Riconoscere una pellicola da un fotogramma o da una singola scena: per la maggior parte dei film è impossibile, ma molti sono ormai entrati a far parte dell’immaginario collettivo, emblematici o caratteristici di un periodo storico, riconoscibili al primo istante. Alcuni di essi sono diventati addirittura altro dal cinema stesso: quadri, pitture, tatuaggi, magliette, tazze, meme, figure e molto altro, cose molte differenti da quelle per cui sono stati concepiti. Eccovi quindi le 10 scene più famose di tutti i tempi.
10) La partita a scacchi con la morte ne Il settimo sigillo (1957)
La trama è molto semplice ed il film è di quanto più simbolico ed ispirato ha fatto Bergman in carriera.
Il cavaliere Antonius Block (Max Von Sydow), reduce delle crociate, decide di tornare in una Svezia colpita dalla miseria, sgomento e pestilenza. Davanti a lui gli si para una figura dal volto bianchissimo e con il corpo avvolto in un enorme mantello nero e non è altro che la Morte (Bengt Ekerot) che reclama la sua anima, essendo giunta la sua ora. Block allora chiederà di giocarsi la vita in una partita a scacchi contro la morte.
Block – Chi sei tu?
Morte – Sono la morte
Block – Sei venuta a prendermi?
Morte – E’ già da molto che ti cammino affianco
Block – Me n’ero accorto
Morte – Sei pronto?
Block – Il mio spirito lo è, ma non il mio corpo. Dammi ancora del tempo
Morte – Tutti lo vorrebbero, ma non concedo tregua
Block – Tu giochi a scacchi, non è vero?
Morte – Come lo sai?
Block – Lo so, lo dicono le leggende, l’ho visto nei quadri
Morte – Sì, anche questo è vero com’è vero che non ho mai perduto un gioco
Block – Forse anche la morte può commettere un errore
Morte – Per quale ragione vuoi sfidarmi?
Block – Te lo dirò se accetti
Morte – Avanti allora
Block – Perché voglio sapere fino a che punto saprò resistere
e se dando scacco alla morte avrò salva la vita
La scena è tratta da Il settimo Sigillo, uno dei film più famosi di Bergman, filmato in soli 32 giorni con budget minimo di soli 40mila dollari, consacrato a Cannes appena un anno prima e vincitore sempre a Cannes del gran premio della giuria proprio con questo film.
https://www.youtube.com/watch?v=d2S9VVeGNkA
Tratto da un lavoro teatrale dello stesso Bergman dal titolo Pittura su legno, rappresenta nel suo simbolismo estremo quello che molti chiamano “Il silenzio di Dio” (ossia il rapporto tra Dio e la fede) che sarà un asse portante nel cinema futuro di Bergman e che troveranno un apice nella trilogia del Silenzio: Come in uno specchio, Luci d’inverno e Il silenzio.
In quella sequenza c’è già tutto intanto: la vita, la sfida, il tempo che passa, la morte, Dio con riprese esterne fatte a Hova Haltar sulle coste svedesi.
Ripresa nelle forme più disparate dal film di Allen Amore e guerra, a Last Action Hero, da La più bella serata della mia vita di Ettore Scola fino al videoclip di Michael Schenker Group del pezzo Rock will never die, per quanto riguarda le principali citazioni.
Si spazia sino alla musica infatti nell’album Balance dei Van Halen, pubblicato nel 1995, la prima canzone si intitola proprio The Seventh Seal, mentre nei fumetti ne ricordiamo uno bellissimo volume della serie Dylan Dog che si chiama proprio Partita con la morte uscito nel lontano marzo del 1992. L’albo è disegnato magistralmente dal grande Corrado Roi ed è un piccolo gioiello da leggere ed è ovviamente ispirato a Bergman. Io vi consiglierei di procurarvelo.
9) La scena della doccia in Psycho (1960)
Ispirato ai fatti del serial killer Ed Gein, Psycho è noto soprattutto perché la protagonista della pellicola, scappata con dei soldi e rifugiata in un motel, muore a metà film nella scena più conosciuta e controversa del film stesso.
La scena emblematica della doccia di Psycho è la più famosa del film e fra le più note della dell’intera storia del cinema. E’ basata su uno storyboard di Saul Bass che prevedeva tante sequenze differenti unite poi al montaggio.
Bernard Herrmann la musicò con i celeberrimi archi stridenti che assomigliano quasi a grida umane o animali ed il sangue usato non fu altro che cioccolato fuso.
