Oggi, sabato 27 ottobre 2018 alle ore 17:30, a Palazzo Ajutamicristo a Palermo, verrà inaugurata Genius Loci. Dentro e oltre il racconto, mostra di Fabrice de Nola a cura di Desirée Maida.
L’esposizione, nell’ambito della VII edizione di I-Design e inserita nei programmi di Palermo Capitale Italiana della Cultura e Manifesta 12 Collateral Event fino al 4 novembre 2018, indaga sulla figura del Genio di Palermo e sui significati politici, religiosi e sociali che esso incarna, trasponendo su tela storie, miti, tradizioni e leggende che Fabrice de Nola raccoglie e organizza in nuove forme di racconto, concepite come architetture dell’informazione che si concretizzano attraverso la pittura e le tecniche multimediali.
Le vicende biografiche e la ricerca artistica di Fabrice de Nola da sempre si muovono ‘oltre i confini’, spesso abbattendoli per poi ricomporli, dando così nuova forma a racconti di storie, culture e identità. Figlio di madre italiana e padre belga e cosmopolita per vocazione (ha vissuto tra Messina – città in cui è nato –, Reggio Calabria, Palermo, Milano, Mechelen, Ginevra, Il Cairo, Roma e Tokyo, prima di stabilirsi nuovamente nel capoluogo siciliano nel 2010), de Nola fin dagli anni Ottanta sperimenta e dà vita a relazioni che vedono protagonisti diverse tecniche e linguaggi artistici, coniugando l’immagine pittorica tradizionale alle nuove tecnologie, come l’elaborazione digitale, il codice QR e la realtà aumentata. Tutti strumenti atti a estendere la narrazione tessuta tra le trame dei dipinti: racconti di tradizioni, di luoghi, di identità, di simbologie e credenze, di popoli.
Dal 2010, anno del suo ritorno a Palermo, l’artista si approccia alla figura del Genio, nume tutelare della città. L’interesse nei confronti del Genius loci nasce quasi per caso, per curiosità, da parte di un artista dalle origini ibride che sente l’esigenza di conoscere la storia del luogo in cui vive. ‘Panormus conca aurea suos devorat alienos nutrit’, ‘Palermo conca d’oro divora i suoi e nutre gli altri’, si legge nell’iscrizione che accompagna la statua del Genio custodita all’interno del Palazzo Pretorio. Un motto che sembrerebbe esaltare, stando all’interpretazione più diffusa, l’ospitalità della città nei confronti degli stranieri, facendoli sentire a casa propria.
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