Siamo andati dietro le quinte della storica sede dell’Accademia di Belle Arti di Palermo di Palazzo Fernandez per esplorare il lavoro di ricerca artistica e didattica sviluppato nel corso di questo ultimo biennio dall’Ente di Alta Formazione Artistica.
Il prof. Mario Zito, direttore dell’Accademia, ha aperto ai lettori di Memecult gli ambienti che custodiscono i tesori della Gipsoteca. L’itinerario del percorso espositivo evidenzia l’idea di conservare il patrimonio storico esistente: l’annesso Gabinetto dei Disegni e delle Stampe, la storica Biblioteca (quest’ultima tra l’altro contenente un vasto assortimento di libri specializzati sul contemporaneo con una rara ed intera raccolta di libri del progetto IMAGO MUNDI di Luciano Benetton).

Palazzo Fernandez.
Il Gabinetto dei Disegni e delle Stampe, composto da circa cinquecento opere, custodisce repositoria postmoderni del Basile, disegni, studi preparatori di Pietro De Francisco, Campini, incisioni del Piranesi, etc.
Ed attraversando le sale nella quali sono esposti i calchi della Gipsoteca, il prof. Zito evidenzia: Chi studiando all’Accademia non si è dovuto scontrare con la testa del celeberrimo David di Michelangelo Buonarroti?.
Gipsoteca come conservazione e memoria delle tracce lasciate dagli studi su carta che sviluppavano e che ancora oggi sviluppano gli studenti nel Disegno dal Vero. Principi accademici metodologici di un tempo Neoclassico che, affiancati dalle innovazioni mediali e contemporanee i-tech, si aprono alla formazione trasversale della sperimentazione linguistica e semiotica nella comunicazione delle nuove arti visive.

photo by Gabriele Romeo
Tra le mostre e gli eventi che si sono svolti nel corso di questi ultimi due anni e che hanno visto il coinvolgimento dell’Accademia palermitana nel proporre una ricerca sui linguaggi artistici contemporanei, il Prof. Zito ricorda Terra, Acqua, Fuoco (La ceramica tra continuità ed innovazione); Osservazioni > iamac-cnr Capo Granitola; Residenze \ tra identità e memoria; OltreMare (Un progetto per il futuro della Biodiversità del Mediterraneo).
Un avvicinamento sul mondo del contemporaneo, una didattica proiettata al contemporaneo, così come si evince dalla presenza dell’Accademia allo ZAC (Zona Arti Contemporanee ai Cantieri Culturali alla Zisa di Palermo), alle collaborazioni: con SAPS (Gruppo Sperimentale Arte e Percezione Sicilia), Riso (Museo d’Arte Contemporanea della Sicilia).
La didattica si evolve in soluzioni attente a soddisfare le esigenze dello studente con le modalità di interazione grazie a lezioni interdisciplinari. Tra i nuovi corsi di laurea particolare attenzione viene rivolta all’Arte Sacra Contemporanea e alla Progettazione dei sistemi espositivi e museali, corsi di studio utili a proiettare la formazione dello studente verso l’ambito professionale dell’arte contemporanea.

photo by Gabriele Romeo
Palermo cambia volto anche se il processo di ricerca artistica sperimentale risulta a volte ostico all’interno di una cultura radicata nelle proprie tradizioni. Ma la novità consiste nel guardare al futuro e l’Accademia di Belle Arti di Palermo concorre ad uno spirito di rinnovamento culturale, morale, sociale, promuovendo un’evoluzione dei mestieri che un tempo erano racchiusi sotto il nome delle “arti applicate” – vale a dire l’artigianato (ceramica, mosaico, etc.) – in processi utili all’industria culturale italiana ed internazionale.

photo by Gabriele Romeo
Il processo di riforme scolastiche rivolto alle Accademie di Belle Arti ha chiamato l’attenzione nel formulare contro-riflessioni sui possibili miglioramenti della didattica seguendone i modelli presenti negli alti enti di formazioni dei Paesi Europei. Così, l’Accademia cambia orientamento didattico, comprendendo la necessità di spingersi in attività extracurricolari. Le residenze, per esempio, si mostrano come percorso sempre più crescente in cui gli studenti-artisti hanno modo di mettere in pratica le loro ricerche individuali e collettive. Superando i dogmi del nozionismo, l’Accademia di Palermo – come tante altre – si apre a una metodologia cantieristica nella quale la necessità di fare apprendere agli studenti gli strumenti tecnici, performanti, concettuali, ideetici, dà loro – uno volta completati gli studi – la formazione e l’esperienza necessaria per immetterli nel mondo del lavoro.
Tre sedi, tre storie, tre luoghi di action-formation che, tra Palazzo Fernandez, Palazzo Santa Rosalia e i Cantieri Culturali della Zisa, offrono la possibilità di creare nuove memorie identitarie per una Palermo contemporanea e consapevolmente aperta all’innovazione.
Gabriele Romeo
Add Comment