Lo scorso 22 settembre, è stata inaugurata a Milano presso lo spazio espositivo Gli eroici furori la mostra, promossa da Sellerio Editore, sull’artista siciliano Aldo Pecoraino.
La mostra è stata un omaggio al pittore nel ricordo della profonda e lunghissima amicizia fra Enzo ed Elvira Sellerio che di Pecoraino sono stati, oltre che affettuosi amici, anche primi collezionisti.
Curata da Silvia Agliotti e Alessia Locatelli, con il cordinamento di Monica Masiero (Sellerio Editore) con questa prima mostra sono state scelte alcune tra le opere più significative dell’artista: nature selvagge in forma di alberi.
Una selezione di oltre venti oli su tela, opere dipinte fra gli anni settanta e ottanta insieme ad alcune recentissime.
Secondo il mio punto di vista, l’arte figurativa di Pecoraino si orienta a descrivere una natura vitalizzata, mortificata, post-verista, ed attenta a codificare con un simbolo (la quercia) una realtà che decanta il vernacolo e le maniere identificative delle società rurali e contadine.
Inseguendo la madre terra, Pecoraino, accerchia i suoi soggetti raffigurati creando una sceneggiatura di isolamento, come un ‘fermo immagine’. L’à plat di Pecoraino è dato dall’impulsività nel colore e dalla carica di energia nella calligrafia segnica. Alberi isolati dentro la terra, per la terra, per l’umanità, che ricordano: la nostalgica visione della Terra Impareggiabile (1955-1958) di Salvatore Quasimodo; le inquadrature di alcuni campi totali del cinema di Tornatore. Una tradizione pittorica quella di Pecoraino che esplorandone il calore, il dna dell’identità isolana, ne svela mistero e fascino percettivo.
Biografia
Aldo Pecoraino nasce il 10 dicembre del 1927 e inizia giovanissimo a disegnare e dipingere. Si diploma in pittura all’Accademia delle Belle Arti di Palermo nel 1954 dove terrà la cattedra di restauro fino al 1996.
Fra gli anni ‘50 e ’60 vince numerosi premi per le arti figurative. Sono anni di intensa attività artistica ed espositiva e di sodalizio, amicizia e crescita con l’ambiente intellettuale palermitano. Primi fra tutti Enzo e Elvira Sellerio, che gli saranno sempre accanto e diverranno i suoi principali collezionisti, Leonardo Sciascia, lo scultore Giacomo Baragli, il fratello scultore Mario Pecoraino e molti altri.
E’ del 1989 un’importante antologica, allestita presso la Civica Galleria d’Arte Moderna di Palermo, con testi e interventi di Vincenzo Consolo, Vittorio Fagone e Maria Giuseppina Mazzola.
Dal 1993, dopo un’ultima mostra a Gibellina, “Il canto della Terra”, trascorre un periodo di isolamento dalla kermesse artistica, ma continua a dipingere e a esprimere la sua visione di Sicilia e di natura.
Nel 2010 riprendono le esposizioni, personali e collettive, l’ultima nel 2015 dove espone a Castellana Sicula presso il Club Culturale Castellanese, “La vita per la pittura, visioni madonite” a cura di Filippo Pecoraino.
Vive e lavora tra Palermo e Gibilmanna dove ritrae all’infinito la magica quercia immortale di Piana delle Fate, sopravvissuta all’epico incendio, che anni fa distrusse in parte anche la sua abitazione.
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