La decima copertina di Memecult è dedicata a Ren Hang, artista che ha deciso di lasciarci lo scorso 24 febbraio 2016 all’età di 29 anni, nella città di Berlino dove ormai viveva da anni. Nato nel 1987 nella provincia di Jilin, nel nord est della Cina, si avvicina alla fotografia da autodidatta durante gli anni universitari ritraendo, nell’intimità di una stanza, amici, conoscenti, il suo compagno.
Fotografo di una nudità senza mezzi termini, senza finzioni fotografiche, senza pretese intellettuali o significati reconditi. Semplice, naturale, raccontata così come appariva ai suoi occhi. Il contrasto di labbra e unghie rosse col pallore etereo dei corpi, l’ambientazione per lo più scarna come le pareti bianche della sua stanza-studio o i tetti, il buio di un bosco, il fiume, e l’associazione costante di un frutto, un animale, una pianta. Il nudo come possibilità di trovare la “reale essenza delle persone”, diceva. Corpi al limite dell’essenzialità, in bilico, che danno mostra di una nudità non tanto esteriore quanto interiore, senza pudore. Ren Hang non aveva l’intento di scardinare tabù, ma neppure di lasciarsi limitare da questi.
Largamente censurato in un regime che non permette simili forme di espressione, più volte arrestato, era sostenuto e apprezzato all’estero e da altri artisti come Ai Weiwei, con cui ha collaborato, tra l’altro, al progetto Fuck Off che ha dato voce ad artisti emergenti censurati in patria. Ren Hang non era però mosso da forme di dissidenza e provocazione politica; la sua era la più naturale e libera espressione che sentiva di saper produrre e in grado di procurargli felicità nei confronti dell’esistenza. Non amava neppure essere chiamato artista, “non mi piacciono gli artisti che ricercano fama e successo, preferisco non chiamarmi artista ma dire solo che scatto foto”.
La poetica delle immagini di Ren Hang passava anche attraverso le parole: sul suo sito restano – oltre ai suoi lavori fotografici – poesie, note, appunti pubblicati quasi quotidianamente, dove questa volta a nudo c’era la sua interiorità.
“the moon will not disappear
the sun will not
disappear”
Sandra Branca
Sandra Branca
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