A distanza di qualche mese dal successo di Straperetana, la galleria Monitor di Roma propone un’edizione natalizia del progetto. Ad aspettarci tante pecorelle firmate Fondazione Malutta.
Dal 7 dicembre, nei giorni che fanno da preludio alle festività natalizie, si svolge a Pereto (AQ) Maluttaklaus, evento organizzato dalla galleria romana Monitor in collaborazione con il collettivo artistico Fondazione Malutta.
L’evento si lega al precedente Straperetana, con cui condivide la curatela di Saverio Verini e l’ambientazione nel piccolo borgo di Pereto, uno dei primi comuni abruzzesi oltre i confini laziali, a pochi passi da L’Aquila.
Straperetana è stato un progetto di rivalutazione di Pereto che ha visto coinvolti 15 artisti, chiamati a interagire con il luogo, le persone e la storia del paese. Dopo il successo della prima edizione svoltasi quest’estate, Paola Capata e Delfo Durante, ideatori del progetto, hanno voluto omaggiare nuovamente la provincia aquilana con un evento dedicato al Natale.

L’intervento artistico si è concretizzato in una passeggiata per le vie del paese in compagnia degli artisti Thomas Braida e Valerio Nicolai, rappresentanti per l’occasione della Fondazione Malutta, che hanno porto in dono agli abitanti di Pereto centinaia di sculture rappresentanti pecorelle, alcune destinate agli interni delle abitazioni, altre disseminate lungo le strade e sugli usci delle case. Alla fine del periodo natalizio i peretani potranno tenere le pecorelle realizzate ognuna con vari materiali e di grandezza diversa.
L’intento della Fondazione Malutta è quello di accendere i riflettori – in maniera scanzonata e goliardica – su uno dei protagonisti del presepio tradizionale, spesso trascurato e utilizzato come riempitivo della rappresentazione figurativa religiosa.

Nel gesto spontaneo e genuino del dono vi è la volontà di ringraziare con queste strenne natalizie la comunità del luogo che, a partire dalla prima edizione della straperetana, ha accolto con curiosità e benevolenza artisti e organizzatori dell’evento.
A un occhio attento è possibile scorgere ancora alcuni interventi artistici del passato evento estivo, come ad esempio la stanza dorata di Maria Teresa Zingarello installata in una casa abbandonata e visibile dallo spioncino della porta o le istallazioni ambientali di Calixto Ramírez. Questi interventi creano uno strato nella memoria condivisa del paese che trascende dalle dinamiche interne di un piccolo comune di provincia e innesta in esso una rinata vitalità. Tracce che si intrecciano con le storie di chi quei luoghi li abita, di chi quelle strade le percorre ogni giorno.
Menzione speciale va alla galleria Monitor che con accortezza e decisa lungimiranza sta ponendo le basi per un decentramento del sistema artistico contemporaneo romano. Questo processo permette la decompressione della bolla autoreferenziale che si sviluppa negli ecosistemi artistici delle grandi città (nondimeno la Capitale) e instaura un reciproco dialogo con la provincia. Rapporto che da una parte offre autenticità e nuovi spunti di ricerca artistica, dall’altra permette ai luoghi periferici esposizione diretta alle più recenti offerte artistiche e culturali.
M. Maddalena Di Caprio
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