Fu citata in 1000 salse (qui sotto potete vedere vari remake cosplay, lego, tatoo e un quadro d’artista) e venne girato anche un documentario nel 2017 diretto da Alexandre O. Philippe intitolato 78/52. Il titolo deriva dal fatto che la scena è lunga 3 minuti e girata appunto con 78 inquadrature e 52 tagli ed è il montaggio serrato che fa supporre allo spettatore quello che non si vede.
Lo stesso Hitchcock ammise che si convinse di girare il film dopo aver concepito quella scena:
“Credo che la sola cosa che mi sia piaciuta, che poi mi ha convinto a
fare il film sia stato il modo improvviso in cui si commette l’omicidio
sotto la doccia; è del tutto imprevisto ed è questo che mi ha
interessato a girare Psycho.”
8) La scena del party in Colazione da Tiffany (1961)
L’icona di stile per eccellenza, classe e raffinatezza, adorata sia dagli uomini che dalle donne, Audrey Hepburn è il personaggio più riprodotto in assoluto sia negli abiti, borse, puzzle, quadri ed ovunque.
Il suo personaggio indimenticabile in Colazione da Tiffany resta nella memoria collettiva in varie scene, ma quella in cui fuma il bocchino nel party è la più famosa in assoluto, assieme all’incipit in sui lei guarda le vetrine dei negozi.
L’immagine col bocchino è stata anche usata per la locandina del film e fotografata dal famoso fotografo di scena Bud Fraker è la più riprodotta serialmente.
Nel 2001 in Germania fu emesso un francobollo con questa immagine, senza autorizzazione. La diffusione del francobollo fu subito sospesa, dando così origine a pochi esemplari in commercio ed divenne uno dei più famosi casi nel mondo della filatelia mondiale.
7) Alex nel bar all’inizio di Arancia meccanica (1971)
“Eccomi là. Cioè Alex e i miei tre drughi. Cioè Pete, Georgie e Dim. Eravamo seduti nel Korova milkbar arrovellandoci il gulliver per sapere cosa fare della serata. Il Korova milkbar vende ” lattepiù “, cioè diciamo latte rinforzato con qualche droguccia mescalina, che è quel che stavamo bevendo. È roba che ti fa robusto e disposto all’esercizio dell’amata ultraviolenza.”
Uno degli incipit più riconoscibili: il primo piano dello sguardo sfidante e sadico di Malcolm McDowell che con una carrellata all’indietro si allontana poco alla volta, scoprendo l’inquadratura del locale, il famigerato Koroba Milkbar, dove servono il famoso lattepiù, dove i tavoli e le sedie sono manichini femminili, e dove Alex si reca, generalmente, con i suoi fidati amici chiamati “drughi”.
La voce fuori campo di Alex intanto ci parla, ci racconta, si confida e ci fa percepire la scena e cosa andrà a venire di li a poco.
L’occhio truccato di Alex è rimasto nella storia e nell’immaginario collettivo e molte sono state anche le citazioni, eccovi le più significative nella settima arte:
- il film turco La gang dell’arancia meccanica lo cita apertamente sin dal titolo,
- la pellicola Funny Games di Michael Haneke si ispira ai suoi costumi,
- il film Tenecious D e il destino del rock c’è una banda ispirata al film,
- i Simpson si sono ispirati ad esso in diversi episodi.
Nella musica:
- Il videoclip di The Universal dei Blur, lo ispira nel trucco e nei vestiti,
- Il videoclip di Never Gonna Stop Me di Rob Zombie,
E sfociano persino nel calcio:
- quando la nazionale olandese del 1974 capitanata da Johan Cruijff, fu soprannominata Arancia meccanica,
- mentre nel calcio italiano dove una frangia di tifoseria bianconera prese il nome di “Drughi bianconeri”.
6) Regan impossessata nel letto in L’esorcista (1973)
Di scene cult in L’esorcista ce ne sono molte, dalla camminata a ragno nella versione uncut, al vomito verde è diventato un cult che è nell’immaginario cinematografico comune.
La scena legata a letto ad esempio ha diverse caratteristiche che ci sono rimaste impresse, si scioglie dal letto e si alza in lievitazione, e gli si gira persino la testa di 180 gradi.
Per quel ruolo fu scelta la giovane attrice Linda Blair, all’epoca appena quattordicenne, tra 5000 bambine propostesi per il ruolo di protagonista del film Regan MacNeil.
