Inaugura sabato 9 febbraio alle ore 17, presso spazio LATO, a Prato in Piazza San Marco 13, la mostra Miraculum. Pareidolia del pane quotidiano, a cura di Gaia Vettori. Miraculum è un singolare progetto espositivo che coniuga visione, suono e gusto; una mostra “sinestetica” che ha visto impegnati la fotografa Serena Gallorini e il musicista Edwin Lucchesi nel tradurre in immagine e suono uno dei prodotti tipici del territorio, cioè il pane conosciuto con il nome di “bozza” pratese.
La mostra è stata promossa grazie alla collaborazione fattiva del Panificio Ciolini di Montemurlo, una storica attività che si avvia a compiere un secolo (è stato fondato nel 1921). I fratelli Luciano e Marzio Ciolini portano avanti la tradizione di famiglia e da tempo si stanno dedicando alla divulgazione dell’arte bianca attraverso iniziative didattiche, collaborando con le scuole del territorio e con numerose associazioni.
La mostra Miraculum si inserisce in questa serie di attività culturali promosse dalla famiglia Ciolini che ha commissionato il progetto nato con finalità benefiche a favore della Fondazione Cure2Children, Onlus impegnata nel supporto ai bambini con tumori e malattie del sangue. Il giorno dell’inaugurazione della mostra, a partire dalle ore 19.00, si svolgerà l’asta a favore della Fondazione e il ricavato della vendita delle foto sarà devoluto a Cure2Children.
Per l’occasione, nel bellissimo spazio LATO a Piazza San Marco saranno esposte 13 foto di Serena Gallorini: nove nel formato 30×40 cm e quattro di grandi dimensioni, tre delle quali convertite in tracce sonore dal musicista e producer Edwin Lucchesi. Serena Gallorini ha fotografato dettagli in bianco e nero di bozze di pane del forno Ciolini; successivamente Edwin Lucchesi ha trasformato i pixel della griglia raster delle fotografie in una partitura visiva e quindi in note, tramite un algoritmo diviso in tre sezioni, al fine di produrre scale e quindi suggestioni sonore.
“ Le immagini in bianco e nero – scrive Gaia Vettori nel testo che accompagna la mostra-divengono allora universi paralleli aperti a ogni possibile interpretazione. Realtà altre, così concrete e apparentemente familiari eppure così metafisiche e perturbanti: è l’affascinante mondo della pareidolia.”
La pareidolia, cioè la tendenza a ricondurre a figure note stimoli visivi vaghi e confusi, è il filo conduttore della mostra: le immagini di Gallorini diventano agli occhi degli spettatori mappe di territori sconosciuti in cui immergersi attraverso la potenza evocativa delle tracce sonore di Lucchesi e dell’allestimento di Saulo D’Isita. Al termine del percorso espositivo, i visitatori sono invitati a scrivere le proprie suggestioni su un quaderno che conserverà tutte le esperienze condivise.
L’evento fa parte di un più ampio progetto avviato dagli stessi Ciolini dell’omonimo forno – in possesso anche di un brevetto per la farina usata per le “Bozze dell’Albero” protagoniste delle foto – e volto a “sensibilizzare le persone sull’argomento «pane»”, come sostiene Luciano Ciolini. La storia della famiglia Ciolini si perde nella notte dei tempi e porta con sé quelle magiche suggestioni degne delle più antiche leggende: tutto inizia con delle spighe di grano donate a un loro antenato, ai tempi delle Crociate e prosegue fino all’arrivo – a fine Ottocento –
a Montemurlo. E se le spighe della Terra Santa sono un elemento leggendario, è storia, realtà e tradizione quella del lievito madre, al quale è stato dato il nome di Maria Luisa, usato ancora oggi dal panificio Ciolini ininterrottamente dal 1864. La mostra resterà aperta fino al 22 febbraio prossimo.
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