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MEMEnto n. 3 | {Andrà tutto… [counseling]}

Andrà tutto bene – Only Good Vibes – Think Positive – Yes, We Can […] (!)

La comunicazione è diventata un enorme centro di counseling, pieno di slogan che inneggiano alla positività, allo stare bene, alle buone vibrazioni e al presunto potere imbattibile dell’essere umano.

Eh già, il counseling. Termine derivante dall’inglese to counsel che significa «consigliare», il counseling è la versione abbreviata e new age del percorso psicoanalitico.

Abbiamo un problema? Bene, non andiamo troppo a ritroso attraverso una lunga e tortuosa terapia, non addentriamoci in noi stessi per ravvisare un possibile telos dell’esistenza. Piuttosto, troviamo una soluzione rapida, un bell’antidolorifico estemporaneo senza visione d’insieme, un Brufen dei tormenti mentali che riesca lì per lì a darci l’illusione di una risoluzione del malessere.

Affidiamoci, quindi, ad un influencer dell’anima. Qualcuno che ci dica, appunto, «Andrà tutto bene», «Credi in te stesso», «Pensa positivo» [con tutti gli inglesismi vari ed eventuali].

Da quando la formazione psicoanalitica è stata bandita ai filosofi {pare, per eccesso di narcisismo}, molti hanno deciso di diventare counselor. Uno dei padri della filosofia occidentale, Socrate, non era forse il primo counselor della storia, che esercitava la filosofia come dialogo e cura dell’anima umana? La risposta è… no.

Anche se la trasposizione della figura socratica nei dialoghi platonici lo fa apparire come un maestro che fa sostanzialmente sermoni agli interlocutori, Socrate paragonava la sua attività intellettuale a quella della madre, la levatrice Fenarete. La sua filosofia era un’arte maieutica: mentre i sofisti (a cui si contrapponeva) cercavano soltanto di soddisfare superficialmente le persone – come degli chef con cibi buoni, che però possono anche far male al corpo –, Socrate voleva tirar fuori dagli esseri umani la loro vera e personale essenza, procurando anche dolori se necessario. Tant’è che, dopo aver «richiamato la filosofia dal cielo alla terra» [come disse di lui Cicerone] ed essersi occupato di esistenza umana e sociale per tutta la vita, morì suicida per evitare una condanna a morte.

Alla fin fine, andrà tutto così, MEMEnto mori.

Pericolo di guerra nucleare, crisi climatica, pandemia, disagio psicologico grave dilagante soprattutto tra i giovani, femminicidi, razzismo, omofobia.

Andrà tutto… male o, almeno, solo relativamente bene e in modo effimero, perlopiù. Narcotizzati dal trend topic del momento, come l’Eurovision Song Contest.

Allora lasciamoci con un pensiero del filosofo Blaise Pascal (1623-1662) che esemplifica perfettamente l’opposto del motto odierno Only Good Vibes:

«199. Si immagini un gran numero di uomini in catene, tutti condannati a morte, alcuni dei quali siano ogni giorno sgozzati sotto gli occhi degli altri; coloro che restano vedano la propria sorte in quella dei propri simili; e guardandosi l’un l’altro con dolore e senza speranza, aspettino il loro turno. Questa è l’immagine della condizione umana.»

Rifletteteci (!)

{tra parentesi graffe, sempre}

Alessandra De Bianchi

[versione video dell’articolo]:

About the author

Alessandra De Bianchi

Classe 1984, due figli maschi, un gatto, un marito e una laurea magistrale in Filosofia. Lavoro: scrittura e correzione testi su commissione come libera professionista, per chiunque ne abbia bisogno. In passato: galleria d’arte, casa editrice e ufficio stampa, collaborazioni come editor, organizzazione eventi e partecipazione come autrice al romanzo In territorio nemico, minimum fax 2013.