Illustratore, biologo, zoologo e anche filosofo: come Ernst Haeckel ha rivoluzionato la scienza attraverso l’arte.
Con la rivoluzione scientifica del Seicento, propugnata da Cartesio e Galileo, la storia del pensiero umano avrebbe decretato una separazione netta tra l’Arte e la Scienza in quanto basate la prima sull’intuizione e la seconda sul ragionamento, due “linguaggi” tra loro ritenuti inconciliabili. Questo contraddiceva quanto aveva sostenuto ad esempio, nel IV secolo a.C., Pitagora, che riteneva che il mondo della natura, il mondo della matematica e il mondo della musica fossero interconnessi o quanto, durante il Rinascimento, aveva incarnato Leonardo da Vinci, artista poliedrico e scienziato geniale.
Il pensiero moderno e contemporaneo, con un’inversione di tendenza, sostiene strenuamente la dicotomia, o “schisi innaturale” secondo Primo Levi, tra sapere scientifico e sapere artistico, enfatizzando quanto l’uno possa influenzare e ispirare l’altro in modo proficuo. In questo connubio felice tra Arte e Scienza, nell’Ottocento, un posto privilegiato occupa certamente il biologo, zoologo, ma anche filosofo e artista tedesco Ernst Haeckel.

Nato a Postdam, in Prussia, nel 1834, sin dall’infanzia fu fortemente invogliato dai genitori a sviluppare una mente curiosa e aperta alla conoscenza: grazie al padre iniziò a mostrare interesse per Goethe e per i libri di esplorazione in luoghi esotici, come quelli del naturalista Humboldt; grazie alla madre, grande appassionata di giardinaggio, iniziò a disegnare e poi a dipingere piante e fiori, ma anche animali e paesaggi. E proprio questa predilezione per la pittura gli consentì di illustrare da sé i numerosi libri di zoologia e biologia che pubblicò nel corso della sua vita.
A segnare ulteriormente e profondamente il suo percorso sono, stati, in seguito due importanti avvenimenti:
- Vivat cellulae! Vivat Microscopia!
Negli anni del liceo, avvenne il suo primo incontro con lo strumento che gli ha permesso di esplorare il mondo dell’infinitamente piccolo e di studiare a livello cellulare i protisti e le numerose specie animali e vegetali: il microscopio.
- Di tutti i libri che io abbia mai letto, non uno è arrivato vicino a produrre su di me un’impressione talmente sopraffacente e duratura, come la tua teoria dell’evoluzione delle specie… da quel momento la tua teoria – posso dirlo senza esagerare – ha occupato la mia mente ogni giorno.
Un paio di anni dopo la sua pubblicazione, lesse “L’origine delle specie” di Charles Darwin e divenne un fervente sostenitore del darwinismo, tanto da contribuire notevolmente alla sua diffusione in Germania e nei Paesi in cui viaggiò.

Questi due eventi influenzarono il suo “mestiere” di scienziato e grazie a essi ha lasciato una bibliografia di tutto rispetto. Ma in questa sede a noi interessa ricordarlo come filosofo ma, soprattutto, come artista ed illustratore. Egli ha elaborato una concezione denominata monismo, una sorta di articolata fusione di scienza, filosofia e religione in cui un ruolo importantissimo ricopre la cosiddetta estetica monistica, secondo la quale il pieno godimento della natura è possibile attraverso il disegno e la pittura. Secondo Haeckel, l’Arte è fondamentale per entrare in contatto con la natura e pertanto avrebbe dovuto essere insegnata nelle scuole.
Questo suo amore sia artistico sia scientifico per la natura si è concretizzato nelle numerose illustrazioni contenute nei suoi testi. Sono disegni densi di particolari di organismi piccolissimi visibili solo mediante il microscopio. Appaiono incredibilmente grandi e sono coloratissimi e non sembrano entità naturali ma frutto della fantasia di un’artista, un’artista eccezionale chiamato Ernst Haeckel.
Margherita Musso
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