Preludio è un progetto a cura di Matteo Innocenti pensato per lo spazio Artforms di Prato, condiviso da Emanuele Becheri, Francesco Carone e Giovanni De Lazzari. L’elemento centrale è un’idea di libro: il libro come opera – e viceversa – che si apre a narrazioni ulteriori.
Tre libri-opera, specifici per le motivazioni e per le modalità che ne hanno comportato la realizzazione: è la stessa unicità dell’idea e della resa formale a collocarli in una zona liminare tra un termine e l’altro. Qui, sulla base di relazioni di sensibilità e di concetto, avviene il dialogo tra gli artisti.
L’orizzonte degli eventi di Emanuele Becheri (e Maurizio Cucchi) porta a confronto d’ispirazione reciproca il disegno e la poesia, in tensione rispetto a quella linea ideale prima/oltre di cui tutte le cose, e dunque anche l’arte, vengono generate.
Volta di Francesco Carone prende avvio dal ciclo di affreschi di Giotto per la Cappella degli Scrovegni di Padova, uno dei capolavori dell’arte occidentale, operandovi un’interpretazione che ne mette in rilievo le armonie di composizione.
Taccuino di Giovanni De Lazzari raccoglie intuizioni e riflessioni registrate dall’artista ricorrendo alla compresenza, in rispettiva autonomia, della scrittura e del disegno; processo aperto e tuttora in fieri.
La parola preludio vale sia per ciò che si esegue insieme, così da portarsi su un medesimo accordo, sia per l’anticipazione, in musica e per estensione in letteratura, di una storia a venire. Qui, nel piano d’insieme, si tratta di un progettualità “in comune” piuttosto che di una collettiva quale di solito la s’intende, se consideriamo che i libri-opera non vengono conformati alla costruzione di un discorso predeterminato, piuttosto sono essi stessi a costruire in tempo reale la serie eventuale e possibile di affinità e differenze, testimonianza composita delle reali dinamiche d’avvicinamento che sono intercorse tra i tre artisti.
Con differente prospettiva l’atto del guardare non si concentra solo su ciò che ha preceduto l’oggetto né solo sul suo presente mostrarsi, ma su ciò che gli potrà conseguire – nuove narrazioni per gli osservatori e per gli artisti stessi.
La mostra rimarrà aperta sino al 26 ottobre 2016 presso ARTFORMS via Genova 17/8, Prato
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