SPECIALE ANGAMC TOSCANA – Alla mostra La Torre di Babele a cura di Pietro Gaglianò, la Galleria Frdiano Farsetti presenta l’opera di Hermann Nitsch, Rosso, selezionata per l’esposizione in corso a Prato dedicata alle proposte delle gallerie associate ANGAMC Toscana.
Hermann Nitsch (Vienna, 1938) è uno dei principali interpreti della scena artistica a partire dalla metà degli anni Sessanta. La sua ricerca è una mimesi estensiva, in forma drammatica, della vita. In una Vienna del dopoguerra soffocata da un passato recente, incapace ancora di metabolizzarne i risvolti, concepisce il Teatro delle Orge e dei Misteri, opera totale wagneriana, liturgia collettiva di catarsi, al fine di purificare l’animo dell’uomo moderno, castrato e censurato da tabù e regole sociali. La sensibilità performativa di Nitsch si traduce nella centrale cura ritualistica per l’azione e il processo. Una cerimonia di vita e di morte, un’ode alla loro intensità dionisiaca, espiando, attraverso il sangue, il presente moderno. Tra i principali fondatori dell’Azionismo Viennese, il suo pensiero visionario fatto di simbolismi, indaga il corpo in una lucida oscillazione tra spiritualità ed erotismo esorcizzando i processi di rimozione della memoria storica collettiva. Nitsch ha esposto in numerose istituzioni in tutto il mondo, tra cui Documenta V e VII, la Biennale di Sidney nel 1988, il Centre Georges Pompidou, lo Stedeliijk Museum, il Kunstverein di Colonia. Nel maggio del 2007 inaugura l’Hermann Nitsch Museum. Rosso è una tela dal cromatismo ematico, che svela un processo in cui il pigmento è materia e fluido. La pittura è traccia di un atto teatrale e simbolico, che mette in mostra le lacerazioni e i grumi dell’esistente; la tela diventa il corpo che esibisce la follia emotiva. La materia sanguigna opera una transustanziazione, come spoglia sacra, reliquia metafisica da cui traspare una brutale bellezza.
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