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L’uomo nero / Dinamiche dell’immaginario #7 – Le voci del sangue

Di tutto quanto è scritto io amo solo ciò che uno scrive col sangue.
Friedrich Nietzsche
Il sangue è il padre di tutti gli umori.
T. Salvi
(Il chirurgo, trattato breve – 1650)

Il sangue e il tempo. Il sangue è tempo. E’ proprio qui il miracolo, perché il fluido vitale scorre, permettendo alla nostra intera esistenza quella dinamica che le macchine non possono del tutto raggiungere, in quanto a fluidità e imprevedibilità, almeno sino a oggi. Lo scorrere non è pura esecuzione meccanica, ma processo organico complesso, connesso a temperamenti, sbalzi, straripamenti, cicli interni ed esterni. Consanguineità, ascendenza, discendenza, potenzialità, diritto, parentalità, origine, incrocio, carattere, razza. Buon sangue non mente. Il sangue reale. Fluidità biologica, proprio del tutto simile al pensiero, il sangue è materia instabile, agitata, fondante, sensibile. Lega, trasporta, comporta, racchiude, rovina, ricorda, identifica, maledice e salva.

Tavoletta in piombo di provenienza greca (2400 anni fa)con maledizione attraverso il sangue e le ceneri

Il sangue sin dal Paleolitico superiore è stato alla base delle esperienze fondanti per l’essere umano. Dal mestruo femminile, alle ferite inferte dal mondo selvaggio attorno e ancora al sangue delle prede. Col passare del tempo la colorazione rossa di alcune figure connesse alla dea madre e i riti di iniziazione determinarono l’assoluto protagonismo del sangue nell’ambito del sacro. Molti studiosi affermano inoltre che già nel  Neolitico il sangue appartenesse agli dei e per questo sia stato utilizzato in sacrifici, rituali invocativi e aspersioni. Addirittura se il vello dell’animale o la colorazione dei capelli del sacrificato fosse stata di colore rosso, questo avrebbe reso l’offerta ancora più potente. Infatti la radice indoeuropea bhlo-to affermatasi dal VI secolo a.C., trasformatasi in blodan nelle lingue germaniche, da cui ad esempio l’inglese blood, significa al contempo sangue e sacrificio. Essenza che separa e unisce. Che scorre dentro e sgorga all’esterno.

I, I am the boy
She, she is the girl
He, he, he is the bear
We, we, we are the army you see through the red haze of blood, blood, blood…

Liars, Broken Witch

Alberto Burri, Grande Rosso – 1964

Prendiamo in analisi il refrain della canzone Broken Witch del gruppo statunitense Liars. La normativa triade uomo/donna/bambino è sostituita dal trittico ragazzo, ragazza, orso. Al protagonismo del mondo degli adulti viene opposto il mondo magico infantile-animale. Questo processo avviene attraverso “l’armata” che sparge sangue. Il sangue in quanto trasmissione, connessione e trasmutazione. Una ridda pronta a farsi sanguinosa orgia. Il mi fai sangue del sud da tenere a bada. La parola blood viene ripetuta freneticamente come in un’estasi sabbatica. La metamorfosi narrativo-visionaria avviene in chiave femminile, magica e sanguinaria. Parte destruens e construens sprofondano tra interiora oscure irrorate da flussi cremisi in sperdute palpitazioni.

Salma Hayek ne Il racconto dei racconti di Matteo Garrone – 2015

Nel sangue scorre l’esistenza, vengono computati i giorni, i mesi, gli anni, i secoli. Sangue è calendario. La radice indoeuropea me la si ritrova in mese (latino, mensis), ma anche in mestruazione e metro, come d’altra parte i termini analoghi mami e mas (sanscrito), manu (lituano), mena (gotico), mène (Luna, greco). Il tutto connesso alla misura, allo scorrere, al passare, quindi anche all’attraversamento. La ferita consente il fiotto, la vagina è la “ferita” per antonomasia. La luna accompagna le modulazioni fluide dei corpi dei vertebrati tutti. Inoltre la luna rossa, da sempre è presagio di sciagure, pestilenze e eventi catastrofici, addirittura considerata segno premonitore dell’Apocalisse. La luna rossa nel manga Goldrake di Go Nagai è il segnale che permette ad Aktarus di capire che gli invasori alieni sono pronti ad invadere la terra.

Goldrake Ufo Robot e la luna rossa

Tutte le fiabe vengono dalla profondità del sangue.
F. Kafka

Nel Medioevo in varie parti d’Europa era vietato guardare la luna rossa per evitare gli influssi malefici e in diversi testi sacri la luna di sangue era indicativa dell’approssimarsi della fine del mondo. Ma il sangue è anche, come abbiamo già avuto modo di indicare, maledizione, dal momento che nella Bibbia la punizione connessa alla raccolta del frutto proibito, avrebbe spinto Dio a condannare la donna al sanguinamento mensile, in memoria di quell’atto scellerato. Per non parlare di tutte le culture che sfruttano il sangue in rituali e cerimonie collettive e private, dal Blót del Nord Europa, al Vaudou africano, dalla Macumba di Rio de Janeiro alle varie diramazioni sataniste e culti neo-pagani.

