Si rinnova la collaborazione tra Alberto Orioli e Galleria Antonia Jannone, a distanza di tre anni da Vite di Carta, con una nuova mostra e un contributo critico di Emilio Isgrò. Non ci fossero i pittori, i quali negli ultimi cento anni hanno riempito i loro quadri di parole più che di colori, probabilmente la comunicazione verbale non avrebbe un futuro. Invece basta frequentare biennali e manifestazioni d’arte per constatare senza fatica che la lezione della poesi visiva (nelle sue varie declinazioni concettuali) è andata veramente a buon fine. E oggi non c’è artista che non avverta il bisogno di inserire nelle proprie opere una virgola vagabonda, una vocale malinconica, una frase possibilmente in inglese basico. Oppure, nei casi più sofisticati, qualche verso di Hölderlin (se il pittore è di area tedesca) o di Puskin (se l’artefice viene dalla Siberia). Si tratta di quella irresistibile nostalgia della parola umana che gli stessi scrittori non riescono più a soddisfare in una società in cui le notizie vengono letteralmente frullate con il verbo che le trasporta.
Ma può anche essere un modo per diversificare, attraverso le lingue, le immagini pittoriche (principalmente quelle digitali) che sembrano tutte uguali a tutte le latitudini… Emilio Isgrò In mostra una selezione di collage a tecnica mista realizzati con ritagli di giornali provenienti da tutto il mondo e con viti e minuterie metalliche che conferiscono alle opere un’originale tridimensionalità.
Pre-testi diventa l’occasione per affrontare la parola che, svuotata di significato, diventa puro piacere visivo e suggestione alla ricerca della “lingua madre”, ma anche un alibi per ragionare sui profondi cambiamenti dell’informazione e del linguaggio alle prese con la transizione digitale. Alberto Orioli, ferrarese trapiantato a Milano, vicedirettore ed editorialista del Sole 24 Ore, è giornalista da oltre 30 anni e si occupa di lavoro, economia realee politica economica. È autore con Carlo Azeglio Ciampi di Non è il paese che sognavo (Il Saggiatore) e di Figli di papà a chi? (Il Sole 24 Ore). Del 2012 lamostra Vite di Carta a Milano e del 2013 Menabò a Firenze presso Le Murate e Costruzioni di parole ad Abano Terme negli spazi di Galleria Artissima Contemporanea.
Nel 2015 espone a Ferrara presso Galleria del Carbone e a Roma alla Casa dell‘Architettura. Antonia Jannone apre la sua galleria nel 1979, scegliendo come campo d’indagine il disegno d’architettura: una forma d’arte capace di uscire dalla funzione strettamente progettuale e di esprimere il lavoro più intimo e poetico degli architetti. Da allora si è affermata come punto di riferimento della scena culturale, realizzando progetti insieme ai grandi nomi dell’architettura italiana e internazionale, quali Ettore Sottsass, Vittorio Gregotti, Aldo Rossi, Alvaro Siza, Andrea Branzi, Michele De Lucchi, Ugo La Pietra, Gaetano Pesce, Mario Botta, Aldo Cibic. Affianca alla programmazione strettamente legata all’architettura, mostre di pittura (da Arrivabene a Velasco Vitali), scultura, fotografia (da Ferdinando Scianna a Carlo Orsi) e design. Situata al civico 125 di Corso Garibaldi, la galleria si affaccia su un cortile immerso nel verde.
Alberto Orioli . Pre-testi
inaugurazione mercoledì 3 febbraio 2016 ore 18.30
3 febbraio – 28 febbraio 2016
catalogo in galleria con testo di Emilio Isgrò
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