Un Manuel Agnelli d’antan cantava che, nel bene e nel male, “Non si esce vivi dagli anni ’80”, mentre un ben più popolare Raf li evocava con nostalgia non appena varcata la soglia dei ’90: ma perché questo decennio è universalmente riconosciuto come uno dei più incredibili del vecchio millennio? Ecco 10 buoni motivi che rendono gli ’80 i più glam dell’era moderna.
Ebbene, è morto Luke Perry, e con lui, è stato abbondantemente e unanimemente detto, sono defunti tutti gli anni ’90. Ed è così che come in una psicosi collettiva, ci siamo ritrovati a celebrare il funerale di massa di quello che eravamo e che siamo destinati a seppellire in fretta tra i ricordi di gioventù. Ma chi porta il lutto per Dylan è perché ha in qualche modo attraversato ancora prima, seppure in modo tangente, gli ’80 ed i suoi fenomeni culturali. E’ infatti in questo decennio che si sono sviluppate per prime le idolatrie per i personaggi tv e per le pop star, ed è proprio questo decennio così luccicante e ridondante, che ha sdoganato trend e fenomeni che, ridimensionati e riletti, si sono tramandati sino ad oggi e hanno determinato le ossessioni e le manie a seguire, comprese quelle di oggi, che sembrano solo apparentemente lontane. Ma quali sono i 10 trend o episodi legati agli ’80 e che hanno fatto storia?
LA MODA
Non ha bisogno di presentazioni ed è di diritto al primo posto in questa classifica dei fenomeni di questo stilosissimo e “sciccosissimo” decennio. Quella degli ’80 nel bene e nel male è la Moda con la M maiuscola, continuamente e ciclicamente rievocata e riportata in auge con mille declinazioni anche dai designer contemporanei. Lustrini, spalline, fuseaux (che ora chiamiamo leggings sentendoci glamour e indossiamo in colori sobri, ma che allora dovevano essere sgargianti, metalizzati, fluo), stampe animalier, “cofane” tricologiche. Nessuno è passato indenne a questa esplosione di colore e di stile e tutti, ma proprio tutti quelli che hanno attraversato anche solo di striscio questo decennio, hanno qualche scheletro pronto a fare capolino dall’armadio oltre che qualche foto altamente compromettente negli album di famiglia. Paladino di questa rivincita del kitsch certamente Gianni Versace dhe in questo eccesso ha allegramente sguazzato, dando fondo al suo incredibile estro e convincendoci ad indossare l’inimmaginabile condito dall’assurdo.
L’ASCESA DI MADONNA
Dici moda anni ’80 e non puoi pensare istintivamente a Madonna, perché più della sua musica ha potuto il suo estro fashion, che si è certamente evoluto nel corso dei decenni, ma che è profondamente radicato in questi anni favolosamente kitsch. Pizzi, tutù, croci gioiello, cotonature, matite labbra, orecchini giganti, cerchietti per capelli e corpetti, questi gli elementi che ne hanno definito l’iconografia. Cosa farebbero le varie Miley Cirus e Lady Gaga senza l’irrinunciabile ispirazione di Madonna? I suoi eccessi nei fricchettoni ’70 sarebbero stati bruciati in piazza assieme ai reggiseni, ma negli opulenti ’80 definiscono la rivincita di una femminilità esibita, anche piuttosto tamarra, ma mai succube e sempre indipendente: uno stile “girl power” ante litteram.
IL GLAM ROCK/METAL
Motley Crue, Twisted Sisters, ma soprattutto Kiss. Se nei ’70 il glam era appannaggio di Bowie e co., negli ’80 si estremizza e contagia i più duri e puri che diventano, da un punto di vista scenico, i “Madonna” dell’hard rock. La maschera si fa grottesca, il trucco pesante e stropicciato, le chiome gonfie a dismisura, l’abbigliamento spesso fetish, un po’ Frank N Furter inspired, un po’ punk, che si scontra con ironia con le melodie heavy. Un perfetta interpretazione hard core della meravigliosa estetica ’80.
REAGAN PRESIDENTE DEGLI STATI UNITI
Se dopo l’elezione di Trump tutto sembrerebbe possibile, persino che a casa nostra il suo omologo italiano Briatore ne possa emulare le gesta tentando la scalata politica, (che Dio ce ne scampi), chi poteva mai immaginare fino all’inizio degli anni ’80, che un attore di seconda fascia, reso famoso da qualche particina in pellicole non proprio celebri e soprattutto in b-movie western, potesse diventare la vincente proposta repubblicana per addirittura due mandati presidenziali? Ma è il sogno americano, baby. Ronald Reagan arriva, quasi come una boutade a ricoprire la carica politica più importante del mondo nel 1981, ma ci rimane fino al 1989, scalzando Jimmy Carter ed incrinando l’egemonia democratica che aveva caratterizzato il precedente ventennio. Se come attore, dicevamo, non ha propriamente lasciato il segno, è appunto nella carriera politica che ottiene la sua rivincita, facendosi inoltre apripista per illustri successori, primo fra tutti una delle bandiere assolute del cinema anni’80, il massiccio Schwarzenegger. La sua presidenza è perfettamente in linea con lo stile opulento e spensierato degli ’80 che non a caso si identificano spesso nell’espressione “’edonismo reaganiano”, quella corsa generalizzata all’individualità e al raggiungimento del benessere e della soddisfazione personale che è così identificativa di questo decennio ricco e scintillante.
