Interviste

Il musicista “a servizio del tempo”: intervista a Roberto Rusalen

La musica rappresenta la dimostrazione effettiva del teorema della relatività di Einstein. Essa, come star assoluta, cattura l’attenzione del pubblico che come ipnotizzato vive un’avventura unica di durata fisicamente misurabile, ma singolarmente infinita. Ascoltare la musica di archi e fisarmonica di Roberto Rusalen permette un viaggio nell’immaginario a occhi chiusi, un viaggio senza biglietto, senza valigie e senza preoccupazioni, dove è sufficiente rilassarsi e ascoltare con il cuore. Musicista e compositore, Rusalen lavora a Venezia, culla di cultura e patria della musica, dove l’abbiamo conosciuto e intervistato.

A cura di Giovanna Aliprandi

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Oggigiorno il 90% delle persone si divide in chi apprezza la musica classica dei grandi  del passato e chi quella moderna delle star del momento. Tu invece hai deciso di creare un qualcosa che ti appartenesse completamente, rischiando, come mai?

Come la maggior parte dei musicisti e compositori, ho iniziato la mia formazione musicale da bambino mosso soprattutto dall’idea e il desiderio di creare una musica che mi appartenesse rischiando di non riuscirvi. Alla fine, dopo tanti anni di studio e ricerca, sono riuscito a realizzare il mio progetto Fragments of Time.

In tutti i progetti conclusi si parla sempre dell’idea scatenante e del risultato, ma qual è stato il percorso di Fragments of Time?

È stato molto difficile, o meglio, articolato. Questo mio progetto nasce da lunga riflessione e da non pochi conflitti interni. Un sogno che volevo realizzare ardentemente. Trascrissi e analizzai ogni singolo assolo che avevo già registrato precedentemente per poi modellare il tutto per Fisarmonica e archi, un lavoro che si è concretizzato incidendo un CD. Fondamentale per me è stato l’incontro con il tempo, o meglio, averlo compreso e esserne diventato parte.

In che senso?

Mentre lavoravo al progetto ho avuto l’opportunità di visionare un archivio fotografico e lì ho compreso veramente come il tempo lascia sempre traccia di sé al suo passaggio trasformando ogni singola cosa basti vedere le rughe sul volto. Fu allora che mi venne in mente un titolo di un libro di Marguerite Yourcenar, che lessi qualche anno prima: “Il tempo, grande scultore” dove viene descritta la trasformazione di una statua antica.Fragments of Time

Il tempo influenza sia negativamente sia positivamente, ma come questi effetti si rispecchiano nella tua musica?

Quando un artista, dal pittore al musicista, termina un proprio lavoro, in genere ha finito il suo “compito” diciamo. Da quel momento il tempo diventa il nuovo artista dando il via ad una metamorfosi che a piccole dosi modifica la forma originale inizialmente impressa. Io sono fortemente convinto che tale modifiche siano sublimi e positive. Ed io in questo caso sono il tempo. Perché ho ricevuto la mia statua che ho chiamato Fragments of Time e un pochino alla volta ne ho smussato gli angoli, l’ho levigata, l’ho adattata seguendo i segni e le indicazioni che il tempo lasciava in me, realizzando un sogno che condivido suonando me stesso.

A questo punto non si può che condividere ciò che Hans Christian Andersen disse “Dove le parole falliscono, parla la musica“.

Giovanna Aliprandi

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About the author

Giovanna Aliprandi

Da sempre attratta dalle arti visive ed uditive, si interessa al mondo culturale spaziando dal cinema alla fotografia, passando per il fashion design.

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