85 gallerie in esposizione e oltre 25.000 visitatori: MIA Photo Fair chiude l’edizione 2019 con un bilancio più che positivo. La fiera di fotografia si conferma quale punto di riferimento in Italia e non solo, considerando la presenza di gallerie d’arte provenienti da 12 Paesi europei e 4 extraeuropei.
Oltre a queste, MIA ha ospitato per la prima volta la sezione “Beyond Photography” dedicata a gallerie dal respiro internazionale non specializzate in fotografia, ma che propongono artisti la cui ricerca va oltre il mero strumento fotografico. Confermata anche quest’anno inoltre “Proposta MIA”, la sezione che consente a fotografi selezionati dal Comitato Scientifico di esporre in modo indipendente. Nella 3 giorni di Fiera (dal 22 al 25 marzo 2019), l’area talk ha proposto dibattiti, presentazioni e focus sullo stato della fotografia contemporanea.
Oltre all’indiscussa qualità di alcune gallerie presenti come MC2 Gallery, BoxArt, 29 Arts in Progress o Valeria bella, solo per citarne alcune, ecco cosa ci ha colpito di più.
I GIOVANI E LA RICERCA >>> Chi visita MIA, a volte lamenta la presenza non solo delle solite gallerie d’arte, ma anche degli stessi autori se non addirittura delle stesse foto. Largo ai giovani e alle novità, verrebbe da dire, e in effetti qualcuno ha ben recepito il messaggio. È il caso di Still Young, progetto di Alessandro Curti che a Milano promuove “giovani artisti e creativi capaci di raccontare storie attraverso una progettualità originale”, mission a pieno rappresentata attraverso i racconti immaginifici di Giacomo Infantino, Alice Caracciolo e Cemre Yesil e Roselena Ramistella che dialogano molto bene tra loro, sia per coerenza visiva che contenutistica.

Coraggiosa e per questo da premiare la scelta di Traffic Gallery di Bergamo che propone “Appleby” di Mattia Zoppellaro. Il reportage senz’altro spicca tra le diverse proposte degli stand ed è quasi impossibile sfuggire allo sguardo delle due ormai iconiche gemelle rom.

LA MOSTRA DEI COLLEZIONISTI >>> Per una Fiera il cui obiettivo è far convergere acquirenti, collezionisti, fotografi e gallerie nello stesso luogo, realizzare un progetto espositivo capace di raccogliere fotografie d’autore provenienti da importanti collezioni private sembra essere la felice conclusione di un percorso portato avanti nel tempo con impegno e dedizione. Oltre alla possibilità di vedere scatti di Larry Clark o Fontana, molto interessante leggere le motivazioni che hanno portato i collezionisti a prediligere determinate fotografie: che sia frutto di un colpo di fulmine o di un pensiero ragionato, il rapporto tra collezionista e opera resta comunque un legame inscindibile.
CODICE MIA >>> Anche quest’anno Codice Mia ha consentito a 30 autori di confrontarsi direttamente con fotografi, curatori e collezionisti tramite letture di portfolio: un’occasione unica e di grande crescita in un momento storico in cui è sempre più difficile intercettare professionisti del settore in modo autonomo. Il premio di 7000 euro per il migliore portfolio è stato conferito a Maja Daniels perché “la sua ricerca sul linguaggio della tradizione degli Elfi è risultata in un perfetto equilibrio tra espressione fotografica e ricerca etnologica. L’artista è stata capace di attraversare le discipline, utilizzando immagini d’archivio insieme a visioni contemporanee”. Secondo classificato Luca Locatelli, menzione d’onore per Giulio Di Sturco.

GLI ALLESTIMENTI >> L’allestimento più sobrio ed elegante lo assegnamo alla Kourd Gallery di Atene: nel suo stand campeggiano (solo) 7 foto di grande formato dell’autore Andreas Theologitis che nei suoi ritratti sovrappone alla sinuosità dei morbidi corpi femminili, la geometria architettonica attraverso giochi di ombra e luci.
Laura Tota
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