Interviste

MELANCHOLIA RIDENS | Conversazione con Marta Della Croce

Marta Della Croce è un’artista toscana, la sua pittura è “Melancholia” ma allo stesso tempo ironia, un’ironia aspra, luciferina e inquietante, con cui l’artista stessa si confronta con i propri limiti e debolezze umane, sorridendone amaramente. Ma anche toccando il fondo di una lucida verità.

Intervista a cura di Maria Rita Montagnani

MRM- Marta, tu dipingi da decenni, passando per varie correnti ed esperienze, ma rimanendo sempre te stessa, artisticamente riconoscibile ed espressivamente forte. Personalità o destino?

MDC- Il carattere è il destino, no? Nella prima parte della vita basta la genetica, nella seconda basta l’anima.

MRM- In fondo il destino è già insito nel tuo cognome…è una croce l’arte?

MDC- Già, croce e delizia, ma più la prima che la seconda.

MRM- Alla pittura non basta una vita, quella del pittore, tant’è che se ne inventa altre cento, mille. Sei d’accordo?

MDC- Mah, guarda, è manna se ne vivo una!

MRM- Perché la pittura? Si sceglie o si è scelti da essa?

MDC- Mi è sempre piaciuto volare, ma poiché non ho le ali ho sempre preferito quelle dell’anima e con la pittura la mia fantasia ha spiccato il volo.

Marta Della Croce, “Mi piange il cuore”

MRM- Se la malinconia favorisce una condizione creativa, la tua ti è sempre necessaria?

MDC- Direi di sì, ma insieme alla malinconia mi accompagna spesso l’ironia, dove la prima ti getta nelle profondità, l’ironia ti raccoglie.

MRM- Come fa un artista a sentirsi tale? Cosa dentro di lui gli dà una conferma così fondamentale?

MDC- Chi non ha attraversato il dolore non è un artista.

MRM- Il tempo e la memoria sono alcuni dei tuoi temi ricorrenti, cosa rappresentano per te?

MDC- La vita è talmente breve che tramite la memoria cerco di fermare il tempo. Anche se questa è un’illusione, ma tanto basta per lenire la sua inquietudine.

MRM- “La vita, la morte, sono una grande distesa di niente, a cosa vale avere, non avere?”. Meglio essere?

MDC- La risposta è già nella domanda. Al banchetto della vita ognuno deve essere il sacrificio di se stesso. Se uno “è” ma non ha, è bello ma è un problema, così come chi “ha” ma non è. Perciò l’unica soluzione, prima che il tempo si fermi, sarebbe quella di essere avendo.

Marta Della Croce, “La scatola d’oro”

MRM- L’infanzia di un artista è secondo te come tutte le altre? La tua com’è stata?

MDC- La mia infanzia continua tuttora.

MRM- Cosa pensi dell’attuale situazione dell’arte? È tutta arte quella che si vede in giro?

MDC- Non ci sono tante opere che mi danno uno scossone (quelle sono rimaste nei musei), comunque uno è libero di fare ciò che vuole. Certe opere d’arte ossigenano l’intelletto e purificano. E certe altre stimolano il colon. Una volta ho visto fare un disegno sulle chiappe di una persona. Che estro.

MRM- tu sei una pittrice figurativa, parti sempre da un’immagine, da un pensiero o una visione?

MDC- Prima viene una visione ancora un po’ informe, dopo il pensiero inizia a lavorare su questa visione come fosse creta e infine l’immagine piano piano prende vita. E invece certe volte sembra che sulla tela ci sia già tutto quello che vuoi fare, e tu diventi come lo strumento per realizzarla.

MRM- Si diventa artisti quando non si suonano più i tasti di una vita normale…

MDC- Sì è vero, dalla normalità non nasce nulla.

Marta Della Croce, “Tanto poi ritorno”
MRM- Oggigiorno chi ha davvero talento (che sia artista o poeta) sta rintanato nella sua ” bolla”. Perchè secondo te?

MDC- Perché stare nel proprio mondo preserva se stessi. E poi si può essere come dice Pirandello, uno, nessuno, centomila.

MRM- Cosa cattura maggiormente la tua curiosità riguardo agli esseri umani?

MDC- Li osservo come fossero alieni. Che poi anch’io potrei essere un alieno tra gli alieni.

MRM- Un luogo ideale che coincide con il tuo mondo

MDC- La mia casa. La mia tana.

MRM- Il silenzio, lo spazio, il buio, la luce, che posto occupano nella tua pittura?

MDC- La mia pittura è l’insieme di questi quattro elementi.

MRM- Un tuo bellissimo dipinto di alcuni anni fa, s’intitolava “melancholia ridens”, è un tuo ritratto interiore?

MDC- Sì, perché se non avessi questo sentimento, la malinconia, non solo non potrei esistere ma neppure esprimermi.

MRM- Cosa temi di più nella vita?

MDC- La vita.

MRM- Tre parole per definire la tua pittura.

MDC- Non sono mai soddisfatta di ciò che faccio. Otto parole, tre non bastavano.

MRM- Trovi che nell’arte la vita e la morte siano due universi comunicanti?

MDC- Certamente. Sono come due sorelle che si scambiano le scarpe.

MRM- Per dipingere non basta la pittura ma ci vuole anche…

MDC- Forza, energia, immaginazione…

MRM- Per concludere, Marta, mi hai detto tutta la verità, nient’altro che la verità?

MDC- Tutto quello che ho detto è il contrario. E anche il contrario è il contrario del contrario, per cui…Poiché due negazioni affermano, ho detto la verità(?).

Maria Rita Montagnani

In copertina: dettaglio dell’opera di Marta Della Croce, “L’angelo caduto”

About the author

Maria Rita Montagnani

Critico e curatore d'arte indipendente. Da anni impegnata nella valorizzazione e nella diffusione dell'arte contemporanea nel territorio italiano, ha presentato numerose mostre, curando artisti in eventi nazionali e ha realizzato (in sedi pubbliche) progetti artistici e culturali di cui è anche autore.