SPECIALE ANGAMC TOSCANA – Alla mostra La Torre di Babele a cura di Pietro Gaglianò, la Galleria Il Ponte presenta l’opera di Zoè Gruni, Boto rosa, selezionata per l’esposizione in corso a Prato dedicata alle proposte delle gallerie associate ANGAMC Toscana.
Zoè Gruni, diplomata all’Accademia di Belle Arti di Firenze, oggi vive tra la natia Toscana e il Brasile. Nel 2010 si è trasferita negli Stati Uniti da dove ha partecipato a numerose mostre; le sue opere sono state presentate in eventi internazionali come la Biennale Giovani di Monza, la 54. Esposizione d’Arte Internazionale della Biennale di Venezia, la MexiCali Biennial e la Sur Biennal in California. Gruni parte dall’osservazione della memoria culturale collettiva e condensa nelle sue opere una rielaborazione simbolica di patrimoni sociali e antropologici come le tradizioni popolari e le leggende metropolitane. L’artista costruisce così un archivio di mitologie corali che oppone alla “società dello spettacolo” e alla produzione di massa di miti e immagini. Boto Rosa è l’interpretazione contemporanea di una leggenda indigena brasiliana. In questo progetto l’artista riprende temi ricorrenti nella sua ricerca: il recupero di forme ibride e ambigue, l’uso di materiali quotidiani e legati al contesto territoriale. La connessione tra la dimensione locale di queste mitologie e la loro universalità rivela la loro frontalità e la loro forza nei confronti dei sistemi di potere. Emerge così quanto tali storie servano a esorcizzare le paure globali e a conferire loro un confine. Oggi Boto Rosa connette anche i due continenti, e mentre la sua testa emerge a Prato la coda affiora dalle acque di una fontana nel giardino del Museu da Republica, a Rio de Janeiro, nell’ambito del progetto In- tervençoes Urbanas.
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