Il truccatore Dick Smith ci mise ben 5 mesi di prove per arrivare a quel risultato di trucco, inoltre il truccatore ha raccontato più volte che la bambina era terrorizzata dal makeup che in ogni modo richiedeva diverse ore al giorno ma, una volta applicato, si tranquillizzava. L’uso delle lenti a contatto colorate nel cinema fu un’innovazione di questa pellicola e resero il suo personaggio ancora più spaventoso.
Per la levitazione di Regan vennero usate corde di pianoforte appese al soffitto, mentre per la rotazione della testa di Regan fu realizzato un manichino manovrato da Dick Smith stesso che faceva ruotare la testa di 180 gradi.
L’attrice, nonostante il successo del film, non riuscì mai a far decollare la sua carriera, il suo volto rimase per sempre legato alla bambina de L’esorcista.
Di qui citazioni e scene riprodotte allo stesso modo ce ne sono a centinaia, ma su tutte due restano nel nostro immaginario e, dato che è sempre un film di difficile visione, per stemperare la tensione vi consiglio di concentrarvi su due parodie riuscitissime: il film Riposseduta (1990) e l’incipit di Scary movie 2 (2001).
5) La nascita dalla pancia dell’alieno in Alien (1979)
La scena di Alien sopracitata è una delle scene più grandiose del cinema, se non altro per il fatto che è così spiazzante e sicuramente non ti aspetti quello che succederà di li a poco. Ciò che la rende così iconica, tuttavia, insieme alla bravura tecnica degli effetti e alla direzione incredibilmente semplice di Ridley Scott, è che nessuno del cast sapeva cosa sarebbe successo in quella scena.
Al centro c’è John Hurt e gli altri attori ignari attorno.
Tutto iniziò dal desiderio di Scott di avere reazioni autentiche di terrore e sarebbe stata la cosa più difficile da ottenere: se un attore si finge terrorizzato, non puoi ottenere l’una paura autentica , rifletté Scott.
Così girarono la scena con tutto il cast ingnaro del fatto che la maglietta si strappa all’improvviso e nasce l’alieno con tutto il cast bersaglio di abbondanti schizzi di sangue di maiale.
Veronica Cartwright svenne quando le telecamere smisero di girare la scena, e successivamente dichiarò che lo stupore sul set di quella scena era autentico:
[SPOILER] E’ il colpo di scena per eccellenza, e non solo avviene dopo un film e mezzo, ma è totalmente inaspettato.“Abbiamo letto la sceneggiatura, ci hanno mostrato un modello di alieno adulto, ma non ci hanno mostrato come sarebbe stata la scena o i trucchi, ci hanno solo detto: “La testa dell’alieno si muoverà e avrà dei denti.”
4) Darth Vader che confessa a Luke che è il padre in Star Wars Episodio V: L’impero colpisce ancora (1980)
Darth Vader nel bel mezzo dell’azione e all’apice dello scontro dice finalmente a Luke Skywalker la verità sulla sua parentela ed è un momento iconico no? Allora perché tutti ricordano la citazione sbagliata? Non è come tutti pensano
“Luke, sono tuo padre”,
è invece
“No, io sono tuo padre”.
Scena citatissima in altri film per indicare il grado di parentela più intimo, è ricordata anche per un video virale dove un bambino viene ripreso mentre per la prima votla assisteva alla scena, e ci fa pensare ancora uan volta: noi la prima volta abbiamo avuto la stessa espressione?
3) Il soliloquio del replicante Roy in Blade Runner (1982)
« Io ne ho viste cose che voi umani non potreste immaginarvi: navi da combattimento in fiamme al largo dei bastioni di Orione, e ho visto i raggi B balenare nel buio vicino alle porte di Tannhäuser. E tutti quei momenti andranno perduti nel tempo, come lacrime nella pioggia. È tempo di morire. »
Il monologo finale del morente replicante Roy Batty è il più memorabile momento della pellicola e eretto a simbolo di questa storia. La morte del replicante e le sue ultime parole hanno un grandissimo senso e si portano dietro una domanda sull’esistenza ancora oggi significativa: può un essere non naturale insegnare all’uomo stesso il valore della vita?
