Nuova mostra alla Galleria Melesi di Lecco: Verranno giorni senza nome presenta diverse serie di lavori, alcuni già noti altri inediti, del giovane artista Nicolò Tomaini (1989).
Si parte con un’opera degli esordi, datata 2010 e intitolata Nuovi regimi; sulla tela è rappresentata una svastica con la “effe” di Facebook… qui ha inizio il racconto, senza presunzione di giudizio, della nostra società digitale.
Alcuni Black mirror (2017-2018), specchi senza funzione, diventano accattivanti icone di un ipotetico “profilo” di social network e, con la classica frase “upload your image” ci invitano a caricare la migliore immagine di noi, quella perfetta, quella spesso ritoccata… infedele.
Più ampio spazio è dato alla serie “Loading” (2016-2018) con una decina di opere che, in attesa di caricamento, ci invitano a riflettere sul consumo visivo d’immagini che ogni giorno facciamo giusto il tempo di una condivisione o di uno scrolling. Lo stesso vale per le ultimissime ricerche dove immaginarie schermate di YouTube o di Instagram sono congelate dall’artista impedendo il loro scorrere veloce sullo schermo di uno smartphone.
La ricerca di Nicolò Tomaini, con l’uso complementare sia di tecniche e materiali vecchi (tele originali dell’800, cornici antiche), sia di oggetti contemporanei (smartphone, tablet, trasferibili) vuole veicolare un messaggio che stimoli nell’osservatore uno spunto di riflessione sul consumo veloce delle immagini, dell’informazione e anche dei rapporti umani. Un messaggio che sia fruibile a tutti, “democratico” come lo strumento che abitualmente e ossessivamente consumiamo tra le mani.
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