Tra immagine e Performance, a cura di Aldo Enrico Ponis, in esposizione a Roma presso Fondazione MAxxi fino al 22 dicembre 2019, espone la documentazione di quattro performance da studio realizzate dalla fotografavElisabetta Catalano: un’occasione unica per conoscere da vicino il percorso di questa autrice.
Elisabetta Catalano (1944-2015) è stata una fotografa italiana la cui opera è indissolubilmente legata al mondo dell’arte e dello spettacolo. Arriva alla fotografia da autodidatta e sul set di 8 e 1/2, dove ricopriva il ruolo della sorella di Anouk Aimée, si fa notare da Federico Fellini per gli scatti che realizza durante le pause di lavorazione. Da lì inizia un sodalizio molto forte con le celebrità dello spettacolo che si fanno da lei immortalare in ritratti divenuti poi iconici: Pier Paolo Pasolini, Anna Magnani, Monica Vitti; lo stesso Fellini si fece ritrarre più volte da lei e utilizzò le sue foto come copertine per i propri libri. Ha lavorato per l’Espresso, Il Mondo, Vogue Italia e Vogue USA.

Negli anni ’70 decide di dedicarsi interamente al lavoro di documentazione della società dell’arte contemporanea. Weiner, Gilbert&George, Boetti, Merz, Pascali, Kosuth, De Dominicis, Pistoletto, Pisani sono solo alcuni tra gli artisti che con lei stringono un rapporto professionale. Molti di loro useranno un’immagine della Catalano per realizzare un’opera d’arte. Altri realizzeranno delle performance insieme a lei e solo con lei, dando vita a un vero e proprio genere, la performance artistica in studio, a porte chiuse, senza pubblico, realizzata solo in funzione dell’azione fotografica.
Tra immagine e Performance, a cura di Aldo Enrico Ponis, in esposizione a Roma presso Fondazione MAxxi fino al 22 dicembre 2019, espone la documentazione di quattro performance da studio realizzate dalla fotografa: Scultura Invisibile con Joseph Beuys del 1973, Lo Scorrevole, con Vettor Pisani, del 1972, Painting, con Cesare Tacchi, nel 1972 e Europa Bombardata, con Fabio Mauri nel 1978.
E’ proprio l’identità di ritrattista di Elisabetta Catalano a interessare gli artisti in un’epoca in cui il corpo e il volto umani divengono i materiali privilegiati dell’arte. Il nitido linguaggio fotografico di Catalano conferisce permanenza ad azioni altrimenti effimere fermando l’attimo nella posa, afferma Laura Cherubini, consulente scientifica della mostra.
In mostra diapositive, fotocolor, stampe storiche, corrispondenze e provini d’artista, documenti che raccontano la complessità del processo creativo: come nasce una performance? Quando e dove si è svolta? In quali spazi? Quali le interazioni tra artista, fotografo, performer, attori e collaboratori?
Tra ottobre e dicembre 2019 la mostra sarà l’occasione per un ciclo di incontri dedicato al rapporto tra performance e fotografia. Introdotti e moderati da Laura Cherubini, gli incontri verteranno sulla complessa relazione tra la performance e la sua riproducibilità.
Laura Carnemolla
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