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Il “Frida Kahlo marketing”: un’esagerazione?

Frida Kahlo è una tra le artiste del ‘900 che sta conoscendo una riscoperta senza eguali: da qualche anno a questa parte la pittrice messicana è al centro di un sistematico ampliamento d’interesse da parte di media e social network, che però, va detto, in molti casi non contribuisce a valorizzare una personalità così complessa, sensibile, eterogenea. E se è limitante circoscriverla unicamente alla sua parte più sofferente, malinconica e saturnina, è altrettanto fuorviante ricondurla a una sorta di eroina da Colosseo, o peggio, da circo, contribuendo più alla mercificazione della sua persona che non a una reale ri-scoperta, creando confusione al posto di informazione.

È degli ultimi giorni la notizia della creazione di una nuova collezione di 60 emoticon a lei ispirate: Frida con la scimmietta, Frida con il monociglio che si taglia i capelli à la garçonne, Frida che saltella tenendo per mano il suo alter ego. Chissà in quali contesti verranno utilizzate, queste emoticon, e chissà quale sarà il prossimo trend che la pittrice messicana ispirerà (suo malgrado). Nella sezione dei commenti del sito inglese che ha lanciato la notizia, si legge una risposta icastica a un utente decisamente poco informato sulla vita e sulla pittura della Kahlo: “Stop learning from posts on Facebook“. E forse è proprio questo uno dei problemi principali.

Serena Vanzaghi

About the author

Serena Vanzaghi

Serena nasce a Milano nel 1984. Dopo gli studi in storia dell'arte, frequenta un biennio specialistico incentrato sulla promozione e l'organizzazione per l'arte contemporanea. Dal 2011 si occupa di comunicazione e progettazione in ambito artistico e culturale.

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