L’estate è una stagione di libertà e innocente incoscienza, come l’infanzia. Un regno di rotture silenziose, di cambiamenti sfuggenti quanto decisivi, narrati con equilibrio e delicatezza.
BAO Publishing, 2014
L’estate è una dimensione a sé, più di ogni altro periodo dell’anno, specialmente quando si è bambini. Ancor di più quando si comincia a crescere.
Nella piccola località balneare di Awago Beach l’estate è scandita dal complesso rapporto fra i personaggi di un palcoscenico molto circoscritto. Rose, la protagonista, è alle soglie dell’adolescenza. Ad aspettarla c’è Windy, la sua amica di sempre, figlia di amici di famiglia, quasi una sorella stagionale.
Al solito, l’adolescenza, come qualsiasi confine, pone le due ragazzine in una situazione instabile, dove ogni regola suggerisce un dubbio ed ogni struttura relazionale si rivela tragicamente fragile.
Segni del cambiamento in un estate che fa da spartiacque. I cambiamenti fisici attesi con impazienza, l’attenzione a particolari diversi, l’attrazione malcelata, mai dichiarata, per un ragazzo troppo più grande, quasi di un altro mondo troppo lontano. I divertimenti di un tempo che prendono una patina di disinteresse, quasi di noia. Meglio i film horror. Meglio la volontà di scontro con questo fantomatico “mondo degli adulti”, con tutta l’arroganza dei bambini. I problemi dei “grandi”, affrontati con la necessità di semplificazione propria dell’infanzia: “La madre che rende tutti tristi”, “le ragazze di Awago niente più che sgualdrine”. Un racconto di formazione, dunque. La crescita di due amiche che si preparano a sfondare la porta delle illusioni infantili, accettando la concretezza del mondo reale e ponendosi con rispetto verso chi in quel mondo ci vive ormai da tempo.
Le cugine canadesi, Jillian e Mariko Tamaki, lavorano con rara coesione. Il flusso narrativo scorre tranquillo, senza fretta. I disegni, in due toni di blu, servono la narrazione senza perdersi in formalità, ma senza mai risultare poveri o imprecisi. L’uso delle tecniche di scansione del tempo e di trasmissione del pensiero astratto, emozionale, proprie del fumetto si rivela magistrale.
Qui, sul sito di Fumettologica, si possono visionare le prime tavole di “E la chiamano estate”.
Giulio Bonatti
Add Comment