Una nuova interpretazione del concetto di scultura e installazione quella in scena alla Galleria Eduardo Secci di Firenze, dove gli artisti Affiliati Peducci-Savini espongono in una mostra a cura di Valentina Gregori, in corso fino al 12 agosto 2017.
Il sodalizio Peducci-Savini, che nasce dalla comune passione per la scultura durante gli studi all’accademia di Belli Arti di Carrara, si fonda sulla medesima finalità: l’arte deve costituire un nuovo sapere, recuperando tecniche antiche per interrogarsi sugli aspetti quotidiani e migliorare la nostra condizione umana. Il primo interrogativo che sembrano porsi gli artisti nella loro ricerca è: Cosa significa oggi fare scultura? Nelle loro opere, mettere in congiunzione la componente materica del marmo e quella scientifica-concettuale. Il risultato è una nuova estetica della scultura che riflette molteplici e nascoste potenzialità del marmo.
Il termine “Affiliati” induce alla volontà di accogliere nel loro lavoro la presenza di altri esperti in grado di tradurre il loro modo di fare arte in altri settori. Ciò é testimoniato dalla stretta collaborazione con l’Università Normale di Pisa. Il loro lavoro diventa a sua volta oggetto di studio poiché in grado di osservare il dato scientifico sotto l’aspetto artistico.
L’Effetto Casimir non è altro che la traduzione pratica della teoria scientifica enunciata dallo scienziato olandese Hendrik Casimir sul concetto di vuoto: non si può parlare di vuoto assoluto perché vi è la presenza di fluttuazioni del campo elettromagnetico. Nel progetto espositivo le sculture in marmo sono collegate a barre conduttive che, messe a contatto con l’energia dello spazio circostante, sono in grado di azionare apparecchi elettronici.
Nella prima sala sono esposte le opere “Aphroditeenergy” e “Chilometri orari” la prima attiva uno specchio con luci led, mentre la seconda un orologio digitale. Stupisce la lucentezza del marmo che scorre nelle differenti parti anatomiche,rispettivamente, la testa e il piede che segnano l’inizio e la fine del corpo, dove mente e movimento si rendono visibili.
Nella seconda sala ci accoglie imponente l’opera “Fidia horseenergy”, l’espressività e la contrazione del volto del cavallo ben rendono la complessità del marmo, non facile da lavorare, ma che i due abili scultori riescono a modellare come fosse malleabile. L’energia del materiale passa dalla scultura a piccoli ventilatori in azione.
L’esposizione si chiude con “Faun’schestenergy” il torso del fauno in puro stile classico, equilibrato nella sua struttura corporea, grazie al bianco del marmo risplende elegante. A beneficiare dell’energia del “vuoto” sono due lampadine che sovrastano l’opera.
Tradizione e innovazione rappresentano momenti fondamentali della loro ricerca. L’esigenza di far sopravvivere il passato nasce dalla volontà di prolungare la scultura nel tempo. Le loro opere in marmo di Carrara non hanno scadenza, sono eterne, costituiscono memoria collettiva.
A Firenze, culla del Rinascimento, la sfida di promuovere l’arte contemporanea è vinta dal dialogo tra gallerista, curatore, artisti, università: il valore aggiunto di questa mostra.
Sara Ulivi
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