BLACK POWER
I Robinson, Michael Jackson, Il mio amico Arnold, Eddie Murphy: la rivincita black arriva negli ’80, gli anni dove tutto è possibile, a traino dell’esplosione nera anni ’70, Motown docet. In ogni ambito dello spettacolo si impongono con forza modelli “di colore”, normalizzando la presenza afro e le società multiculturali, figlie dei tempi e per troppi anni occultate dietro l’arrogante patina del sovranismo bianco. E non è quindi un caso che a chiusura di questo incredibile decennio si affacci sul grande schermo un certo Spike Lee, destinato a diventare già dal quel suo primo “Fa’ la cosa giusta” paladino black e baluardo della comunità afroamericana ormai universalmente riconosciuto.
L’AVVENTO DEI TELEFILM
Ora si chiamano “serie”, le cataloghiamo in stagioni e le divoriamo e poi subito archiviamo grazie alle molteplici piattaforme digitali, ma una volta erano i telefilm, e soprattutto le “sit com”, con tanto di risate registrate ed episodi auto-conclusivi che arrivavano quotidianamente o come appuntamento settimanale sulle nostre tv catodiche. Per la maggior parte raccontavano storie di famiglie, “tradizionali”, allargate, complicate, multicolore, ma trovavano spazio anche la fantascienza e l’azione, oltre che declinazioni più più soap opera oriented tipo Dallas o Dinasty. Il piccolo schermo veniva quindi invaso quotidianamente da una moltitudine di storie tra le più disparate, ed i telefilm schiacciavano per presenza i passaggi televisivi dei lungometraggi, un’egemonia nata dalla capacità persuasiva di quel rassicurante atto di coazione a ripetere che è insito nelle serialità, che favorisce l’empatia e la fidelizzazione, garantendo vita lunghissima al genere e ai suoi protagonisti.
LE HIT DEI CARTONI PRIME IN CLASSIFICA
E’ stato un fenomeno tipicamente italiano, ma esportato in molti altri paesi europei quello delle sigle tv, che in Italia in questo decennio spopolano, sull’onda della sempre verde Cristina D’Avena, e prima ancora di gruppi leggendari come i Cavalieri del Re o gli Oliver Onions. Si sperimenta, si crea, si compone, si va dal punk rock al melodico, ed il tutto parlando ad un pubblico adulto e quindi distaccandosi dal genere “per ragazzi” rappresentato dalla discografia in stile “Zecchino d’oro”. Lady Oscar se la batteva nelle hit parade con i mostri sacri della melodia così come i rocker emergenti come Vasco Rossi, in un cortocircuito irripetibile che ha fatto epoca e che ancora porta fiumane di nostalgici ad affollare i concerti della già citata D’Avena o delle band dichiaratamente rievocative come i Gem Boy.
I VIDEOGIOCHI
Questo decennio che pare del tutto votato al ludico, dove anche i cartoni animati diventano materia per tutti, è quindi evidente che sia stato il terreno ideale per l’affermazione del fenomeno dei videogames come arma di divertimento di massa. Nel corso degli ’80 subiscono una fulminante evoluzione, entrando e poi rapidamente uscendo dalle sale arcade e popolando quindi i nostri salotti. Grazie alla Nintendo Pacman e soci dilagano sulle tv casalinghe del mondo occidentale e le console si moltiplicano diventando il desiderio in cima alla lista dei regali di Natale per i ragazzini di mezzo mondo (e degli adulti di oggi).
CINEMA FANTASY
Il cinema certifica a suo modo questo clima fantastico ed incantato che domina negli ’80 infilando una serie di storie che hanno fatto epoca e appassionandosi quindi a tutte le sfumaturre del Fantasy: Labyrinth, i Goonies, Ladyhawke, Flash Gordon, Dune, La Storia infinita, il perturbante Il fantastico di OZ: il fantasy è davvero il genere più rappresentativo e rappresentato del/nel decennio della creatività per eccellenza come se in questi ’80, così estremi e fuori dall’ordinario, non si potesse raccontare la banalissima quotidianità, ma fosse necessario alimentare costantemente l’immaginifico.
LA FINE DELLA GUERRA FREDDA
Gli anni più eccessivi e mondani del ‘900 si chiudono con uno degli avvenimenti storici più epocali ed agognati, ma anche tra i più imprevisti della storia moderna. L’euforia degli ’80 rende tutto accessibile e possibile, ed così, in questo clima permeato di ottimismo e di distensione che si incrina il ghiaccio apparentemente perenne che avvolge i rapporti tra le due potenze mondiali USA ed URSS. Nonostante possa ormai sembrare anti-storico, vista l’attuale ritrovata tensione tra le due maxi potenze, gli ’80 si chiudono con una delle scene più pacifiche e cariche di speranza del secolo, quell’invalicabile muro che a Berlino cade sotto i liberatori colpi di una intera generazione. E’ la fine di un’epoca, quella della Guerra Fredda, ma è anche la fine di un decennio senza pari, al quale seguirà un’incessante chiamata alla compostezza e al rigore.
Gabriella Cerbai
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