Chi sono gli eroi dei tempi moderni e come vengono rappresentati? Ma soprattutto: esistono ancora? Abbiamo raccolto un po’ di idee attorno a questo tema e guardate un po’ che moodboard di parole e immagini è uscito…
▪ Sempre più spesso nelle cronache internazionali si utilizza l’espressione “modern man hero”, con la voluta sfumatura di associare l’eccezionalità dello status di “eroe” all’umanità delle persone comuni. Niente draghi o cavalieri: i modern men heroes sono semplici uomini e donne che si prodigano per una causa, generalmente per il bene comune. La CNN ogni anno indice un premio, il CNN Heroes – Everyday People Changing the World: 100.000 dollari da destinare alla causa perorata da uno tra i 10 finalisti scelti dal pubblico per il lodevole impegno sociale (che può spaziare in diversissimi ambiti).
▪ L’eroe in divisa. Spesso chi indossa una divisa o chi ricopre una carica di utilità pubblica (nel senso più lato del termine) porta con sé anche un’aura di eroicità: forze dell’ordine, medici, volontari della Protezione Civile, magistrati, religiosi e missionari, comandanti, associazioni di pronto intervento ecc… Spesso, ma non sempre, purtroppo. Infatti, se da una parte si annoverano numerosi esempi di alta professionalità e nobile spirito umanitario/civile, dall’altra esistono casi in cui corruzione, bieche connivenze, mala giustizia, discutibile condotta professionale ed etica hanno la meglio… E qui si potrebbero citare diversi fatti, anche recenti, in Italia come nel resto del mondo.
▪ Altro che sentinelle di guardia a difesa della cittadinanza: a Toronto, in Canada, il Neighbourhood Watch è un sistema di mutuo controllo tra cittadini per disincentivare furti o avvicinamenti di mal intenzionati. Nei quartieri sono disseminati cartelli in cui si avvisa che è in atto questo sistema di difesa: quindi, occhio, il vicino potrebbe essere in agguato… Lo street artist Andrew Lamb ha pensato di enfatizzare la cosa attraverso l’applicazione di immagini di supereroi sui cartelli: così una zona è protetta da Wonder Woman, un’altra da Bruce Lee, un’altra ancora dai Power Rangers… A ogni quartiere il proprio beniamino. E tutti furono felici e contenti.
▪ Chi dice che l’eroe debba essere per forza una figura positiva? Interessante il ritratto che fa Wu Ming 4 (uno degli autori “senza nome” del collettivo di scrittori della scena bolognese) dell’eroe letterario in “L’eroe imperfetto”: una figura segnata, ambigua, borderline, al limite della pazzia. Schiavo dell’esaltazione personale, è spesso causa di truci drammi. E’ il caso degli eroi dell’Iliade e dell’Odissea, del Beowulf, dei poemi cavallereschi (come l’Orlando Furioso di Ariosto, il cui senno è finito fin sulla luna) oppure di quelli medievali, fino a figure controverse come Lawrence d’Arabia.
▪ Sarebbe bello poter annoverare sotto la voce di “eroi politici” molti nomi, ma, in questo frangente storico, lo scenario italiano e mondiale non ne offre parecchi… Nella Corea del Nord, il dittatore regnante Kim Jong-un è rispettato e si fa rispettare come un eroe. D’altronde, non si potrebbe fare altrimenti in un regime totalitario, anche nel 2015… Ma nei Paesi dove vige la democrazia, chi potrebbe essere fregiato all’unanimità di questo appellativo?
▪ Esistono episodi in cui invece sono gli artisti ad assumere anche il ruolo di eroi politici: emblematico è il caso di Ai Weiwei che, per via della sua vicenda personale e artistica strettamente legata alla censura e alle restrizioni persecutorie del governo cinese, ha spesso ricoperto ambo le “sembianze”. Tra le sue numerose citazioni, significativa la seguente: “Il mondo civilizzato non può considerare la Cina come un Paese civile se non cambia il suo atteggiamento. La democrazia non è un valore occidentale, è un diritto umano universale”.
