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Memecult ospita Massimo Uberti

Spazi creati, contornati, disegnati dalla luce. Un gesto e un concetto poetico che Massimo Uberti (Brescia, 1966) utilizza per costruire architetture utopiche, luoghi per “abitanti poetici”, come lui stesso li definisce.

Tubi di neon, spesso utilizzati come medium da diversi artisti contemporanei, delimitano e creano uno spazio, un oggetto; danno vita a un contrasto tra illuminato/oscuro, dentro/fuori, vuoto/pieno. Con questo segno Uberti traccia le linee che compongono uno scrittoio, una sedia, una stanza, una porta, un’abitazione, un varco, un’apertura nello spazio indefinito.  Evoca luoghi ideali, vuoti ma che nello stesso tempo sono un ambiente  dell’interiorità.

Altre opere create con l’utilizzo del neon sono Spazio Amato (2009),  Altro Spazio (2011), Abitare (1999),  visibili qui.
Massimo Uberti si dedica prima alla pittura, poi alla fotografia, infine all’installazione; è Docente di Pittura e Arti visive presso l’ Accademia di Belle Arti Santagiulia a Brescia, dove vive e lavora.

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Evanescenza, 2008
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never off
altro-spazio
Altro Spazio, 2011
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Drawing of a drawing 2, 2014
stud2
Uno studio, 2003
varcogrande
Varco
stanza
Senza fine, 2006
Loved Space
Loved Space

About the author

Sandra Branca

Delle parole amo la sintesi, il nonsense e le immagini.
Prima scrivo, poi faccio anche altro.

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