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Il Museo della città di Livorno festeggia un anno con “Inciampo”

Fino al 29 settembre un programma ricco di mostre e interventi, “inciampi” artistici a cura di Paola Tognon, per efsteggiare il primo anno di apertura del Museo della città di Livorno – Luogo Pio Arte Contemporanea.

Festeggia il suo primo anno di vita il Museo della Città – Luogo Pio Arte Contemporanea di Livorno, e otto mesi di direzione di Paola Tognon, con nuove opere e inserimenti del progetto Inciampo a cura della stessa direttrice. L’inciampo è qualcosa che succede in modo inaspettato, che interrompe il fluire quotidiano delle nostre azioni e dei nostri pensieri. Nel Museo della Città – Luogo Pio Arte Contemporanea gli inciampi sono progetti, opere e installazioni site specific di artisti contemporanei che frammentano la continuità delle collezioni sensibilizzando il nostro passo davanti a inedite risonanze e contrapposizioni.

I primi “inciampi” sono stati inaugurati in due momenti diversi: il 14 marzo 2019 quello di Eva FrapicciniIl pensiero che non diventa azione avvelena l’anima, installazione strutturata come un archivio fotografico da consultare, frutto di un progetto partecipativo che ha coinvolto archivi storici e centri studi sulle mafie, concessa in prestito dal Musinf – Museo Comunale d’Arte Moderna, dell’Informazione e della Fotografia di Senigallia e; il 6 aprile 2019 gli interventi di Alfredo Pirri con l’opera site specif All’imbrunire la piantumazione di un bambuseto, un bosco di bambù, al cui centro è posizionato un lampione elaborato dall’artista – più una serie di disegni e una scultura collocati nello Spazio Lanterna del Museo, un luogo di passaggio accessibile e fruibile anche dai frequentatori della biblioteca e del bar del Museo, un modo per iniziare un dialogo con gli spettatori.

Ruth Beraha, Non sarai mai solo

Il 30 aprile, in occasione del primo compleanno del Museo, nuovi inciampi si sono aggiunti al progetto in progress di Paola Tognon, a partire dalle opere di Ruth Beraha, vincitrice del Premio Fattori Contemporaneo 2018 per il Premio Combat, che per Livorno ha presentato una mostra personale dal titolo Non sarai mai solo, un progetto sulla discriminazione e sull’inclusione, sullo sport e sulla fragilità umana. Ironico, dissacrante, anche un poco velenoso. Ci accoglie alla porta d’ingresso l’opera Io non posso entrare (autoritratto), una piccola targa specchiante che porta un odioso messaggio con l’obiettivo di sollecitare riflessioni e quesiti sui razzismi quotidiani dentro e fuori di noi: “Vietato l’ingresso agli ebrei e agli omosessuali”. Opera che ha provocato subito diverse reazioni, tra cui il suo imbrattamento con vernice nera qualche ora prima dell’inaugurazione, fatto che ha prodotto un’immediata reazione nei media e sui social. L’opera, come scelto dall’artista Ruth Beraha e da Paola Tognon, rimarrà nello stesso luogo e nella condizione attuale.

 

RuthBeraha_IoNonPossoEntrare_ph.F.Levy
RuthBeraha_RunHome_ph.F.Levy

Appena entrati nel Polo dei Bottini dell’Olio, nello stesso Spazio Lanterna dove poco meno di un mese prima Alfredo Pirri ha collocato due dei suoi inciampi, un sacco da boxe in pelle nera pende da una forca: Muhammad (autoritratto) è un omaggio di Ruth Beraha al pugile più grande di sempre, Muhammad Ali, e, con lui, a tutti i più noti campioni con la pelle nera. L’opera, allo stesso tempo, evoca ogni persona chiamata Muhammad ricordando condizioni e situazioni ben diverse da quelle della notorietà.

