Ultimi giorni per visitare la mostra monografica dedicata al pittore trevigiano Paris Bordon 1500-1571. Pittore divino, allestita negli spazi del Museo Santa Caterina a Treviso. La mostra è curata da Simone Facchinetti, professore Associato all’Università del Salento, e Arturo Galansino, direttore della Fondazione Palazzo Strozzi a Firenze, promossa dalla Città di Treviso, dai Musei Civici Treviso e dalla Regione del Veneto. La produzione e l’organizzazione sono affidate a Marsilio Arte, che ne pubblica il catalogo. Intesa Sanpaolo è Main Partner dell’iniziativa.
Sono esposte 41 opere, dai più prestigiosi musei come la National Gallery, il Louvre, il Kunsthistorische Museum, gli Uffizi, i Musei Vaticani e l’Ashmolean, ma anche prestiti da gallerie di alto livello come la Galleria Canesso. La mostra ha avuto un enorme successo, di critica e di pubblico. Ciò che colpisce è l’eleganza e la sensibilità che i curatori e gli organizzatori hanno scelto nell’approccio espositivo. Il percorso ripercorre i grandi temi bordoniani: Eredità di Tiziano; Fortuna storica; Ritratti; Mitologie; Eros; Invenzioni di Paris; Quadri di devozione privata; opere devozioni e Pale d’altare. Interessante per il visitatore l’esposizione di documenti inediti, tra cui i cataloghi e fogli di studio delle due mostre allestite in passato sul pittore trevigiano.
Paris si forma a Venezia, a seguito della scomparsa del padre, sellaio di professione da madre veneziana (Vasari lo frequenterà nel 1566). Musico di formazione, si recò presso la Bottega di Tiziano già nel 1513, per cui si candidò alla sola età di 13 anni a dipingere la Battaglia di Spoleto in Palazzo Ducale. Quell’epoca, e quella città, Venezia era caratterizzata dalla morte di giganti dell’arte, come Giovanni Bellini e Giorgione, di cui Paris era un sommo estimatore. Nella sua fase giovanile osserviamo nelle sue opere una delicatezza, colori caldi e sinuosi che ricordano la sua formazione tizianesca. Ben presto, tuttavia Paris prenderà le distanze dal suo maestro e inizierà a viaggiare in cerca di nuovi lavori. Lo troviamo a Vicenza, Belluno, Crema, Milano fino alla corte di Francesco I a Fontainebleau, in Francia. Vasari ci descrive un uomo non incline a “far troppa servitù”, ossia ad evitare di “elemosinare” lavoro (Tiziano, al contrario aveva donato al re di Francia un ritratto). Uomo di una certa eleganza, per riprendere lo stile che aleggia per tutta la mostra e in tutte le opere del maestro trevigiano.
La raffigurazione delle donne e l’ideale della bellezza nei quadri di Paris sono due aspetti particolarmente significativi. Si tratta di una sensualità materica: si percepisce, si tocca con il pensiero il corpo femminile. Un corpo non solo idealizzato, sfumato, ma reale. I colori delle emozioni sui visi ma soprattutto sui décolletés della donna raffigurata trasmettono il calore di quella sollecitazione dei sensi al piacere. I colori predominanti di blu zaffiro e di bordeaux caldo nelle scene “avvolgono” gli occhi rapiti del visitatore, e allo stesso tempo suggeriscono dei punti di luce attirando l’attenzione di chi guarda, in antitesi ai colori freddi del resto della composizione. I corpi sono resi forti, vigorosi, monumentali, quasi androgini. La resa del carnato, di colore così latteo, tonico è in contrapposizione ai movimenti vorticosi delle pieghe degli abiti.

Nei ritratti di Paris troviamo raffigurati anche i sentimenti, come le pene d’amore, grazie all’aggiunta di un frutto tenuto in mano dal soggetto ritratto (per esempio un melangolo, un’arancia amara associata alle pene d’amore per l’acceso colore rosso, ma dal gusto aspro). Si specializza nel cosiddetto genere delle “favole”: storie che alludono agli amori coniugali, trasfigurati in quelli dei miti classici. Per esempio Marte, disarmato da Cupido che si arrende al potere seduttivo di Venere. Flora, moglie di Zefiro è l’allegoria della concordia coniugale e fecondità (soggetto raffigurato anche da Tiziano).
L’architettura ha avuto un ruolo importante nell’opera di Bordon: testimonia che conosce i trattati architettonici rinascimentali, in particolare Sebastiano Serlio e Jacopo Sansovino, condotti a Venezia dopo il Sacco di Roma.
Si evince, a conclusione che la figura del “pittore divino” Paris Bordon è di enorme importanza, non ancora di degna popolarità come il suo più conosciuto maestro Tiziano. Come ci suggeriscono i curatori la mostra è stata pensata per un pubblico vasto e costituita di opere selezionatissime.
Uno strumento di estrema raffinatezza è il catalogo, che fluisce come un racconto unico, non suddiviso in saggi e schede delle opere, ma come un unico discorso, con passaggi semplici e di facile lettura. Magnifica la carta scelta, che restituisce l’eleganza della pittura di questo sommo artista trevigiano. Non di minore importanza è l’accuratezza e la serietà gestita dall’ufficio stampa e dal team di comunicazione durante l’arco dei mesi della mostra, che è riuscito a proporre ad un pubblico vasto ed eterogeneo contenuti testuali e visivi originali, stimolando i visitatori e gli appassionati.
Eva Pugina