Arte e Fotografia

Milano è anche Tropicale, nella scena indipendente

MEMECULT continua la sua indagine sugli spazi indipendenti che connotano la vivacità della vita artistica milanese. Questa volta abbiamo intervistato chi c’è dietro Agreements To Zinedine – ATZ, sul finire del loro primo progetto espositivo plllla plllla (maybe plants platform).

Sulla scia degli artists-run-spaces ma con un piglio decisamente privo di qualsiasi retorica ha aperto al pubblico lo spazio-studio di Agreements to Zinedine – ATZ con il progetto plllla plllla (maybe plants platform), sei episodi di narrazione sulla pianta, che si concluderà a febbraio. Ha inaugurato il 16 novembre con la presentazione del progetto, lo screening a cura di Pascual Sisto e la residenza di Sara Ricciardi, a cui si sono avvicendati di settimana in settimana Andrea De Stefani e Davide Zucco, Dossofiorito, Jonathon Keats, Marco Furlani e Jonathan Gobbi, Jacopo Miliani e Nanna Debois Buhl con i live di Canedicoda, Mario di Mauro, Supermoon, Matteo Nobile e Natalia Trejbalova (con Bellagio Bellagio), Invernomuto, Tropic Disco Sound System, e il talk “L’Estetica del Vasodi Ugo La Pietra.  Da gennaio lo spazio di plllla plllla (maybe plants platform) diventa luogo di confronto con pratiche esterne che funziona come formato di discussione e ricerca, iniziato con una mostra di Nicolas Sassoon a cura di Diorama e altri appuntamenti sino al decorrere di metà febbraio.

Installation View from Natura.EXE. Video full HD on Monitors, Color and Sound. Courtesy of Pascual Sisto and Agreements to Zinedine-ATZ, photo by Wu Rui
Installation View from Natura.EXE. Video full HD on Monitors, Color and Sound. Courtesy of Pascual Sisto and Agreements to Zinedine-ATZ, photo by Wu Rui

Insomma per tre mesi più che una mostra plllla plllla è una piattaforma di ricerca che ragiona sulla pianta, dalla sua declinazione domestica sino a una vera e propria tropicalizzazione. Lo spazio stesso di viale Forlanini 54 è stato trasformato con due rampe speculari che integrano le piante e ne nascondono i vasi, dando vita a un’atmosfera tropico-surreale in cui il contrasto tra elemento naturale e artificiale cortocircuita. Forse proprio questo elemento di vitalità, questo ambiente accogliente in cui per entrare bisogna togliersi le scarpe e già ci si sente un po’ a casa, che sfonda il paradigma di staticità da white cube e lascia da parte un’abusata estetica minimal, a rendere questo esperimento così riuscito. E forse c’è anche che dietro troviamo un gruppo di persone eterogeneo dai mondi dell’arte, dell’architettura e del design: abbiamo fatto una chiacchierata con Giampaolo Algieri, Dario Bitto, Sofia Bteibet, Andrea Cancellieri, Antonio Gramegna e Luca Petti.

Giulia Meloni: Chi è ATZ e come è nata la vostra collaborazione?

Agreements To Zinedine: Agreemets To Zinedine – ATZ è un’agenzia non costituita composta da artisti per artisti. Il nostro intento è stato, sin dall’inizio, di lavorare e portare avanti una ricerca condivisa sui processi di produzione dell’arte contemporanea, sfociando di tanto in tanto in discipline affini come il design o il suono.
La nostra collaborazione è nata sugli scalini di via della Madonnina in zona Brera, dove abbiamo sentito, a un certo punto, la necessità di dare alle nostre chiacchierate uno spazio, che abbiamo utilizzato perlopiù per giocare a ping-pong e sviluppare progetti aperti e collaborativi, dalla radice alla formalizzazione.

Installation View. Smash-Up Silverstone. Asphalt, Painted Wood (E. R. G.), Cardboard and Plexiglass. Courtesy of Andrea De Stefani and Agreements to Zinedine-ATZ, photo by Elena Radice
Installation View. Smash-Up Silverstone. Asphalt, Painted Wood (E. R. G.), Cardboard and Plexiglass. Courtesy of Andrea De Stefani and Agreements to Zinedine-ATZ, photo by Elena Radice

GM: Come è nata l’idea di plllla plllla?

