Arte e Fotografia

Antony Gormley | Body Space Time

Galleria Continua presenta a San Gimignano, fino a domenica 4 settembre 2022, Body Space Time, la personale dell’artista inglese Antony Gormley, uno dei più grandi scultori inglesi contemporanei. Questa mostra rappresenta un nuovo tassello della consueta indagine dell’artista sul corpo, come luogo e sulla strutturazione dello spazio. Pur basandosi sull’esperienza soggettiva dell’artista, le opere in mostra chiamano in causa i corpi degli spettatori e i loro movimenti all’interno della galleria. Gormley riflette sul presente e sulla relazione, sempre più complessa, fra uomo e natura, avvicinando la massa e lo spazio, ricorrendo al linguaggio del corpo. 

Nato a Londra nel 1950, Antony Gormley è un artista noto per le sue sculture monumentali e opere d’arte pubblica, che, a partire dagli anni ’60, affrontano temi fondamentali relativi alla posizione degli esseri umani in rapporto con la natura e il cosmo. Non solo, Gormley cerca inoltre di identificare lo spazio dell’arte come luogo del divenire, in cui possono nascere nuovi comportamenti, pensieri e sentimenti. Numerosissimi i premi che Gormley ha ricevuto in quarant’anni di carriera: il Turner Prize nel 1994, il South Bank Prize for Visual Art nel 1999 e il Bernhard Heiliger Award for Sculpture nel 2007. Nel 1997 gli è stato conferito il titolo di Officer of the British Empire (OBE); inoltre è membro onorario del Royal Institute of British Architects, dottore ad honorem presso l’Università di Cambridge, insegna al Trinity e al Jesus College, sempre a Cambridge. Accademico Reale dal 2003, nel 2007 Gormley è entrato a far parte del consiglio di amministrazione del British Museum. 

Galleria Continua aveva già presentato l’artista inglese a San Gimignano per la prima volta nel 2012, con la mostra dal titolo Vessel, un progetto espositivo di grande impatto, in cui l’opera principale che dà il titolo alla mostra, era una grande istallazione in ferro che occupava quasi tutto lo spazio dell’ex cinema-teatro, in cui ha sede la galleria, composta da trentanove parallelepipedi di acciaio sovrapposti, a rappresentare un uomo a forma di città. La mostra si estendeva poi anche al di fuori della galleria, nelle strade e nelle piazze di San Gimignano, mediante l’esposizione di sei calchi identici del corpo dell’artista, posizionati in maniera strategica. Da allora Gormely ha visitato molte volte la Toscana, memorabile fu la mostra Human nel 2015 a Firenze al Forte Belvedere, che vedeva riunite più di 100 opere, distribuite nelle sale interne della palazzina, sui bastioni, sulle scalinate e sulle terrazze, occupando ogni lato della fortezza cinquecentesca, con le sue straordinarie viste sulla città e sulle colline circostanti.

Per la prima volta con la mostra in corso a San Gimignano, Gormley vuole documentare le varie fasi di lavorazione delle sue opere, dallo stato grezzo fino all’alta finitura; fusioni in unica forma, accanto a elementi costituititi da blocchi, che saranno semplicemente accostati o impilati gli uni sugli altri. In tal modo il percorso espositivo si farà teatro di un’interazione tra fisso e mobile, aperto e chiuso, massa e spazio. Tra le opere esposte da notare è Space, composta da una nuvola ancorata a terra formata da un reticolo di elementi interconnessi di acciaio inossidabile, in dialogo con Body, un cubo in ferro massiccio fresato pesante due tonnellate. Ma il centro dell’esposizione è dato dall’opera Frame II, una struttura corpo-spazio della grandezza di una casa, composta da telai di alluminio interconnessi, concepita per essere vista dalla platea e dalla balconata del vecchio cinema. 

Le sue sculture arrivano a raggiungere forme sempre più astratte e geometrizzate, utilizzando forme modulari standard, che vengono assemblate per ricomporre corpi e figure nello spazio. Ferro acciaio, ghisa, ritagliati in cubi, intrecci, fili di metallo, griglie, cinghie, ogni opera diventa per l’artista un pretesto per assecondare la sua ossessione: una continua ricerca di sublimazione del corpo umano eternizzato, o cristallizzato, in un preciso movimento nello spazio. Ma in quest’ultima mostra a San Gimignano, c’è forse una riflessione in più, quella sulla caducità e sull’eternità, che l’artista sembra suggerire allo spettatore, e che trascende il corpo per farsi vuoto o spazio, quasi un’ammissione di un bisogno di leggerezza, che condividiamo tutti dopo più di due anni di costrizioni a causa della pandemia.

Cecilia Barbieri 

About the author

Cecilia Barbieri

Nata a Firenze, dove vive e lavora, ha conseguito la Laurea in Storia dell’Arte all’Università di Firenze. Ha lavorato nell’organizzazione di mostre ed eventi e ha curato nel corso degli anni diverse pubblicazioni di Storia dell’Arte e di Storia del territorio. Giornalista pubblicista collabora costantemente come freelance con diverse testate di settore.