Nessuno può esimersi dal contatto con la cultura così come da quello con i social network, da essi siamo colpiti ed inconsciamente affascinati grazie alla quantità infinita di canali di trasmissione. Da un decennio a questa parte il mondo social è diventato il fulcro del marketing plan di ogni professionista, anche del mondo dell’arte e della cultura, e per capire meglio il legame tra questi due aspetti abbiamo intervistato Gaetano Graci, un giovane sviluppatore e gestore di pagine personali di artisti sui principali social network.
“Cultura è quella cosa che i più ricevono, molti trasmettono e pochi hanno.” Karl Kraus
Come il mondo dei social ha assunto un ruolo fondamentale?
Proviamo a pensare al passato, prima di internet. In genere un qualsiasi artista doveva autopromuoversi sul campo, portando la propria arte fisicamente in giro per il mondo per farla conoscere. In altre opere dava inizio ad una serie di azioni che poi si susseguivano a catena per creare un feeling con il pubblico. Ora le cose sono cambiate totalmente. Si pensi ad un musicista: prima era obbligato a contare esclusivamente sulle tournée, mentre ora, se lo vuole, basta che registri la propria musica, la condivida ed il gioco è fatto. L’attività una volta necessaria ora è diventata a tutti gli effetti collaterale al mondo digitale.
Quindi l’attività e la notorietà di un artista è direttamente influenzata dal social network?
In un certo senso sì, sono strettamente legate, ma bisogna ricordarsi che il mondo social è un’arma a doppio taglio. Quotidianamente io, come migliaia di persone, mi connetto ai vari canali social e non c’è giorno che non arrivi la notifica da parte di qualcuno che ti invita a visitare una determinata pagina o a leggere uno specifico tweet. Anche se a te di quella particolare persona e del suo settore di appartenenza non interessa molto, la curiosità spinge almeno a dare un’occhiata e questo rappresenta il momento cruciale. Se in qualche modo viene stuzzicato l’interesse di un probabile follower, allora quest’ultimo entra a far parte delle tua rete. Viceversa se quello che vede o legge non gli piace o lo urta in qualche maniera, allora c’è il rischio di subire una pubblicità negativa. Non c’è artista, scrittore, cantante o musicista che non abbia almeno una pagina personale di autopromozione, che essenzialmente funge da registro firme che si presentano sotto forma di like.
La pubblicità negativa è sempre esistita però…
Questo è indubbio. Il problema è la velocità di diffusione. Prima c’era il passaparola che impiegava giorni per giungere alle orecchie di tutti, ma con internet, quando viene pubblicato un commento, positivo o negativo, in pochi minuti centinaia di persone lo avranno già letto.
Come si possono attirare o meglio mantenere i propri follower?
Personalmente credo che un marketing plan in forma ridotta sia strettamente necessario. Prima di pubblicare qualcosa, da un evento ad una pagina di promozione personale, bisogna pensare ad un piano d’azione che permetta innanzitutto di attirare l’attenzione e, ancora più importante, di stimolare una curiosità tale da rendere fedele e non annoiato chi segue la pagina. In altre parole, non è sufficiente scrivere o pubblicare un’immagine, ma bisogna “fidelizzare la clientela”. Ad esempio bisogna creare un design accattivante e fornire continui aggiornamenti per tenere viva l’attenzione, ma senza dare troppe informazioni.
Pensando a Facebook, quanto è importante il numero di like in una pagina di promozione?
Pensiamo ad un artista. Egli pubblica la foto di una sua opera all’interno della propria pagina e non deve far altro che aspettare. In poche ore non cresce solamente il numero di like, ma in maniera più che proporzionale, aumenta il numero di persone raggiunte. Il like effettivamente è segno di prova che il marketing plan messo in atto funziona. Personalmente a volte paragono i “mi piace” alle ciliegie, uno tira l’altro!
Dal tuo punto di vista cosa significa utilizzare i social?
Innanzitutto per creare una pagina o un profilo su un qualunque social network bisogna avere un contatto diretto con l’artista perché, in un certo qual modo, diventi parte del suo mondo. Questa è un’attività ovviamente bidirezionale, mentre fai conoscere un artista fai conoscere te stesso.
Sicuramente il target di riferimento non è dato dalla totalità delle persone, i social vengono usati quotidianamente dai giovani e dalle persone fino ai 50-60 anni, oltre è un po’ difficile, ma è questo il pubblico che bisogna riuscire a far appassionare al mondo della cultura in ogni sua forma. La cosa più importante è far comprendere che certi social, come Facebook, non servono solamente a farsi gli affari degli altri, ma rappresentano un mezzo di comunicazione-diffusione efficace della cultura nella società contemporanea.
Giovanna Aliprandi
© Foto di Stefania Salvaggio
Add Comment