FMAV Fondazione Modena Arti Visive presenta, a partire dal 19 novembre 2021, Monitoring Control, una mostra di Paolo Cirio a cura di Marco Scotini, che si terrà nella sede espositiva della Palazzina dei Giardini fino al 31 gennaio 2022. L’opening della mostra sarà venerdì 19 novembre dalle ore 18 alle 20.
Oltre a raccogliere in un unico percorso espositivo un’ampia e coesa selezione di opere prodotte dall’artista negli ultimi dieci anni, la mostra si apre con una grande installazione, intitolata Iris, realizzata per l’occasione.
Tra i più attenti indagatori, in campo artistico, degli effetti della società dell’informazione, da circa 20 anni Paolo Cirio ha sviluppato una indagine puntuale sulla interrelazione tra infosfera e spazio del capitalismo globale, confluita in quello che lui stesso, in anni più recenti, ha definito realismo documentale. Mentre Paul Virilio sosteneva la derealizzazione del mondo per mezzo dei nuovi media, non era stato Hal Foster ad annunciare, fin dagli anni ’90, il ritorno del reale? Attraverso una serie di importanti lavori (otto dei quali presenti in mostra), Cirio ha cercato di dare forma visiva a tutte quelle forze che controllano e catturano le nostre esistenze (in modo pervasivo e violento) sottraendosi alla normale percezione e restando accuratamente celate pur operando alla luce del sole. In questo senso, realismo significa superare l’opacità costitutiva del mondo (economico, sociale, giuridico) contemporaneo. Non solo attraverso lo smascheramento di ciò che appare ma anche per mezzo di una modellizzazione di quello che rimane sepolto.
Per questo il titolo della mostra Monitoring Control allude ad un doppio monitoraggio: quello esercitato dal potere e, viceversa, quello che le soggettività sociali possono esercitare sulle forme di controllo, attraverso una presa di coscienza del fenomeno e una operazione antagonista. Monitoring Control, da questo punto di vista, è una sequenza espositiva dei sabotaggi alle forme securitarie e di sorveglianza che si apre e si chiude con la grande torre collocata nello storico vestibolo ottagonale della Palazzina dei Giardini. Con diretta allusione alla torre di controllo del Panopticon, la struttura è centrale e in luogo della postazione di guardia sono montate otto fotografie di iridi oculari e diversamente colorate, a formare una corona ottagonale di grandi dimensioni.
La tecnologia di identificazione mediante la scansione dell’iride dell’occhio umano è la più accurata in biometria, più delle impronte digitali e del riconoscimento facciale che fin dall’Ottocento aveva proposto l’antropologo britannico e eugenista Francis Galton. Questa tecnologia, che si sta diffondendo nelle più diverse regioni del mondo, registra giornalmente oltre tre miliardi di confronti. Attraverso il progetto Iris Paolo Cirio intende compiere una profanazione simbolica del dispositivo di controllo, proponendo “lenti a contatto” del futuro che possano offuscare l’identificazione ed eventualmente far cambiare identità al soggetto monitorato. Questo capovolgimento dell’asimmetria tra regimi visivi (tipica del Panopticon) è quella che ci emanciperebbe dal controllo, permettendoci di monitorarlo.

Tra le opere in mostra inoltre c’è il progetto Street Ghosts: qui Cirio seleziona immagini di passanti visibili su Google Street View stampandole a grandezza naturale. I poster sono ritagliati lungo i contorni e quindi affissi alle pareti degli edifici nel punto esatto in cui si trovavano le persone quando sono state fotografate. L’opera rievoca un conflitto sociale: i corpi umani spettrali appaiono come vittime del conflitto tra aziende, governi, cittadini e algoritmi sull’uso, la protezione e la proprietà dei dati pubblici e privati. Cirio, che ha già installato questi poster in oltre 50 città in tutto il mondo, ha realizzato in occasione della mostra a Modena quattro nuovi poster, affissi sia sui muri esterni di Palazzo Santa Margherita dove sono localizzati gli scatti della Google Car, tra Corso Accademia Militare, Corso Canalgrande e via Goldoni, sia dentro la Palazzina dei Giardini.
Sabotaggi alle catture urbane di individui anonimi da parte di Google Street View, appropriazioni illecite di profili Facebook, incursioni nei siti web di foto segnaletiche al fine di offuscare i volti di chi viene esposto come criminale oppure, all’opposto, creazione di database online per consentire l’identificazione di agenti di polizia francesi. Queste sono solo alcune delle tattiche messe in atto da Paolo Cirio che in quanto artista, hacker, attivista, non cessa di fare opera di profanazione: sottrarre al mistero (all’improfanabile) ciò che deve essere destinato all’uso sociale comune e che i dispositivi hanno catturato, come avrebbe detto Giorgio Agamben.
Nel corso della mostra sarà pubblicato un libro teorico, Monitoring Control, per Nero edizioni con scritti di Paolo Cirio, Christian Marazzi, Marco Scotini, Bruce Sterling e Nato Thompson. Dal 12 al 14 novembre 2021 Paolo Cirio sarà visiting professor della Scuola di alta formazione di FMAV, con un workshop che si terrà in Via Giardini 160 (info, costi e iscrizioni https://scuola.fmav.org/).
In copertina: PaoloCirio_MonitoringControl_PalazzinaGiardini_053_ph©RolandoPaoloGuerzoni_ph©RolandoPaoloGuerzoni