Ha inaugurato sabato 21 luglio a Carrara, presso il CAP-Centro Arti Plastiche, la mostra fotografica Alpi Apuane, con testo critico di Simone Menegoi, personale dell’artista Primož Bizjak, organizzata dal Comune di Carrara in collaborazione con Galerija Gregor Podnar di Berlino. Per questa occasione le sale del museo ospiteranno sette foto di grande formato eseguite tra il 2014 e il 2017.
L’opera di Bizjak, realizzata con tempi di posa prolungati e con l’uso della tecnica fotografica analogica, è il frutto di una lunga esplorazione attraverso le Apuane alla scoperta di cave nascoste, alcune abbandonate, che vengono svelate agli occhi dello spettatore catturandone, gradualmente, l’attenzione. Il grande formato delle foto, fino a 3 metri di base, invita il fruitore a instaurare un rapporto meditativo con l’immagine, immergendosi e concentrandosi su dettagli quasi invisibili agli occhi.
Dimensioni, senso del colore e della composizione sono, nella serie Alpi Apuane, portati alle estreme conseguenze, evocando le incisioni del Piranesi, la pittura meditativa di Friedrich e, più vicini a noi, l’Espressionismo Astratto americano, l’Informale europeo e l’opera di Gerard Richter.
Uno scenario maestoso, sublime e neo-romantico, quello narrato da Bizjak che rapisce chi guarda e lo obbliga a un cambio di messa a fuoco che spazia dalla bellezza del paesaggio ai dettagli e alle sfumature che rivelano le tracce dell’intervento umano su un territorio da secoli fortemente segnato dalle attività estrattive: le sette foto in mostra presentano, così, un ritratto monumentale delle Alpi Apuane ma, al tempo stesso, denunciano la fragilità di un territorio a rischio di distruzione.
Nelle opere esposte Bizjak raggiunge un senso di immediatezza e di intimità con le Apuane, accentuata dal fatto che le foto non hanno subito alcun intervento di manipolazione digitale: è solo attraverso un’accurata selezione dei punti di vista dello scatto che l’artista ha elevato la realtà a un livello sublime e quasi surreale, dimostrando, in tal modo, che, se attentamente osservata ed esperita, la realtà è spesso più forte dell’immaginazione.
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