Pitture parietali presso il Kruger Park in Sud Africa

In Grecia, dopo il VI secolo a.C., il sangue era aima, da cui ema-, ancora in uso nella nostra lingua. Interessante sottolineare come aima nella lingua latina sia connessa allo spirito vitale, all’anima. A Roma, ad esempio il sangue dei gladiatori più coraggiosi era utilizzato per la cura di epilessie e anemie. Essere sanguigni era anticamente come ancora oggi segno inconfondibile di buona salute, di purezza, gioia e piacere. Lo stesso scrittore Francois Rabelais nel suo Gargantua e Pantagruele, ( III, 4): La vie consiste en sang, Sang est la siège de l’ame (la vita consiste nel sangue; e il sangue è la sede dell’anima). Il fluido vitale si trasmuta allora in sanguinacci, mallegati, buristi, salse e brodi arrossati e insaporiti ematicamente, per non parlare ovviamente del rapporto inscindibile, tra sacro e profano, con i vini. Un esempio su tutti: il dolce sangue siciliano.

La copertina dell’albo dell’interpido n.17

Sanguiniscruor erano per i latini concetti molto differenti. Sanguinis (dal proto-indoeuropeo esr o eshr) era il liquido trasparente che scorreva all’interno del corpo degli esseri viventi, mentre cruor era il sangue rosso versato, prevalentemente da una ferita. Tant’è vero che anche cruor avrebbe derivazione proto-indoeuropea ma la sua radice kur, kreuhz indicherebbe sangue coagulato, carne sanguinolenta. Esterno e interno sono ramificazioni differenti della radice etimologica della materia ematica. Sangue divenuto colorato, arrossato per ossidazione. Atto estetico che rende sconcertante e sublime lo scorrere del sangue fuori di sé, come affermava il tragediografo greco Eschilo.

Riti settennali per l’Assunta presso Guardia Sanframondi – Foto di Alessandro Garofalo

Pensando al fiotto di sangue non si può non pensare al colore rosso che richiama allo stesso tempo il “sangue versato” e il fuoco. L’arrossamento del liquido vitale è organico al legame ideale tra le due anime guizzanti, sul rapporto cromatico che intercorre tra il rosso e il fuoco la questione si fa più complessa. Il fuoco non è esclusivamente connesso al rosso anzi, potremmo affermare tranquillamente che le fiamme, tanto quanto le braci hanno cangianze arancioni, bluastre, violacee. Ma il fuoco come il sangue risultano materiali duali (vitali e mortali) e appunto scorrevoli, c’è quindi di sicuro anche una componente caotica, anche irrazionale che connette l’ardere (verso l’alto) allo scorrere del sangue (verso il basso). Tensioni ancestrali che si perdono nella notte dei tempi.

Sangue che stermina. Sangue infetto. Il sangue è velenoso per alcune culture, soprattutto in determinate epoche. Diverse sarebbero le figure storiche che si sarebbero tolte la vita con l’assunzione del venefico sangue di Toro, come ad esempio il Faraone Psammetico III e lo stesso Annibale.  Sangue da evitare. Sangue da selezionare. Nel film di Jim Jarmusch Solo gli amanti sopravvivono, Adam e Eve (ci risiamo) sono due vampiri che si inseguono e amano al di là dello scorrere del tempo. I due però, a differenza dei classici vampiri che azzannano le loro prede, si riforniscono di sangue, saccheggiando ospedali e ambulatori, dove il sangue risulta “sicuro”. Il rapporto con le prede è definitivamente (forse) scomparso. La solitudine degli amanti/vampiri è il risultato quindi, non esclusivamente simbolico, del decadimento assoluto della civiltà occidentale, se così possiamo definirla. Detroit e Tangeri, le due città dove si svolgono le vicende della pellicola, sono i due estremi della nostra contemporanità. Detroit-il precipizio buio, Tangeri-la speranza vitalistica.

Jim Jarmusch, Solo gli amanti sopravvivono  – 2013
Edvard Munch, Vampiro – 1895

Dalle due ampolle di San Gennaro, ossia il rocambolesco furto di Carlo III di Borbone, alla serie TV italiana il Miracolo di Niccolò Ammaniti, il sangue impregna miti e storie. Tissotropia narrativa. Ematologia del fenomeno esistenziale. Sistemi emopoietici in piena attività pronti a rimettere sempre e comunque “in circolo”, finché morte non ci separi e perché no anche oltre.

Marc Quinn, Self (autoritratto realizzato con 5 litri del sangue dell’artista) – 1991

Fabrizio Ajello

In copertina: Maestro di San Francesco, Crocifisso di Perugia – 1272 (dettaglio)

About the author

Fabrizio Ajello

Fabrizio Ajello si è laureato presso la Facoltà di Lettere e Filosofia di Palermo, con una tesi in Storia dell’Arte Contemporanea.
Ha collaborato in passato attivamente con le riviste Music Line e Succoacido.net.
Dal 2005 ha lavorato al progetto di arte pubblica, Progetto Isole.
Nel 2008 fonda, insieme all'artista Christian Costa, il progetto di arte pubblica Spazi Docili, basato a Firenze, che in questi anni ha prodotto indagini sul territorio, interventi, workshop e talk presso istituzioni pubbliche e private, mostre e residenze artistiche.
Ha inoltre esposto in gallerie e musei italiani e internazionali e preso parte a diversi eventi quali: Berlin Biennale 7, Break 2.4 Festival a Ljubljana, in Slovenia, Synthetic Zero al BronxArtSpace di New York, Moving Sculpture In The Public Realm a Cardiff, Hosted in Athens ad Atene, The Entropy of Art a Wroclaw, in Polonia.
Insegna materie letterarie presso il Liceo Artistico di Porta Romana a Firenze.

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