Andando verso la zona dei settecenteschi Bottini dell’Olio dove sono raccolte una scelta di opere d’archeologia e arte, fotografie e oggetti legati alla storia del territorio, ci possiamo imbattere con una serie di mazze da baseball colorate realizzate in vetro soffiato di Murano che compongono l’opera di Ruth Beraha Run Home (autoritratto) del 2018, in cui la fragilità e la preziosità del materiale entrano in aperto conflitto con la natura dell’oggetto, nato per colpire. Le mazze sono state adagiate su un fondale di sabbia accanto alle anfore romane e un ceppo d’ancora, mentre, Charlie del 2019, la riproduzione a grandezza naturale in marmo bianco di Carrara, di un pallone da calcio è stato collocato tra le false teste di Modigliani.

Al piano superiore della ex chiesa del Luogo Pio troviamo invece due stampe fotografiche, Autoritratto (Politisch, Juden, Asoziale und Schwarze) del 2017, un dittico in cui Ruth Beraha riflette di nuovo sulla discriminazione e sui segni e il sistema semiologico di identificazione nei campi nazisti.

La sera del 30 aprile si è svolta la performance Non sarai mai solo sempre dell’artista vincitrice del Premio Fattori 2018, interpretata dal Coro Rodolfo del Corona  che ha sorpreso e coinvolto il pubblico con una serie di cori della tifoseria del Livorno Calcio in una performance che ha accentuato l’armonia e ribadendo in chiave letterale l’entità corale della fede calcistica, resa possibile dal contributo musicale di Lorenzo Esposito Fornasari. Dopo l’inaugurazione, l’opera, cha titola l’intero progetto espositivo di Ruth Beraha, ha preso la forma di un’installazione audio, fruibile in cuffia su una seduta da stadio da una persona per volta.

Opere intorno al Fondo React

Dal fondo React, un nucleo di opere di recente donazione per le collezioni civiche di Livorno, proviene la fotografia di Helena Hladilova, che proprio nella ex chiesa sconsacrata del Luogo Pio ha realizzato il progetto Il Buon Vicino nel 2011, oggi titolo dell’opera che restituisce memoria di un più vasto progetto sulle pratiche dell’arte nella vita sociale urbana. Versunkene Weltanschauung, 2019, è invece una scritta site specific a parete realizzata da Francesco Carone con la posidonia: licenza poetica coniata dall’artista per esprimere l’idea di una “visione sommersa del mondo” e contemporaneamente di una “visione del mondo sommerso”. Sempre di Francesco Carone sono le sculture Erma Ermafrodita + Idolo, 2016; Musa d’eclisse, 2018; Venere strabica, 2018, collocate all’interno di alcune teche del Museo che contengono opere e manufatti archeologici.  Di Carone, sempre dal Fondo React, una importante installazione è entrata a far parte delle collezioni del Museo e sarà mostrata in occasione della presentazione di tutto il Fondo che fa riferimento ad un’associazione attiva proprio negli spazi del Luogo Pio prima della sua ristrutturazione.

© Claudio Barontini Lindsay Kemp fotografato da Claudio Barontini 2017-2018

Tra gli inciampi presentati il 30 aprile due omaggi

Le sequenze di quattro fotografie di Claudio Barontini sono un omaggio a Lindsay Kemp, il coreografo, attore, ballerino, mimo e regista britannico che ha scelto di vivere a Livorno. Barontini ha fotografato Kemp tra il 2017 e il 2018, anno della sua morte, seguendone i gesti, le abitudini e la quotidianità all’interno della casa privata di Livorno. Sequenze intime che ci avvicinano e ci ricordano questo artista, geniale e istrionico sulla scena come nel privato.

Una grande tela, da sempre conservata arrotolata nello studio dell’artista livornese Renato Spagnoli, recentemente scomparso, campeggia e domina una grande parete del Museo a ricordo della carriera di un artista attivo dagli anni sessanta e caratterizzato da una ricerca libera e di forte autorialità.

Da non dimenticare infine, tra le diverse collaborazioni attivate per l’inaugurazione del primo anno di vita del Museo, l’esposizione sino al 29 settembre delle edizioni dell’Associazione Livornese Carico Massimo: piccoli e grandi libri che narrano di relazioni e di progetti con artisti contemporanei.

La programmazione degli “inciampi” prosegue. Come sempre imprevisti e quindi un po’ misteriosi: il prossimo appuntamento è per il primo giugno 2019.