Un talent show televisivo, MASTER OF PHOTOGRAPHY – il primo europeo – probabilmente, il primo di una lunga serie di rivoluzioni mediatiche che – vedendo sempre più il pubblico fruitore entrare in sinergia con il mondo del visibile, è riuscito a sviluppare un percorso didattico tra i singoli partecipanti in insolite classroom.
Al programma è stata dedicata la mostra Master of Photography Exhibition, voluta da SkyArte HD in collaborazione con la Fondazione Bevilacqua La Masa, curata da Filippo Maggia (Direttore della Fondazione Fotografia Modena), e che è stata inaugurata venerdì 9 settembre, presso la Fondazione Bevilacqua La Masa, (ex Procuratorie) in piazza San Marco a Venezia.
La mostra ha presentato ed individuato una selezione dei particolarissimi scatti realizzati dai dodici concorrenti nel corso degli otto episodi televisivi mandati in onda su SkyArte HD. Tutti i lavori esposti si sono contraddistinti per essere riusciti ad essere originali, innovativi e concettuali.
In mostra gli scatti di Gabriele Micalizzi (Italia), Gina Soden (Gran Bretagna), Lanka Perren (Francia), Laura Zalenga (Germania), Marta Lallana Garcia (Spagna), Neal Gruer (Gran Bretagna), Rupert Frere (Gran Bretagna), Sebastian Siebel (Germania), Yan Revazov (Russia), Dragica Carlin (Croazia), Hongwei Tang (Austria), Mary Stuart (Italia).
Un viaggio per episodi, otto per l’appunto, che sono serviti a poter individuare la traiettoria di viaggio prescelta dai concorrenti/fotografi: Roma, la grande bellezza; Berlino Nightlife; Il nudo; Ritratto d’attore; Londra Backstage; Natura e paesaggio; Casa dolce casa; Viaggio in Europa.
Temi interpretativi e di ricerca che hanno visto i concorrenti confrontarsi tra narrazioni di immagini atte a svelarne la substanza, la materia, la fisicità, la trans-medialità, dal loro ‘punto di vista’.
Nella prefazione del catalogo edito da Skira, nei seguenti termini si esprime il curatore:
‘Il linguaggio delle immagini, nel nostro mondo contemporaneo, domina al punto di superare quello delle parole, caricandosi dunque di enormi responsabilità per l’immediatezza e la facilità con cui viene trasmesso e recepito: ecco allora come Master of Photography può, proprio perché diretto al grande pubblico, divenire uno strumento per una giusta e consapevole fruizione’.
Una fruizione del non luogo, dello spazio ripristinato, così come era accaduto, per certi versi, dal punto di vista fenomenico in Italia dal 1960 al 1968 con il programma televisivo RAI ‘Non è mai troppo tardi’, condotto da Alberto Manzi. Se l’alfabetizzazione della parola, ad oggi, la si vuole intendere esaurita, ci accorgiamo come le precarie parole – spesso nonsense – che dirompano sui social media sono causa di una mancata alfabetizzazione sull’immagine.
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