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Antenate delle fashion blogger: la Contessa di Castiglione e la Marchesa Casati

Lo stile, la moda, l’eccentricità non sono nati con l’era dei social. Hanno radici molto più profonde, legate alla storia e al costume sociale più di quello che si pensi. Oggi la rete dà visibilità a miriadi di fashion blogger che professano il verbo della moda dai loro account, ottenendo il loro “quarto d’ora di gloria” con una discreta accessibilità.

Ma se si guarda indietro, quando non esistevano blog e social network, si possono rintracciare vere icone di stile, che hanno saputo cambiare le mode imponendosi come figure a sé, personaggi dall’aura quasi magica, donne di grande carisma, numericamente inferiori alle blogger di oggi, ma decisamente degne di essere incoronate come fashion icons. Tra tutti, citiamo qui due esempi, la Contessa di Castiglione (1837 – 1899) e la Marchesa Casati (1881 – 1957): due regine dello stile che con il loro charme e il loro savoir faire (spesso bizzarro o quanto meno fuori dal comune) hanno cambiato le sorti della moda dell’epoca, non senza risparmiare effetti sulla politica, sulla società, sull’arte, sulla cultura e sulla storia del loro tempo.

D’altronde, Virginia Oldoini e Luisa Amman, rispettivamente Contessa di Castiglione e Marchesa Casati, sono tra le donne più celebri della storia: che si parli di costume e moda, politica, letteratura o arte, deliziano la curiosità grazie ad un appeal senza pari. Vediamo più da vicino le loro storie…

Ribelle e consapevole del proprio fascino, la Contessa di Castiglione coltiva durante la sua vita il culto del suo personaggio con precisione maniacale, tanto da farsi ritrarre e fotografare in abiti sfarzosi continuamente. Nota per la sua bellezza sin da subito, sposa all’età di 16 anni il Conte d’Asti e Castiglione – potendo così cominciare la sua narcisistica ascesa, peraltro sotto il naso del marito, la cui devozione verrà ripagata dal soprannome “povero becco” e da ingenti danni economici a causa dei suoi capricci. Il matrimonio e il titolo le permettono a Torino di entrare nelle grazie della corte savoiarda, in particolare presso quelle del re Vittorio Emanuele II e del suo entourage, prima di poter approdare a Parigi e cominciare un biennio che ricorderà per tutta la vita come un’ossessione.

Contessa di Castiglione, 1860 c.a.

Nel 1855 infatti viene introdotta alla corte di Francia dal cugino Conte di Cavour col compito di avvicinarsi all’imperatore, in nome dell’alleanza franco-piemontese. Ostenta qui tutta la sua voglia di vivere, fascino e outfit stravaganti, suscitando l’invidia delle dame di corte e, dicunt, persino dell’imperatrice Eugenia di Montjio per la quale Virginia aveva coniato il motto: “Per nascita uguale, per bellezza la supero, per intelligenza la giudico”. La liaison con Napoleone III sarà anche la causa dell’abbandono di Parigi nel 1857, a seguito di un attentato orchestrato dalla legittima rivale e che l’avrebbe incastrata ad arte. Dopo aver rincorso per anni quella dorata agiatezza francese, la Contessa, vivrà i suoi ultimi anni in esilio volontario nella villa di famiglia a La Spezia mentre assiste all’appassire della propria giovinezza.

Ritratto della Marchesa Casati, Man Ray, 1922 c.a.

Così come la veste di seta con cui la Castiglione ha cambiato le sorti dell’Italia è stato il leitmotiv di tutta una fama, quello della Marchesa Casati è andato a braccetto con la figura di femme fatale. Difatti Luisa incarna una bellezza infera, affamata della vita e dell’arte tanto da essere considerata un’opera d’arte vivente: soprannominata da D’Annunzio come Divina Marchesa, comincia quasi un’opera al nero che la vede vis à vis con la Morte e che non può non riflettersi nel suo apparire al mondo, certamente pervaso da una sottile e affascinante vena dark.

Marchesa Casati, foto di Man Ray, 1940 c.a.

Quella della Casati è una personalità che non può essere scissa dal mecenatismo, anche a seguito delle vicende biografiche che la vedono coinvolta sin dalla prematura morte del padre, noto produttore nell’industria tessile: venuta in possesso della propria eredità è tra le donne più ricche d’Italia e decide di vivere collezionando opere d’arte ed animali esotici, organizzando ruggenti feste o sedute spiritiche e vivendo sotto i riflettori della Belle Èpoque.

Edwin John, Marchesa Casati, 1919 c.a.

Acquista l’abbandonato Palazzo Venier dei Leoni (attualmente sede della Fondazione Peggy Guggenheim) e lo riporta a nuova vita, ospitando artisti e nobili da tutta Europa; nella storia è rimasto l’aneddoto legato ad una festa in maschera, in cui l’eccentrica donna ha indossato un abito da Arlecchino completamente bianco. È così tanto amata (e spesso amante) dai più noti artisti dell’epoca: surrealisti, dadaisti, futuristi, fauvisti ma anche poeti e scrittori che cercano in ogni modo di avvicinarla, avvincerla e vestirla – esattamente come fanno Mariano Fortuny e Paul Poiret. Eppure il sogno scintillante perdura fino al 1923, anno dell’acquisto di Palais Rose – per lei “Palais du Rêve”, appartenuto a Robert de Montesquiou – ma nel 1930 è costretta a venderlo dopo l’ultimo indimenticabile evento mondano; nel 1953 dovrà andare a vivere a Londra con la sua unica figlia Cristina, ormai con una bancarotta che ammonta a 25 milioni di dollari.

Da semplici donne a contesse e marchese, che non possiamo negare abbiano fatto tutto quello che era in loro potere per apparire e rendersi desiderabili, ammirate ed invidiate. Probabilmente è proprio questo che ci permette di considerarle il “punto zero” del fashion – alla luce di uno spiccato ascendente che ha avuto eco entro e fuori i confini della Penisola, così come possiamo avvicinare arditamente la selfie-mania ai ritratti-icona che hanno permesso Virginia prima e Luisa poi, di affermarsi nella storia del costume e della moda.

In fondo, è tutta una questione di stile.

Pamela Buonsante

About the author

Pamela Buonsante

Classe 1989, da sempre amante dell’arte nelle sue molteplici forme. Sceglie di studiare Scienze dei Beni Culturali ad indirizzo storico-artistico presso l’Università di Bari, dove termina il primo ciclo di studi. E’ una viaggiatrice instancabile e una divoratrice di libri. Tra i suoi principali interessi figurano le Arti Visive e le Arti Applicate, la buona musica e la buona tavola.

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