Abbiamo incontrato Susanna Schimperna, scrittrice, giornalista, astrologa, anarchica. Ha diretto «Blue», mensile di fumetti e di immaginario erotico, «Blue Derive», trimestrale libertario, «Cuore», settimanale di satira politica, e le riviste astrologiche «Il tuo segno», «Astromese» e «Astrorama». Ha scritto e condotto programmi televisivi (per La7) e radiofonici (per Radio3 e Radio2). Tra i suoi libri: Castità (ed. Ponte alle Grazie), Feet-l’ossessione erotica per i piedi (ed. Castelvecchi), Marte, il pianeta del sesso (ed. MareNero), Le amicizie amorose (ed. Mondadori), Abbandonati e contenti (ed. Mondadori), Perché gli uomini mentono (ed. Mondadori), Piccolo dizionario dell’eros (ed. Cairo), Eterne adolescenti (ed. Cairo), Il mio Volo Magico con Claudio Rocchi (ed. Campi di Carta), Cattivi Pensieri-appunti e metodi per lo studio della felicità (ed. Castelvecchi), Coincidenze d’amore (ed. Cairo).
Intervista a cura di Maria Rita Montagnani
MRM- Susanna, tu sei giornalista e scrittrice. Considerando che questi due termini non sono necessariamente complementari, quale ritieni che prevalga nelle tue opere? Dopotutto, il giornalista dovrebbe perseguire la verità, mentre lo scrittore la inventa…
S.S.- Sono una scrittrice che persegue la verità, anzi, addirittura la Verità.
MRM- Qual è la spinta, la molla creativa che porta un individuo alla necessità vitale di narrare?
SS- Il gusto per le storie e il desiderio di condividere questo piacere anche con altri. Prima che scrittrice o lettrice io sono stata un’affascinata e affamata ascoltatrice delle storie che mi raccontavano i miei nonni, i miei genitori, la mia bambinaia, gli adulti in genere che frequentavano casa mia.
MRM- Cosa pensi a proposito dell’enorme profluvio di aspiranti scrittori a cui si assiste oggi? È un segnale positivo o negativo per te?
SS- Negativo. È una banalità, ma si scrive tanto e si legge poco, si parla tanto e non si capisce nulla di quello che si ascolta.

MRM- Un tempo la gente affidava le proprie intime confidenze a un diario, oggi invece quasi tutti si piccano d’essere scrittori con l’insana pretesa di voler pubblicare ad ogni costo ciò che scrivono. Le tue riflessioni al riguardo.
SS- La tecnologia aiuta, oggi che è possibile autopubblicarsi. E se questo dà gioia, a livello individuale, perché no? I problemi sono altri: quello che pubblicano e spingono le grandi case editrici.
MRM- Il fatto che la scrittura stia diventando sempre più massificata, restringendo sempre più nella “nicchia” la buona letteratura, da cosa dipende secondo te?
SS- Il bisogno di guadagnare, di fare cassa. Per cui meglio il personaggio che va spesso in tv del più originale narratore che nessuno conosce e magari in tv non ha alcuna voglia di andare.
MRM- Cosa ti fa più paura, la vita o la morte?
SS- La morte degli altri.
MRM- È vero che irrazionalità, incongruenze e ipocondrie sono la materia prima della narrativa?
SS- Certo. Di Dostoevskij così come di Wodehouse.
MRM- Cosa cerchi attraverso i tuoi libri? Cos’hai trovato?
SS- Scrivendo (o discutendo) mi si chiariscono le idee, mi sembra quasi di attingere a un sapere che è molto oltre il mio. E poi mi diverto un sacco.
MRM- Sei d’accordo che non esista una coscienza felice?
SS- No.
MRM- In confidenza, puoi dirci qualcosa d’inconfessabile?
SS- Ho fatto molte cose di cui mi vergogno e a causa delle quali provo enormi sensi di colpa, ma non sono per nulla cose che non potrei confessare. Invece ci sono cose (penso a certe mie azioni politiche anarchiche) che sono “ottime” e di cui sono orgogliosissima, ma che per ovvie ragioni mi è impossibile confessare.
MRM- Mi costruiresti una micro-storia sulla tua visione del mondo?
SS- Questo universo e noi facciamo parte di un gioco di quelli che potremmo chiamare “dèi”. Gli antichi l’avevano già intuito.
MRM- Cos’hai perso nella vita che poi hai riacquistato con la scrittura?
SS- Purtroppo con la scrittura non ho riacquistato nulla, ho solo continuato a stuzzicare le ferite.
MRM- Che posto occupa il memento mori nella tua vita?
SS- Costante ma, aggiungerei, inutilmente costante.
MRM- E l’amore per te, è desiderio, illusione o una fatale necessità?
SS- Nulla di tutto questo. È una rarità che appare miracolosa ma è, insieme alla morte, la cosa che più ci dà un senso di realtà.
MRM- “Non so se lo noti, ma sei nei miei pieni e vuoti” dice una bella poesia (Milo Rossi), quali sono i “vuoti” e i “pieni” di Susanna?
SS- La sensazione di una solitudine assoluta (vuoti), le risate (pieni).
MRM- Qual è la cosa che ami di più? E quella che detesti di più?
SS- Non lo so. Cambio gusti, simpatie e antipatie verso le cose molto spesso.
MRM- se ti chiedessi l’incipit di un nuovo libro, così su due piedi, come inizieresti?
SS- Si accorse di essere più bello di quanto meritasse, più ricco di quanto credesse, più ricercato di quanto desiderasse; ma più annoiato di quanto potesse sopportare. Così prese una decisione drastica: domandare alla prima persona che avesse incontrato l’incipit di un nuovo libro. Avrebbe seguito quell’incipit, l’avrebbe tradotto in vita vera.
MRM- Descrivimi la vita con tre aggettivi (o tre sostantivi).
SS- Sorprendente, ingiusta, divertente.
MRM- Vorrei che ti facessi una domanda che non ti ho fatto a cui ti piacerebbe molto rispondere.
SS- “Tornando indietro, cambieresti qualcosa della tua vita, delle tue scelte?”. “Tutto”.
MRM- Il tuo desiderio più grande in assoluto.
SS- Che tornassero a vivere tutte le persone che amavo e che non ci sono più.
MRM- Le cose preziose stanno tutte nascoste…dove? Completa la frase.
SS- … ma nessuno sa dove, e cercarle è una splendida avventura.
MRM- Idee, timori, speranze per il futuro.
SS- Non penso mai al futuro. Fingo che non esista. È la mia strategia, naturalmente e inevitabilmente perdente, per non assumermi responsabilità.
Maria Rita Montagnani
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