Arte e Fotografia

L’arte contemporanea al Quirinale

Gli spazi istituzionali del Palazzo del Quirinale si aprono all’arte contemporanea con un evento espositivo degno di nota, presentando un’interessante rassegna che muove i passi dal concetto di “periferico” per esplorare i segni dell’esperienza umana lasciati negli spazi della nostra società in perenne mutamento.  Fino al 17 di Dicembre sarà infatti possibile visitare la mostra “Da io a noi: la città senza confini”, primo evento espositivo d’arte contemporanea inaugurato presso il Palazzo del Quirinale. Nella residenza ufficiale del Presidente della Repubblica, 22 artisti italiani e internazionali indagano il ruolo e le potenzialità delle odierne metropoli, presentate come spazi aperti, senza confini e senza centro.

L’esposizione, ideata e promossa dalla Direzione Generale Arte e Architettura Contemporanee e Periferie Urbane del MiBACT e dal Segretariato Generale della Presidenza della Repubblica, oltre a rappresentare un’occasione per visitare gli interni del Quirinale, fornisce, attraverso un percorso originale, differenti spunti di riflessione su una tematica impegnativa, ma ben sviluppata attraverso un ampio repertorio di immagini simboliche, in grado di aprire varchi di senso nel continuo fluire della nostra esistenza.

Eugenio Tibaldi, Seconda Chance. Ph credits: Andrea Figoni
Eugenio Tibaldi, Seconda Chance. Ph credits: Andrea Figoni

Come sottolineato dal ministro dei Beni culturali, Dario Franceschini all’inaugurazione della mostra:

Il tema delle periferie urbane deve diventare centrale nei prossimi decenni. Possiamo dire di aver vinto la battaglia della tutela dei centri storici ma questo ci ha fatto distrarre dalle periferie che sono il luogo dove si giocano tutte le sfide. È la sfida di questo secolo”.

Articolato negli appartamenti che furono di Alessandro VII Chigi, il percorso espositivo presenta le opere di oltre 20 artisti attivi nel panorama italiano dell’arte contemporanea: Lara Almarcegui, Rosa Barba, Botto & Bruno, Maurizio Cattelan, Gianluca e Massimiliano De Serio, Jimmie Durham, Lara Favaretto, Flavio Favelli, Claire Fontaine, Alberto Garutti, Mona Hatoum, Alfredo Jaar, Francesco Jodice, Adrian Paci, Diego Perrone, Alessandro Piangiamore, Eugenio Tibaldi, Grazia Toderi, Vedovamazzei, Luca Vitone, Sislej Xhafa, Tobias Zielony. La ricercata selezione delle opere risulta funzionale a mettere in luce gli scopi della mostra, che, come ha spiegato il Direttore Generale Arte e Architettura Contemporanee e Periferie Urbane, Federica Galloni, sono molteplici:

“Questo evento espositivo è un progetto ambizioso con molteplici obiettivi: restituire, attraverso una selezione di opere, un panorama artistico d’eccellenza che racconti le varie interpretazioni del tema; consigliare al cittadino con messaggi visivi, sonori o tattili un maggiore rispetto per sé, per l’altro e per lo spazio che viviamo, rafforzando la fiducia nelle istituzioni”.

Luca Vitone, Panorama (Roma). Ph credits: Andrea Figoni
Luca Vitone, Panorama (Roma). Ph credits: Andrea Figoni

Il lavoro degli artisti, declinato negli svariati linguaggi del contemporaneo – dalla pittura, alla scultura, alle installazioni, ai video e alla fotografia –  irrompe negli sfarzosi ambienti del passato, creando un vero proprio cortocircuito – come lo definisce la curatrice Anna Mattirolo – nella trasmissione dell’immaginario degli artisti sul contesto presente.

Sislej Xhafa, Whisper Harmony. Ph credits: Andrea Figoni
Sislej Xhafa, Whisper Harmony. Ph credits: Andrea Figoni

Nella simbolica cornice espositiva, ci si imbatte, dunque, nell’opera Whisper Harmony di Sislej Xhafa, dei veri e propri bagni chimici che, con le loro antenne, esprimono incisivamente il crescente bisogno di spettacolarizzazione del nostro spazio privato; oppure nei Turisti di Maurizio Cattelan, una serie di piccioni politicamente scorretti, che, appollaiati con nonchalance sulle opere di altri artisti e sugli stucchi dorati della Sala di Augusto (l’antica Sala del Trono),  ironicamente alludono allo stato d’incuria e degrado in cui versano i nostri luoghi; o ancora nel lavoro di Luca Vitone, Panorama (Roma), consistente in dei cannocchiali puntati su uno delle più belle vedute di Roma, che, invece di proporci l’allettante e attesa visione, mostrano immagini tratte dall’Accattone di Pasolini.

Maurizio Cattelan, Turisti. Ph credits: Andrea Figoni
Maurizio Cattelan, Turisti. Ph credits: Andrea Figoni

Inoltre, nell’allestimento emerge distintamente il tema dell’ altro da noi: un altro silenzioso, che per la maggior parte delle volte rimane invisibile perché non posto al centro del nostro campo visivo. Appare d’impatto, in questo senso, l’installazione Undercurrent (Red) di Mona Hatoum, artista di origine palestinese da tanti anni attiva in Inghilterra: una sorta di tappeto formato da intrecci di fili elettrici, che, uscendo dal proprio perimetro ortogonale, si aggrovigliano sempre più verso le estremità “periferiche” dell’opera, terminando in una serie di lampadine, la cui luminosità si intensifica e si attenua, come al ritmo del respiro vitale.

Spicca nella sua veste poetica anche il lavoro di Adrian Paci, che con l’opera fotografica Turn On, dedica spazio a questi altri invisibili, immortalando una consuetudine sociale albanese, in cui alcuni uomini sono soliti sedersi su una gradinata con delle lampade alimentate da generatori per segnalare di essere in attesa di qualcuno li chiami per un lavoro giornaliero.

Adrian Paci, Turn On
Adrian Paci, Turn On

La mostra, che riesce efficacemente a centrare gli ambiziosi obiettivi che si era prefissata, è sicuramente uno degli eventi da non perdere nella vasta programmazione artistica di questa stagione. All’interno dello spazio espositivo, la personale visione degli artisti si manifesta nella sua immediatezza, restituendo un’idea estesa di città, dove il concetto di marginalità assume dignità e valore, rappresentando una realtà particolare all’interno di una rete più vasta, di cui facciamo parte e che ci riguarda.

Ginevra Ludovici

About the author

Ginevra Ludovici

Ginevra Ludovici è curatrice e dottoranda di ricerca presso l’IMT School for Advanced Studies di Lucca. Laureata in Economia e Management e in Storia dell’Arte Contemporanea, è membro fondatore del collettivo curatoriale CampoBase. La sua ricerca verte su programmi di pedagogia radicale e processi di auto-istituzionalizzazione nell’ambito artistico.

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