La connessione tra arte e natura esiste da sempre: ce lo dimostrano gli straordinari graffiti della Grotta Chauvet, risalenti al Paleolitico superiore, che con le loro straordinarie pitture rupestri di animali, costituiscono il più antico esempio di rappresentazione pittorica dell’umanità, come evidenziato nel docu-film di Werner Herzog “Cave of Forgotten Dreams” (2010).

Il legame inscindibile tra forme dell’esistente e opere d’arte si configura successivamente, a partire dal XVI secolo, come un genere di fatto autonomo che prende il nome di “Natura morta” e che annovera, tra i suoi principali esponenti, figure del calibro di Caravaggio, Arcimboldo, Jean-Baptiste Chardin; il paesaggio e gli elementi naturali sono altresì i protagonisti di buona parte della pittura in età romantica, basti pensare alle opere di William Turner e di Caspar D. Friedrich senza considerare la straordinaria interdipendenza tra architettura e paesaggio.
La maestosità dell’ambiente, le forze misteriose della luce e del vento, la bellezza ipnotica dell’acqua e le infinite varietà di colore offerte da fiori e frutti subiscono una mutazione interessante, nella seconda metà del Novecento, trasformandosi da oggetto della rappresentazione artistica a materiale di composizione, a vero e proprio soggetto che interagisce attivamente con l’artista stesso.
Per dirla in breve, si passa dalla natura morta alla natura viva, anzi vivente.
Iniziamo allora un breve viaggio in Italia alla scoperta di alcuni tra i più importanti parchi d’arte contemporanea outdoor che celebrano la natura e la sua condizione letteralmente esistente.
Arte e natura a nord-ovest
L’artista italiano che più di chiunque altro ha sviluppato il tema del rapporto “arte e natura” nella contemporaneità è senza dubbio Piero Gilardi che, non a caso, è anche l’ideatore e il fondatore del PAV-Parco d’Arte Vivente di Torino: si tratta di un centro sperimentale d’arte contemporanea costituito da un’area espositiva all’aperto e da un museo interattivo, volti ad indagare artisticamente il campo del vivente attraverso opere site specific, laboratori, incontri, eventi-spettacolo e attività di ricerca sui materiali organici e inorganici nonché sulle biotecnologie. Il prossimo 21 giugno inaugurerà la mostra collettiva Resilienza/Resistenza, a cura di Gaia Bindi e Piero Gilardi: un percorso di riflessione sulle strategie e sulle possibilità di superamento della crisi dell’Antropocene attraverso i lavori di artisti come Marco Bailone, Gea Casolaro, gruppo Wurmkos e lo stesso Gilardi.

Arte e natura a nord-est
Spostandoci a nord-est, ci imbattiamo in due straordinarie realtà del panorama di quella che i critici chiamano arte ambientalista: Arte Sella nella fiabesca Valsugana in Trentino e Art Park nello scenario di straordinaria bellezza della Carnia, in Friuli.

Arte Sella: the Contemporary Mountain nasce trent’anni fa ed oggi è costituito dal Percorso ArteNatura, che annovera opere come La Trincea della Pace di Michelangelo Pistoletto e la Cattedrale Vegetale di Giuliano Mauri, dagli spazi di Malga Costa, un’antica baita destinata agli animali riconvertita a luogo espositivo per le mostre temporanee, e dal Parco-Giardino di Villa Strobele che ospita installazioni di architetti di fama mondiale come Kengo Kuma e Michele de Lucchi. Arte Sella si contraddistingue per la forte contaminazione con le arti dal vivo, in particolare con la musica e con la danza, grazie al lavoro del direttore artistico, il violoncellista Mario Brunello; non a caso, ospiterà il prossimo 11 giugno un evento-anteprima del festival I Suoni delle Dolomiti con due ospiti d’eccezione ovvero Stefano Nanni e Vinicio Capossela. L’incasso della serata sarà interamente destinato alla ricostruzione degli spazi espositivi danneggiati dalla terribile tempesta Vaia dello scorso ottobre.

L’Art Park a Villa di Verzegnis, è un vero e proprio museo d’arte contemporanea a cielo aperto e fa parte di CarniaMusei, la Rete museale della Carnia. Il suo fondatore, il collezionista Egidio Marzona, per anni ha ospitato artisti di tutto il mondo a soggiornare nell’incantevole territorio alpino friulano e a realizzare opere ad esso ispirate. Bruce Nauman, Sol LeWitt, Mario Merz, tanto per citarne alcuni. Gli artisti, che hanno operato all’interno del parco, rappresentano tendenze come Arte Povera, Land Art e Minimalismo che prediligono la realizzazione di installazioni che dialogano con il paesaggio e con la natura circostante.
Arte e natura nel Centro Italia
Opera Bosco, ideato e fondato dall’artista belga Anne Demijttenaere, propone un percorso radicalmente opposto: qui le opere sono materialmente composte di elementi naturali e pertanto nascono, crescono, si sviluppano e muoiono. Situato nella suggestiva forra della Valle del Treja, nell’Alto Lazio, questo museo all’aperto celebra la simbiosi tra uomo e ambiente circostante in un’ottica ecocompatibile tant’è che, non a caso, si costituisce come un laboratorio a forte valenza didattica ed educativa, proponendo laboratori che integrano saperi geo-storici, artistici e geologici.

Arte e natura nel profondo Sud
Nel profondo sud dello Stivale, immerso nella Vallata del Torbido nel cuore della Locride, sorge il MUSABA Parco Museo Laboratorio di Santa Barbara, fondato nel 1969 dall’artista Nik Spatari e dalla curatrice d’arte Hiske Maas. Si tratta di un progetto tuttora work in progress, intriso di coraggio e determinazione, che recupera un sito archeologico e storico di grande rilievo sepolto dall’oblio e dalla inefficienza degli enti locali e nazionali, trasformandolo in un cantiere d’arte contemporanea en plein air. Spatari, pittore, scultore e architetto, amico di Picasso, Ernst, Cocteau, allievo di Le Corbusier, è un artista visionario e fuori dal comune: dopo aver girato il mondo e collaborato con importanti gallerie ed istituzioni culturali prestigiose, ha deciso di ritornare nella sua terra d’origine, in Calabria, assieme alla donna che nel frattempo è diventata la sua compagna di vita e di recuperare questo luogo meraviglioso trasformandolo in un parco d’arte contemporanea. La collezione e le installazioni sono costituite da opere dello stesso Spatari e, tra gli altri, di Mimmo Rotella, Enrico Baj, Ferdinando Chevrier, Stevi Kerwin, Masafumi Maita, Petra Rhijnsburger.
Cristina Cassese

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