Tratto dal romanzo Il cacciatore di androidi di Philip K. Dick, fu in realtà riscritto leggermente in modo differente dal racconto da Hauer stesso (il verso “come lacrime nella pioggia” fu improvvisato e aggiunto al momento) e divenne subito parte dell’immaginario collettivo dove oggi “ho visto cose che voi umani non potete nemmeno immaginare”, il più delle volte nell’uso comune viene riferito ad episodi che vanno oltre i limiti del buon senso o del buon gusto, fino a sfociare nei meme che spesso si trovano in rete.
Il monologo finale fu l’ultima scena ad essere girata di tutto il film.
2) Jack Nicholson attraverso la porta scheggiata in Shining (1980)
Un film icona dell’horror tratto da un famosissimo romanzo di Stephen King diretto da Stanley Kubrick. La scena più famosa di Shining ed è quella che tutti conoscono:
Jack Torrance e la sua famiglia vivono isolati su un hotel sulle Montagne Rocciose per i mesi invernali per scrivere il suo romanzo. Jack inizia ad essere influenzato da forze maligne dell’hotel. Ad un certo punto del film, prende in mano con rabbia un’ascia contro una porta chiusa di un bagno che lo separa dalla sua famiglia. Una delle ragioni principali della sua popolarità è stata la famigerata frase di Nicholson “Wendy sono a casa!” in originale “Here’s Johnny”. È diventata una delle scene più iconiche e memorabili nella storia del cinema horror, difficile anche considerarla semplicemente un momento tra molti grandi momenti che si susseguono nella pellicola.
Ispirato a una scena de Il Carretto fantasma, film espressionista del 1921, ha dato via a centinaia di citazioni, che spaziano dal cartoon a film di successo fino a show televisivi è diventata una battuta iconica “Sono a casa Wendy!” che non era presente nella sceneggiatura, ma venne improvvisata da Jack Nicholson al momento, è al 68° posto nella lista delle cento migliori citazioni cinematografiche di sempre tratte da film statunitensi, stilata nel 2005 dall’American Film Institute..
https://www.youtube.com/watch?time_continue=6&v=UoqZWdwHsVs
Le frasi pronunciate da Nicholson fanno riferimento alle fiabe popolari europee di “Cappuccetto Rosso” ed “I tre porcellini“, in particolare al personaggio ricorrente del lupo cattivo: “Sono il lupo cattivo!”
Nel documentario girato dalla figlia del regista, possiamo notare come Jack si preparasse alla scena dove in realtà non interagisce affatto con Shelley Duvall, invece si prepara saltando su e giù, correndo sul posto e gridando “Vieni!” E “Ascia assassina!” Ad un certo punto imita la scena brandendo l’ascia contro un letto.
Kubrick originariamente ha costruito la scena con una singola porta finta, ma Nicholson, carico nel personaggio, l’ha abbattuta troppo velocemente.
Il sito inglese del famoso produttore di porte Yale anni fa fece un sondaggio su quale fosse la porta più famosa della storia del cinema, e vinse a man basse Shining, al secondo e terzo posto rispettivamente Nottingh hill e Mamma ho perso l’aereo.
1) L’accavallamento della gambe in Basic Instinct (1992)
Basic instinct è diventato uno dei classici e uno dei film più visti negli anni 90 ed uno scandalo mondiale grazie a una singola scena.
La scena dell’accavallamento di gambe durante l’interrogatorio di Sharon Stone che mentre risponde alle domande dei poliziotti, accavalla le gambe mostrando che non indossa nemmeno un indumento intimo, senza lasciare nulla all’immaginazione.
In realtà la scena non era nemmeno prevista nella sceneggiatura originale di Joe Eszterhas e Verhoeven chiese alla Stone di togliersi le mutandine poco prima di girare la scena e trasse ispirazione da una sua avventura, ai tempi del college, quando una donna fece la stessa cosa solo per metterlo in imbarazzo.
Secondo la Stone la scena fu girata a tradimento.
Lei stessa ha dichiarato:
“Paul Verhoeven mi chiese di sfiliarmi le mutandine bianche perché si vedevano nell’inquadratura, ma mi assicurò che non si sarebbe visto nulla. Quando poi ho visto il film in sala al Festival di Cannes sono rimasta incredula. Mi sono alzata e l’ho schiaffeggiato perché non mi aveva detto veramente cosa si sarebbe visto sullo schermo.”
Cmq quella scena le cambio la vita, prima era un’attrice normale, dopo diventò una star mondiale.
Che cosa volete incriminarla, per fumo?
Maurizio Failla
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