Precipitato formale è la prima mostra fiorentina, curata da Pietro Gaglianò, interamente dedicata alla ricerca di Giuseppe Stampone (1974).
L’esposizione presenta tre grandi aree con nuove opere e progetti creati in collaborazione con altri artisti approfondendo i principali temi di ricerca dell’autore: l’attività pedagogica come metodo di lavoro per formalizzare le opere, il rapporto con la storia dell’arte, la relazione con altri artisti.
Attraverso una pratica che prevede un continuo passaggio di informazioni, la rivisitazione dei linguaggi visivi e verbali della storia, coniugazioni pedagogiche e collaborative, Stampone sintetizza le visioni e i processi nell’opera, che è la sintesi visibile, il precipitato formale in cui si trovano il tempo, lo spazio e le relazioni. La mostra fiorentina segna un simbolico punto di osservazione nel quale convergono due decenni di ricerca sul medium, dal disegno alle pratiche
relazionali, e sulla dimensione politica dell’arte. Tre tavole realizzate a inchiostro costituiscono il centro ideale della mostra; come pale d’altare, in un universo laico e dolorosamente, ma lucidamente, sensibile alle emergenze umanitarie del tempo presente, le opere reinterpretano tre capolavori della storia dell’arte europea il “Cristo deriso” di Beato Angelico, “Il ratto di Europa” di Rembrandt e “L’atelier del pittore” di Gustave Courbet. In questo sommo agone Stampone si misura con la necessità di riconnettere la cosiddetta civiltà occidentale alle proprie responsabilità, e apre una riflessione critica sulla posizione dell’arte rispetto alle sfere del potere, oggi come nel passato.
Una nuova opera del ciclo “Architecture of Intelligence” è realizzata con l’artista Jota Castro (1965) ed è incentrata sulla capacità pedagogica dell’arte. L’opera si sviluppa a partire dal continuo indagare lo spazio della percezione visiva, introducendo i temi della comunicazione come strumento egemonico, la retorica del potere, la capacità destabilizzante della frammentazione del linguaggio.
Nello spazio principale della galleria una grande mappa concettuale verrà creata con i contributi e la collaborazione di altri autori invitati da Stampone ad apporre un segno, un elemento trattato con la propria poetica e la propria sensibilità, nella cartografia che descrive i rapporti relazionali, il valore politico dell’arte, l’emergenza della condizione globale. Gli autori coinvolti sono: Bianco-Valente, Tomaso Binga, Stefano Boccalini, Ugo La Pietra, Loredana Longo, Claudia Losi, Ryts Monet, Alfredo Pirri, Eugenio Tibaldi.
Add Comment