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A Prato non solo Pecci: parte “con | CONTEMPORANEO CONDIVISO”

Nasce a Prato .con | CONTEMPORANEO CONDIVISO, un progetto di rete tra spazi no-profit per il Contemporaneo con lo scopo di promuovere la valorizzazione del patrimonio culturale, in una logica di sviluppo coordinato del territorio capace di generare nuovi percorsi turistici e in dialogo diretto con la popolazione residente. Un’idea che mette al primo posto la produzione della cultura come strumento per arrivare a stabilire una comunicazione fra le persone, definire un rapporto fra cultura e sostenibilità urbana, costruire uno spazio dove i rapporti umani suggeriscono possibilità di scambio diverse da quelle in uso abitualmente.

Il network è stato promosso e concretamente sostenuto dall’Assessore alla Cultura del Comune di Prato, ed è stato voluto e ideato da realtà operanti già da tempo con proposte che hanno apportato negli anni alla città un valore aggiunto come luogo della contemporaneità con l’ospitalità di artisti nazionali e internazionali chiamati ad interagire con il territorio.

 

Un progetto elaborato tra 10 soggetti operanti professionalmente nel contemporaneo, 11 spazi (pubblici e privati) e una miriade di eventi di arte, fotografia, musica e performance, che scandiranno l’autunno pratese fino ai primi di dicembre. E’ questo il nutrito programma di .con CONTEMPORANEO CONDIVISO che prenderà avvio ufficiale nella città toscana con il primo evento in calendario dal prossimo 30 settembre.

Gli spazi e i soggetti coinvolti a oggi sono: Artforms, [chi-na], C.U.T. Circuito Urbano Temporaneo, Dryphoto Arte Contemporanea, Lato – MOO, Lottozero, Sedici, Studio MDT, Studio Corte 17, Kinkaleri_spazioK.

Per ottimizzare al massimo le risorse, saranno favoriti nuovi processi di confronto aperti e inclusivi tra i soggetti e con le istituzioni, avviando politiche culturali integrate capaci di fare spazio all’innovazione e praticare nuove forme di rinnovamento culturale, sociale, storico, urbanistico. In questa direzione diventa importante pensare a uno strumento operativo che possa durare nel tempo ed essere fruibile anche dopo la grande mostra di apertura del Centro Pecci, rimettendo al centro la cultura come motore di sviluppo sociale ed economico di questa città.

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Il progetto, inoltre, tende a valorizzare i “luoghi sensibili” del tessuto urbano: dal centro alla periferia prende avvio il racconto di una città, dei suoi abitanti e delle trasformazioni in atto, in cui i tradizionali ambienti di lavoro diventano luoghi di produzione culturale.

Molti degli spazi che ospiteranno le attività sono ex-opifici trasformati in studi e gallerie o autentici episodi di archeologia industriale, come la Ex-Anonima Calamai, che in questa occasione viene per la prima volta aperta al pubblico.