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2° giovedì del mese | Il Matrimonio

È ancora in voga oggi il matrimonio oppure no? Dal Royal Wedding al Social Ferragnez, indaghiamo questo rito che unisce ufficialmente un uomo e una donna o persone dello stesso sesso, e quanto sia ancora comune. 

All’inizio del mese abbiamo assistito all’autoproclamantesi matrimonio dell’anno tra Chiara Ferragni e Fedez. Bastava cercare su Instagram l’hashtag #TheFerragnez, ed ecco comparire foto e dirette video di questo matrimonio social celebrato a Noto, in Sicilia. L’arrivo della sposa, lo scambio delle promesse. Damigelle, invitati non troppo vip, scenografie e abiti griffati. Tutti erano virtualmente invitati e tutti potevano seguirlo, sbirciare, occhieggiare, in un certo senso partecipare.

Le persone più o meno famose e facoltose hanno effettivamente la tendenza a sposarsi e fare figli. Altri matrimoni mainstream sono infatti quelli dei reali, soprattutto inglesi, seguitissimi in Italia.

La stessa cosa vale per le persone meno abbienti, per le quali il matrimonio rimane un sacramento imprescindibile nella grama vita dell’individuo. E le persone comuni?

Perlopiù, oggi, prevale la tendenza a fare figli senza sposarsi. Ad unirsi senza consacrare l’unione. A non prendere obblighi legali, ma semmai solo di procreata consanguineità che non vincola a stare concretamente insieme tutta la vita.

Perché, come dimostra il fatto che fidanzamenti pluriennali si sfasciano poco dopo il pronunciamento del fatidico sì, il matrimonio porta con sé una sacralità e anche un peso non indifferente. Stare semplicemente insieme dà l’idea di maggiore libertà. Si può sempre fuggire una notte in segreto, non tornare dopo essere andati a comprare le sigarette. Niente realmente ci vincola.

Il matrimonio invece è un rito, può avere una valenza religiosa e sicuramente ce l’ha civile.

Per quello, almeno in Europa, sentiamo il peso di questo passo e la maggior parte delle persone attualmente tende a non compierlo. Oltreoceano invece le cose stanno diversamente e, come Beautiful insegna, ci si sposa con estrema facilità così come si fa presto a divorziare, vivendo quindi con più superficialità, al solito, gli affari della vita.

Il matrimonio è in effetti un affare, una sorta di contratto e un dovere. Se si guarda l’etimologia, c’è il genitivo matris unito al suffisso monium che rimanda a munus, quindi letteralmente indica il “dovere della madre”, ovvero della donna ad unirsi con un uomo per diventare madre.

Chiaramente oggi questo aspetto procreativo del matrimonio è stato superato e, come dicevamo, c’è più la tendenza a far figli senza sposarsi, piuttosto che a sposarsi per fare figli.

Ecco che allora si sono diffusi anche i matrimoni tra persone dello stesso sesso, senza fini procreativi appunto.

Comunque sia, il matrimonio è un rito che suggella un passaggio di stato, il fatto di intraprendere un percorso nuovo. Magari due persone erano già conviventi da anni, avevano già figli… eppure quando torneranno a casa dopo quel giorno di festa qualcosa sarà inevitabilmente cambiato e il rapporto non verrà vissuto alla stessa maniera. Anche i più scettici e nichilisti non possono, dunque, eludere la sacralità dello sposalizio.

Al di là di questo significato aulico, il matrimonio è anche semplicemente una festa, se si vuole una baracconata, come sottolineato dai già citati Ferragnez, che hanno ambientato i festeggiamenti proprio all’interno di un Luna Park.

 

In effetti, tutti vestiti eleganti. Donne con tacchi, cappellini e pochette. Uomini incravattati e incamiciati, con le scarpe lucidate. Pietanze e bere in abbondanza. Musiche e sale da ballo, in cui anche le vecchie zie possono concedersi un trenino dopo qualche bicchiere di troppo. Il tutto dalla sacralità della cerimonia può trasfigurare in una prosaica e forsennata baldoria.

Però, in effetti, le feste possono essere fatte per qualsiasi cosa. È il senso del rito e del passaggio di stato quello che rimane e spaventa. I dati ISTAT ci dicono, infatti, che in Italia negli ultimi dieci anni c’è stato un calo dei matrimoni del 17,4% e un invecchiamento dei nuovi mariti e mogli.

Chissà se anche questo aspetto sacro nella crescita di un individuo andrà piano piano scomparendo per lasciare il posto a forme contrattuali di diverso tipo che azzereranno la spiritualità.

Alessandra De Bianchi

About the author

Alessandra De Bianchi

Classe 1984, due figli maschi, un gatto, un marito e una laurea magistrale in Filosofia. Lavoro: scrittura e correzione testi su commissione come libera professionista, per chiunque ne abbia bisogno. In passato: galleria d’arte, casa editrice e ufficio stampa, collaborazioni come editor, organizzazione eventi e partecipazione come autrice al romanzo In territorio nemico, minimum fax 2013.

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