Arte e Fotografia

GRANPALAZZO 2017 | Intervista a Ilaria Gianni

Ann Iren Buan // APALAZZO - Amie Dicke // Anat Ebgi PH: Sebastiano Luciano

Una fiera giovane, dal format innovativo, giunta alla sua terza edizione. Nella piccola città di Ariccia, nelle vicinanze di Roma, un luogo ameno caratterizzato da un paesaggio florido e rigoglioso, lontano dai rumori e dai chiassi della città, si è svolta il 27 e il 28 maggio 2017 la terza edizione di GRANPALAZZOper la quale è stata eseguita una selezione accurata di gallerie italiane ed europee che hanno presentato solo project di artisti provenienti da tutto il mondo. Le realtà presenti sono riuscite a creare una sinergia e una mostra affascinante in cui le decorazioni giocose, le vedute incantate e le decorazioni sfarzose appartenenti all’edificio barocco di Palazzo Chigi – che conserva nella sua struttura gli interventi realizzati da Gian Lorenzo Bernini con Carlo Fontana – hanno dialogato con i linguaggi multiformi di artisti contemporanei. Abbiamo chiesto a Ilaria Gianni, curatrice ed ideatrice della fiera insieme a Paola Capata, Delfo Durante e Federica Schiavo, come si è rivelata questa edizione e le tendenze italiane del momento in fatto di fiere.

Intervista a cura di Giulia Pardini

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Giulia Pardini: La manifestazione ancora una volta ha avuto una location affascinante, in un luogo ameno, lontano dai rumori della città. Cosa vi ha portato, per questo terzo compleanno, alla scelta di Palazzo Chigi ad Ariccia?

Ilaria Gianni: Eravamo alla ricerca di una nuova location dopo due anni passati a Palazzo Rospigliosi a Zagarolo e Palazzo Chigi ci è stata suggerita da Antonio Valentino, il Presidente dell’Associazione Giovani Collezionisti. Uno degli obbiettivi di GRANPALAZZO è anche far luce sui tesori nascosti delle nostre regioni, in questo caso il Lazio. La ricchezza e varietà storica e culturale di Roma spesso distoglie l’attenzione dall’importante patrimonio confinante.

GP: Come si è rivelata questa edizione di Granpalazzo? Le scelte curatoriali, unite ad una proposta di novità, come la curator’s walk, che tipologia di pubblico ha attratto? Qual è stata l’accoglienza dei visitatori?

Giorgio-Andreotta-Calò-/ Wilfried-Lentz-photo Sebastiano Luciano

IG: Siamo molto soddisfatti da questa terza edizione. Abbiamo avuto un grande pubblico. Sono tornati gli spettatori affezionati, quelli appartenenti al settore, curatori, collezionisti, artisti, appassionati, ma abbiamo avuto moltissimo pubblico nuovo, persone curiose che si sono affacciate per la prima volta al contemporaneo. Le Curators’ Walks, sono state delle occasioni per vivere GRANPALAZZO in maniera più approfondita. Abbiamo invitato quattro curatori a raccontare, secondo la loro prospettiva critica, le opere allestite a Palazzo Chigi. Ne sono uscite quattro letture, quattro percorsi seguiti dal pubblico interessato che ha avuto modo di approfondire alcune poetiche e ricerche.

GP: Come è avvenuta la scelta delle gallerie partecipanti a questa terza edizione?

IG: Cerchiamo sempre di coinvolgere gallerie che hanno un forte impianto curatoriale e che si distinguono per una particolare modalità di fare ricerca. Non sono gallerie che pensano in maniera prettamente commerciale, al contrario credono che sia importante dare spazio alle sfide professionali e creative dell’artista.

GP: Cosa ti ha convinto maggiormente di questa edizione di GRANPALAZZO?

IG: Sono stata molto felice del dialogo tra le opere e Palazzo Chigi. C’è stata una bellissima sinergia tra passato e presente in quanto tutti gli artisti hanno ragionato molto bene sull’opera da mostrare e sulla sua presentazione all’interno di Palazzo Chigi.

Giulia Cenci // SpazioA – Albert Samson // Massimo Minini PH: Sebastiano Luciano

GP: Quale è stato il fil rouge della fiera, c’è stato un tema che a tuo avviso ha prevalso su altri?

IG: Non c’è stato – volutamente – nessuno tema seguito. L’unica cosa che è stata evidente è che quest’anno molti artisti hanno lavorato sull’idea di passaggio del tempo.

GP: Il format di Granpalazzo si differenzia molto rispetto alle fiere nazionali ed internazionali di arte contemporanea, per la scelta di una location al di fuori di una grande metropoli, per il numero contenuto di realtà partecipanti e per la proposta nuova e frizzante delle gallerie. Da dove avete tratto ispirazione per creare questo evento così innovativo?

IG: La verità che è che abbiamo fatto ciò che ci sarebbe piaciuto visitare, costruendo un modello di fiera che avremmo voluto vivere da spettatori. Abbiamo cercato di ragionare in maniera indipendente. Un modello che forse ci ha inconsciamente ispirato è quello di Arte all’Arte.

Marine Hugonnier // NOGUERASBLANCHARD PH: Sebastiano Luciano

GP: A tuo avviso il modello tradizionale di fiera, prendiamo ad esempio le grandi e storiche fiere italiane come Arte Fiera, Artissima, Miart, andrà incontro ad un’evoluzione, ad un cambiamento?

IG: Dipende tantissimo dall’impostazione della direzione artistica e commerciale. E’ sempre un team di persone e il loro lavoro a determinare l’evoluzione di un progetto.

GP: Roma non ha una propria fiera del contemporaneo, pensi che GRANPALAZZO possa divenire la fiera identitaria della città eterna o ritieni che questo appuntamento debba mantenere le peculiarità fino a questo momento acquisite?

IG: Al momento crediamo che sia giusto che GRANPALAZZO mantenga la propria indipendenza e identità peculiare. In fondo è proprio questa posizione un po’ sbieca che ne ha determinato il funzionamento fino a questo momento.

Giulia Pardini

About the author

Giulia Pardini

Nata a Lucca, compie i propri studi tra Pisa, Venezia e Roma, specializzandosi in project managing e curatela nell’ambito degli eventi culturali. Attualmente vive a Roma dove lavora come assistente curatrice occupandosi di progetti legati ad artisti contemporanei.

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