in un nuovo flusso, diventando simbolo di accoglienza e riposo e mostrandosi così animate da personaggi vari che diventano allegoricamente i custodi di questa nuova forma di ospitalità. Gli oggetti in questo senso hanno una loro vita, incorporati nelle pratiche del corpo e diventando soggetti sociali attivi che giocano cambiando i propri regimi di valore.

Il pongo diventa materia pura in queste opere che allegoricamente si richiamano a tematiche ampie giocando sulla simbologia dell’animale come nel caso del cane in Disubbidire al padre in cui si distorce la tipica fedeltà del cane per farne esemplare di disubbidienza, non tanto quella del cane, quanto lo stesso non ubbidire ai canoni sociali preimposti ma osservare con sguardo critico il mondo che ci circonda, facendo del nostro pensiero autonomo la linea guida vitale, come ha fatto Sandra nella sua costante fusione tra arte e vita personale. Il dittico azzurro, Intelligenza primaria, è dedicato all’astuzia del gatto e in qualche modo a una forma di intelletto che non è solo primario, come il colore, ma essenziale perché comporta il rispetto atavico dell’altro; Involuzione del primato è invece dedicato alla scimmia, di colore rosso, colore che solo i primati vedono, in cui si mette antropologicamente in discussione il concetto di evoluzione; mentre la coppia di bassorilievi bianchi, Purezza, è popolata da figure con il corpo umano e la testa di maiale, figure mitologiche antropomorfe che generano riflessioni su cosa ‘puro’ voglia dire, se esista davvero, o se ibridandosi si raggiunga l’unica forma di non giudizio verso il diverso.

Nei due bassorilievi monocromi, bianco e nero, con grandi cornici “barocche”, Carne della tua carne, si muovono animali eterogenei in cui sia la parte centrale che le cornici laterali hanno lo stesso rilievo e sono realizzate con lo stesso materiale uniformante, in cui tutto ciò che viene solitamente categorizzato come più o meno importante, si ribalta, come la cornice e il pannello, per mostrare la molteplicità metaforica di quello che per l’artista è il punto chiave: gli ultimi, lo scarto, gli emarginati. Siamo tutti fatti di carne, tutti con le stesse esigenze e lo stesso bisogno di cure. La carne, che è anche quella degli animali che vengono mangiati, non è alimento, ma motivo che sottolinea l’uguaglianza fra gli esseri viventi.

Francesca Biagini

 

About the author

Francesca Biagini

Curatrice indipendente,docente di evoluzione dei linguaggi visivi presso LaJetee Scuola di Visualstorytelling, assistente nel workshop per Fabbrica Europa “To be told”, ha collaborato a numerose mostre nella città di Firenze e all’estero, tra cui la mostra Urban Tracks presso il Vivaio del Malcantone con il collettivo artistico sloveno Brida.

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