Arte e Fotografia

Annie Leibovitz e le sue donne

«La diversità, l’arte contemporanea e l’eccellenza.» È con queste tre parole-chiave che Fabio Innocenzi, Country Head del Gruppo UBS in Italia, apre la presentazione di Women: New Portraits, l’ultimo progetto di Annie Leibovitz, leggenda vivente della fotografia contemporanea.

Un progetto itinerante, ambizioso e in continuo sviluppo, voluto e finanziato da UBS come parte della grande iniziativa intrapresa dal gruppo bancario a sostegno dell’arte contemporanea, e soprattutto per ribadire il proprio impegno sociale nei confronti delle donne di qualsiasi età, genere e background sociale e religioso, e del ruolo insostituibile che esse rivestono oggi, all’interno dell’azienda come in tutto il settore.

Ma è anche un progetto che affonda le sue radici nel passato, poiché pensato come evoluzione di quella serie di fotografie realizzate dalla Leibovitz nel 1999 insieme alla compagna Susan Sontag chiamato “Women”. E infatti il titolo è quasi identico, perché ci sono sempre le donne al centro della ricerca della Leibovitz, fin da quando quindici anni fa cominciò ad immaginare un lavoro fotografico che valorizzasse e testimoniasse il ruolo della donna nelle società odierne: quelle scelte da Annie sono da sempre donne di potere, intelligenti, ispiratrici, ma anche donne comuni, coraggiose, fiere, pioniere ed innovatrici in ogni settore del fare e del conoscere umano.

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La nuova serie, presentata in un grande tour che tocca dieci città del mondo tra cui appunto Milano, si alimenta di nuovi scatti ad ogni tappa. Scatti che non raffigurano più solamente la bellezza o il potere, ma anche la capacità di influenzare le masse. Dunque nei New Portraits troviamo anche personaggi fuori dagli schemi come l’attivista transgender Caitlyn Jenner, oltre a personalità provenienti dall’ambiente musicale come Adèle e Patti Smith, dallo spettacolo come la comica Amy Schumer, l’attrice ed autrice Lena Dunham, la regina indiscussa delle serie tv Shonda Rhimes, e anche dalla moda, specie quella italiana che la Leibovitz stima molto: tra i prossimi appuntamenti potrebbero esserci Miuccia Prada ed Elena Ferrante. La fotografa non nasconde il desiderio di avere l’occasione in futuro di poter fotografare Hillary Clinton nelle vesti di presidente, con un sorriso beffardo di soddisfazione ed i piedi ben piantati sulla scrivania dello Studio Ovale. Sogno o profezia? Nell’attesa, ce n’è per tutt i gusti: artiste, musiciste, attrici, amministratrici delegate, scrittrici, filantrope, avvocati, chef.

 

Ascoltando i racconti della Leibovitz si può facilmente comprendere quanto la scelta della location sia fondamentale nella costruzione di qualcosa che deve raccontare una storia, una personalità, una vita nel breve tempo di un’istantanea: per questo ogni fotografia ha un’ambientazione, un’illuminazione, una scena a sé, come nel caso di Katie Ledecky, pluricampionessa di nuoto a stile libero, ritratta da Annie direttamente sott’acqua, nel momento della virata, così da lasciare al suo corpo in tensione il compito di costruire una narrazione visiva di grande suggestione.

Annie Leibovitz - ©Michela Bassanello

Come la Leibovitz tiene a precisare, la sua non è una ricerca sulla bellezza intesa nel senso tradizionale, ma sul modo in cui queste persone hanno cambiato o stanno cercando di cambiare la situazione della donna negli ultimi decenni. Perché, come spiega l’attivista Gloria Steineim, «Le donne non sono mai state rappresentate come esseri completi. Il progetto è teso a correggere questa realtà. Ognuna di queste fotografie è un romanzo.»

Annie Leibovitz - ©Michela Bassanello

E infatti proprio Gloria Steinem, ritratta anch’essa nella nuova serie di Women e autrice di My life on the Road, il racconto della sua personale esperienza nel movimento globale per la difesa dell’uguaglianza di genere, è coordinatrice insieme alla Leibovitz del ciclo di conferenze dal titolo “Women for Women” che prosegue di pari passo con le tappe del tour espositivo, i cui incontri sono volti ad approfondire e discutere su temi di rilevanza globale e locale sui diritti delle donne.

Le fotografie rimarranno in esposizione a Milano dal 9 settembre al 2 ottobre, all’interno degli spazi ombrosi e suggestivi della Fabbrica Orobia 15.

Testo e fotografie di Michela Bassanello 

Maxischermi alla Fabbrica Orobia 15 - ©Michela Bassanello

About the author

Michela Bassanello

Nata nel mese di marzo del 1990. Ha studiato lingue al liceo e poi Scienze dei Beni Culturali e dello Spettacolo all’università Statale. Dal 2015 lavora come assistente di galleria (da gennaio 2017 per Galleria PACK di Milano) e nel tempo libero scrive online di arte e fotografia.

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