▪ Tra gli sport più praticati e seguiti al mondo, il calcio sforna ogni anno nuovi idoli che non si limitano ad essere “solo” calciatori, ma anche attori di pubblicità, testimonial, modelli, golosità per le riviste di gossip. Nel 2010 un riuscito spot della Nike per i mondiali di quell’anno ha trasformato il beniamino Cristiano Ronaldo in una vera icona pop: dal Sudafrica a Springfield, l’eroe – in perfetta tenuta gialla – suona alla porta di Homer Simpson che, incredulo, si lascia scappare la palla tra le gambe, pronunciando un sonoro “D’oh!”
▪ Anche la moda non si sottrae al fascino dei supereroi: nel 2008 la mostra “Superheroes: Fashion and Fantasy” allestita al Metropolitan Museum of Art’s Costume Institute, ha passato in rassegna tutte le influenze che i personaggi dei fumetti hanno esercitato sui capi disegnati dai più grandi stilisti di oggi.
▪ “Women are heroes” è il progetto d’arte pubblica che l’artista JR ha creato nella favela di Moro de Providencia a Rio De Janeiro. JR ha tappezzato i muri e i tetti delle baracche con poster giganti degli occhi e degli sguardi delle donne del posto, un tributo a tutte quelle figure femminili che hanno un ruolo importantissimo nella società ma che spesso, in questo contesto, sono vittime di violenze, stupri, crimini e fanatismi religiosi e politici. Il loro sguardo si posa così, fisso, sulla favela, ammonitore e amorevole al tempo stesso.
▪ Sotto il nome generico di Fukushima 50 sono stati identificati gli operai della Tepco, l’azienda giapponese che gestiva la centrale di Fukushima durante il terribile terremoto-tsunami del 2010. Eroi anonimi, poi proclamati eroi nazionali: nonostante l’alto pericolo radioattivo, questi uomini sono rimasti volontariamente all’interno della centrale nei giorni immediatamente successivi al cataclisma per cercare di scongiurare il disastro nucleare totale.
▪ Se si parla di eroi, non si possono non menzionare quelli targati Marvel Comics: supereroi per antonomasia, hanno attraversato i sogni di generazioni e generazioni sulle pagine dei fumetti, nei cartoni animati e, più di recente, nei film e nei giochi elettronici.
▪ Sempre in tema di eroi dei fumetti (non solo by Marvel), curiosa è la rivisitazione compiuta dal grafico francese Grégoire Guillemin. “The Secret Life of Heroes” mostra in colori pop gli eroi – come dire – “a riposo”: ecco allora che, al pari di esseri umani comuni, si lasciano andare ad atteggiamenti e pulsioni ordinarie: si mangiano le unghie, fumano e rollano, si imbottiscono il reggiseno, fanno pipì, si scattano selfie, si fanno la barba, si soffiano il naso e si grattano le orecchie (e anche qualcos’altro!). Più sofistificati, invece, gli eroi ripresi in chiave seicentesca e aristocratica dal fotografo Sacha Goldberger: con la gorgiera, seduti su eleganti troni tra broccati e tessuti, ecco il “duca” Batman e il “marchese” Joker.
▪ “No more heroes” è invece il titolo di uno dei videogames realizzati per la console Nintendo Wii: sarà che anche i videogiochi d’azione ormai mettono in dubbio l’esistenza di eroi capaci di combattere il male?
▪ Morgan Spurlock nel film documentario “Super Size Me” sottopone a dei bambini alcune figure di “eroi”: i piccoli non riconoscono la figura d George Washington, quella di Gesù Cristo e nemmeno quella di Pippi Calzelunghe, ma riconoscono perfettamente quella del clown Ronald Mc Donald.
▪ Eroi moderni possono essere considerati anche i Premi Nobel. Se ne potrebbero citare a centinaia, ci limitiamo a segnalarne alcuni tra i più recenti premiati nel 2014: Patrick Modiano per la Letteratura, Malala e Kailash Satyarthi per la Pace, Jean Tirole per l’Economia. Se fosse esistito un Nobel per l’imprenditoria, probabilmente anni fa l’avrebbe conquistato Steve Jobs che nell’era digitale ha contribuito a una vera e propria rivoluzione tecnologica.
Serena Vanzaghi
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