ATZ: plllla plllla (maybe plants platform) è il primo progetto più a lunga gettata che ATZ abbia realizzato e funziona come piattaforma di ricerca sull’iconografia della pianta, nell’arte, nel design e, più in generale, nella cultura visiva contemporanea.
Questa tipologia di progetti è l’intento principale di ATZ ed è la modalità con la quale li realizziamo che sentiamo più significativa rispetto al lavoro in sé.
In tal senso plllla plllla (maybe plants platform) è nata da una serie di osservazioni sulla pianta da interno, che vedevamo sfociare fenomenologicamente in display in varie mostre, senza capire (noi) il reale valore di medium che la pianta stessa avesse.
Per queste ragioni, abbiamo pensato a un progetto dal quale ricavare una struttura narrativa capace di poter dare spunti simili a risposte, per poter avanzare, dopo, un discorso più generale, che vede la pianta come vettore di tematiche simili ad effetti collaterali.

GM: Qual è stata la parte più difficile nella realizzazione del progetto? E la più stimolante?

ATZ: Ad entrambe le domande si può forse rispondere con una sola battuta: organizzare uno spazio esaustivo, comodo e utopico che potesse incanalare un flusso di contenuti enorme in un lasso di tempo ristretto.
Questo lavoro è partito dalla progettazione e ri-modellazione del nostro spazio con due rampe che fungono da base per delle piante, le quali si innestano su un pattern visivo e di contrasto. Allo stesso tempo, la progettazione dello spazio ha lavorato su due caratteristiche importanti che supportassero sia il benessere delle piante in termini di luce e temperatura, sia delle sensazioni tattili, olfattive e visive che potessero rimandare a un luogo intermedio dove l’artificio è tanto assurdo quanto il controllo della natura.
Da questo punto siamo partiti a stalkerizzare gli artisti per invitarli da noi.

Bellagio Bellagio 4 Ur Plants (Performance). Courtesy of Natália Trejbalová & Matteo Nobile and Agreements to Zinedine-ATZ
Bellagio Bellagio 4 Ur Plants (Performance). Courtesy of Natália Trejbalová & Matteo Nobile and Agreements to Zinedine-ATZ

GM: Ora che plllla plllla sta per concludersi, è un progetto che pensate di portare avanti?

ATZ: Attualmente plllla plllla (maybe plants platform) ha concluso i suoi sei episodi narrativi che hanno analizzato altrettanti scenari di inclusione della pianta. Dopo gli appuntamenti di febbraio, daremo un assestamento ai contenuti, nell’ottica di organizzare una mostra/epilogo sul tema, prima di lavorare ad una possibile pubblicazione che contenga tutte le sfumature di verde (rif. A Maurizio Nannucci) osservate in questi mesi.
Dopo plllla plllla (maybe plants platform), ATZ si darà una mossa a fare altre cose sempre più ricche di collaborazioni.

GM: Come vi inserite nel panorama artistico milanese? Quali necessità avete osservato e come state rispondendo?

ATZ: Cercheremo di dirti cosa vorremmo fare e in base a cosa lo facciamo.
Milano è una città che assiste ciclicamente alla nascita di almeno tre spazi all’anno (tra run-space e artists-space) e ne vede chiudere altrettanti.
Abbiamo sentito, così, l’esigenza di lavorare lentamente, per cercare le risposte negli strumenti a nostra disposizione e partire da un basso profilo cercando di restare saldi alla nostra visione. Quindi, possiamo dirti di essere uno dei numerosi spazi, che alterna una mission di ricerca aperta, facendo leva su un network non solo locale, rimanendo più indipendenti possibili, almeno sino adesso, da pubblici finanziamenti e interessi.
Agreements To Zinedine – ATZ lavora per sviluppare i propri progetti, rilegando all’oblio il proprio percorso individuale e alla ricerca l’interesse collettivo.

(Speriamo di non essere stati menosi, ma in tal caso censurate le scritte con delle palme emoji)

GM: Buoni propositi per l’anno nuovo?

ATZ: Trovare un modo sincero e onesto per ringraziare tutti gli artisti che hanno partecipato, sviluppando un proseguo quanto più all’altezza delle aspettative.

www.agreementstozinedine.com

Giulia Meloni

Installation View. Untitled (extract from the book). Laser print on Cotton Paper. Courtesy of Nanna Debois Buhl. Detail. Dialogues and Conversation. Photos series on Frames. of Courtesy Jacopo Miliani and Agreements to Zinedine-ATZ, photo by Elena Radice
Installation View. Untitled (extract from the book). Laser print on Cotton Paper. Courtesy of Nanna Debois Buhl. Detail. Dialogues and Conversation. Photos series on Frames. of Courtesy Jacopo Miliani and Agreements to Zinedine-ATZ, photo by Elena Radice

 

About the author

Giulia Meloni

Nata a Cagliari nel 1990, migra a Roma dove studia progettazione e arti applicate; approda poi a Milano, specializzandosi in critica e curatela per l’arte.

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