Arte e Fotografia

L’Artista Bambino | Infanzia e primitivismi nell’arte del primo ‘900

“Tu sei il fanciullo eterno, che vede tutto con meraviglia, tutto come per la prima volta” (Giovanni Pascoli, Il faciullino, 1897)

La Fondazione Ragghianti con sede a Lucca, ospita dal 16 marzo al 2 giugno la mostra curata da Nadia Marchioni L’Artista Bambino. Infanzia e primitivismi nell’arte italiana del primo ‘900.

Carlo Ludovico Ragghianti, critico, storico e teorico dell’arte, e la moglie Licia, donarono nel 1981 la biblioteca, la fototeca e l’archivio alla Cassa di Risparmio di Lucca, che successivamente trasformò questo fondo nella bellissima Fondazione che conosciamo oggi. Essa si presenta come un luogo in cui convivono spazi espositivi per opere d’arte moderne e contemporanee, ambienti adibiti allo studio come la biblioteca e vasti archivi in cui sono custoditi libri, video e fotografie provenienti da importanti collezionisti.

Durante la visita si prende consapevolezza di come questo centro riesca a preservare un patrimonio architettonico e archivistico e a porlo allo stesso tempo in comunicazione con un patrimonio artistico che accresce di anno in anno attraverso, e non solo, esposizioni e mostre.

L’idea per questa mostra deriva infatti dall’intensa attività critica di Carlo Ludovico Ragghianti (fonda Critica d’Arte insieme a Bandinelli nel 1935), il quale in una pubblicazione del 1969 su Bologna cruciale 1914,rende esplicita la necessità di sondare il legame tra l’espressione grafica infantile, l’arte medievale e la produzione artistica in Italia dei primi decenni del ‘900.

Per questo motivo all’interno delle sale troviamo sia opere che richiamano gli studi che Ragghianti fece per indagare questo tema, sia artisti che hanno espresso un particolare interesse per i disegni dei bambini e il primitivismo come forma di espressione in grado di cogliere la profondità e la sincerità creatrice dell’arte.

L’esposizione ripercorre quindi il periodo storico tra la fine dell’Ottocento e i primi decenni del XX secolo. Proprio verso la fine del XIX secolo si inizia infatti ad esplorare l’infanzia come dimensione psicologica, esistenziale ma anche creativa.

La mostra prende avvio con l’opera di Adriano Cecioni, che con Primi Passi, Ragazzi mascherati da grandi, ci fa intravedere il primo avvicinamento alle espressioni grafiche infantili, per proseguire poi con Vittorio Matteo Corcos e il suo Ritratto di Yorick e con l’inusuale dipinto di Giacomo Balla, Il fallimento. Continuando la visita delle sale, ritroviamo altri grandi artisti come ad esempio Alberto Magri, Ardengo Soffici, Carlo Carrà, Giorgio de Chirico, Riccardo Francalancia, Ottone Rosai e molti altri autori affascinati dall’universo infantile e che da quest’ultimo hanno tratto influenze diverse. Tra questi, la cerchia di artisti toscani, elabora una stilizzazione di derivazione infantile e medievale con largo anticipo rispetto al lavoro critico che fecero su questo stesso argomento Ardengo Soffici e Carlo Carrà che già nel 1914 auspicavano al ritorno ad una saldezza formale -superando quindi l’avanguardia futurista- derivante dall’arte popolare, medievale e infantile.

Visitando la mostra, ciò che forse cattura maggiormente il nostro interesse non è di per sé il tema scelto, che se pur degno di attenzione è già stato ampiamente indagato in precedenza, bensì la modalità con cui esso viene affrontato e ovvero il fatto di mettere al centro una ricerca, di partire da uno dei passaggi più lungimiranti degli interventi critici di colui che ha reso possibile la nascita di questo luogo.

Alessia Moschin

About the author

Alessia Moschini

Nata a Firenze, frequenta il corso di Storia e Tutela dei Beni Artistici presso la facoltà di Lettere e Filosofia. Si diploma all’Accademia di Belle Arti di Firenze, dove è attualmente iscritta al biennio di Arti Visive. Da sempre molto interessata all’arte contemporanea e agli artisti emergenti.

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